domenica 6 novembre 2011

De stultitia parentium

Questa bella favola di stampo fedriano viene, con licenza dell'autore, dal blog Esserino e Balena, tenuto da sue splendidi gatti ma dove occasionalmente scrivono anche esseri umani che ai gatti sono debitamente sottomessi. E' ancora senza titolo, anche se ci sono state varie proposte (la mia preferita è Hic manebimus asine).
Siccome ho una visione scuolacentrica della vita e l'arduo tempo dell'orientamento si avvicina e quest'anno ci ho una terza, mentre la leggevo mi è balzata davanti agli occhi la classica immagine del genitore che insiste sempre e comunque (spesso con successo) per mandare il figlio al liceo stracatafottendosene di indagare prima se al figlio il liceo interessi in qualche misura (sono per fortuna in calo - ma non ancora del tutto scomparsi, ahimé - i genitori che insistono a mandare al professionale ragazzi portatissimi allo studio speculativo, magari, doppio e triplo ahimé, per questioni economiche e soprattutto se femmine).
La storia è comunque valida anche al di fuori di questa mia personalissima e un po' maniacale interpretazione.

Una volta un asinaio, nell' assistere al parto di una sua asina, si trovò davanti un asinello di particolarissimo aspetto. Era infatti il piccolo tutto bianco e l'asinaio volle vedere in questa caratteristica, singolare ma del tutto naturale, un segno divino.
Chiamò dunque un amico fidato e, mostrandogli il piccolo nato, chiese cosa ci si potesse aspettare da tale meraviglia. Questi rispose che l'animale fin da piccolo avrebbe dovuto essere messo nelle mani di un esperto addestratore che potesse esaltare tali doti, ancora nascoste ma certo presenti in un simile portento.
Per due mesi l'asinaio, allevò con cura il piccolo ponendo la massima attenzione a che la madre lo nutrisse abbondantemente e ogni giorno pareva a lui che sempre più evidenti si mostrassero i segni distintivi di un essere miracoloso. Durante la notte l'asinaio si destava e andava a controllare se l'animale fosse ancora nella stalla, poi timoroso dei ladri decise di tenere nella casa con sé l'asina e il somarello. Quando furono passati 60 giorni dalla nascita fu chiamato il miglior addestratore di asini della città ma questi, dopo ripetute prove dovette ammettere che l' asinello non dava segni di intelligenza tali da poterlo distinguere dagli altri anzi pareva a lui che fosse piuttosto tardo a comprendere i comandi e di natura pigra e indolente.
Deluso da tale valutazione l'asinaio, con l'animo che ribolliva per le parole dell'addestratore, che a lui suonavano quasi un insulto, decise di oltrepassare i confini della città e rivolgersi a un maestro circense di Roma che potesse dare una obiettiva valutazione del suo piccolo campione.
Dopo aver pagato dieci sesterzi l'asinaio venne al cospetto del nuovo maestro. Questi stava per dire che di asini bianchi se n'erano visti altri e, a parte il colore singolare e una minore resistenza ad alcune malattie, nient'altro aveva notato nella sua lunghissima esperienza. Miglior conoscitore degli uomini tenne tuttavia per sé tale considerazione e disse che certo, se del buono c'era, lui avrebbe saputo trarlo fuori.
Per la ragguardevole somma di 10 sesterzi alla settimana iniziò l'addestramento. Consiteva questo nel far apprendere all'asino a far di conto il che si risolveva nel proporre una semplicissima addizione la cui soluzione l'asino doveva dare con un corretto numero di ragli. Con adeguati premi in cibarie, l'uomo pensava di far memorizzare una risposta e crere un fenomeno artefatto.
Rimase deluso dato che il somarello, che intanto era cresciuto e si era fatto più robusto, ragliava sì quando il maestro ostentava la carota ma mai per tante volte quante ne richiedeva il calcolo.
Il proprietario dell'asino che ormai aveva speso più di quanto valessero cinque asini dei migliori pensò che il maestro fosse stato inadeguato e, fiducioso ancora nell'animale e desideroso di recuperare la somma impiegata, si rivolse a un famoso oratore. Questi onestamente chiarì che l'asino non avrebbe mai pronunciato orazioni o declamato versi, nè avrebbe semplicemente parlato alla maniera degli uomini ma senza alcun dubbio avrebbe ascoltato con estrema attenzione e compreso alla perfezione tutto quanto gli fosse stato letto per poi tradurlo in un mirabile idioma asinino. Il tutto in due lezioni da cento sesterzi. La somma equivaleva a tutti i risparmi dell' umile asinaio, nondimeno era egli sicuro da una parte di aver tra le mani un fenomeno, dall'altra che la sua cattiva sorte dipendesse solo da maestri incapaci. Così accettò la proposta. Era l'oratore un esperto uomo di mondo e stimato principe del foro che aveva, da subito, intuito come accondiscendere alle fin troppo palesi brame dell'asinaio senza troppo sforzo e senza compromettere la propria fama.
Anch'egli dovette però fare i conti col ciuco che, tediato dalle tante letture propinategli in presenza del proprio padrone , si addormentò senza che vi fosse modo di svegliarlo.
L'asinaio a tale vista levò il bastone e stava per percuotere quello che per lui era un millantatore quando le guardie del foro, riconosciuto il famoso oratore e avvocato arrestarono il pazzo che lo minacciava. Dopo cinque giorni di prigione e trenta frustate ricevute pubblicamente l'Asinaio tornò al recinto, prese l' asino e lo stava per gettare nel fiume con una pietra al collo per togliersi di torno quell'animale venuto dagli inferi per la sua totale rovina.
Un vicino, cui era morto da poco il vecchio asino lo vide e lo fermò dicendo: "dallo piuttosto a me, ti darò in cambio uno staio di grano e quando renderà gravida un asina il piccolo sarà tuo."
"Per tutti gli dei questo no!"- urlò l'asinaio- "Mai più verrò a contatto con quella razza maledetta!
Il nuovo padrone dell'asino accarezzò l'animale, gli fornì cibo in abbondanza e una stalla sicura, lo addestrò alla soma e ne ebbe un utile e fedele collaboratore per tutta la vita dell' asino che fu eccezionalmente lunga e serena: da somaro qual era.

4 commenti:

  1. ahimé, quanti ne vedo poi io di risultati e lacrime per questa stultitia... e non sempre si riesce a rimediare...

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  2. da leggere ai genitori alle riunioni dell'orientamento!

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  3. son sempre tenere le storie dei veneti GATI ...

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  4. Quanti genitori della specie descritta ho anch'io incontrato!!
    Con 'scelte' indotte e/o imposte oppure ancora assecondate, per futuri kamikaze...

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