Nel corso dei mesi l'Assenteista ha continuato giustamente ad assentarsi, così come ha continuato a non portare le giustificazioni né i libri di scuola, a non seguire le lezioni e a non studiare.
Si sente spesso dire tra insegnanti "Il Tale o il Talaltro non sta facendo nulla" ma è spesso un'espressione impropria, alla quale solo l'Assenteista e pochi altri eletti sono in grado di rendere onore in modo adeguato. Se si va a frugare un po', al confronto dell'Assenteista la quasi totalità degli studenti che "non fanno nulla" si infilano l'elmetto all'alba e stanno in miniera quattordici ore a fila senza nemmeno la pausa pranzo.
Naturalmente la scuola si è mobilitata. Naturalmente non è servito. Abbiamo ottenuto che le assenze venissero giustificate in tempi quasi ragionevoli (diciamo una settimana, in media) ma nient'altro.
A fine Ottobre abbiamo spiegato alla madre che la situazione non era produttiva, ai colloqui di Natale che era molto grave, alla consegna delle schede che stava diventando irreparabile, e a fine Marzo c'è stata la Formale Convocazione del "Guardi che se continua così dobbiamo proprio segarlo".
Ad ognuno di questi colloqui seguiva un Parziale Ravvedimento dei reo, che frequentava per sette-otto giorni di fila, portava i libri delle varie materie e, in qualche limitata occasione, arrivava perfino a fare i compiti scritti di italiano (visto che quelli di inglese, francese, tecnologia e matematica non gli riuscivano); questi Periodo di Ravvedimento si sono fatti comunque sempre più corti.
La madre, un po' annoiata, aveva sempre convenuto con noi che la situazione era grave (naturalmente anche lei "non è di quelle che proteggono il figlio") e che il ragazzo doveva mettersi a lavorare.
Verso fine Aprile aveva poi deciso di giocare la Grande Carta e, in colloquio privato con la Preside, le aveva spiegato che, se l'avessero di nuovo bocciato, l'Assenteista minacciava di uccidersi, e anche suo padre minacciava di ucciderlo (la Preside non è riuscita a stabilire con chiarezza in che ordine si sarebbero svolti questi eventi). Sono quindi stata chiamata in altrettanto privato in Presidenza, in qualità di coordinatrice, per chiarire se davvero non era possibile venire incontro al ragazzo etc. etc. Con grande chiarezza ho assicurato che no, non era possibile nonostante la nostra assoluta disponibilità perché il ragazzo stesso non mostrava alcuna propensione a farsi venire incontro da noi etc. etc.
La Preside ha sospirato e preso atto della situazione.
Tutto dunque sembrava definito e in chiaro quando qualche giorno fa la Preside mi richiama "per parlare del nostro argomento preferito". Poco prima, infatti, la madre dell'Assenteista era passata da lei per una nuova visita.
Pare infatti che l'Assenteista, fulminato sulla via di Damasco da un sette preso in una delle composizioni che faccio fare in classe, avesse visto la luce e cominciato a farneticare di studio, impegno e interrogazioni volontarie. Addirittura non desiderava accompagnare la famiglia nel viaggio di una settimana che questa aveva deciso di fare a Napoli per restare a casa a studiare.
Comprensibilmente attonita (e forse un po' spaventata) da siffatta metamorfosi, la madre era corsa dalla preside a chiedere consiglio - e in effetti persino lei stessa medesima sembrava entrata nell'ordine di idee che ormai era troppo tardi per riparare. Ma in caso, certo...
Il pensiero di essermi giocata una preziosa settimana di vacanza dall'Assenteista per la modesta e trita soddisfazione di "dare a ciascuno il voto che si merita" mi inorridisce, accascia e riempie di contrizione; in verità di buoni voti allo scritto di italiano l'Assenteista ne ha un altro paio, oltre ad un'eccellente lettura e a una notevole capacità di comprensione del testo: anzi, ha una scrittura decisamente gradevole se evita di infilarsi nel tunnel delle frasi complesse (dove ha la singolare capacità di cannare tutti i tempi composti, soprattutto se congiuntivi, anche perché è stato sempre assente nel periodo in cui ho lavorato la classe in merito battendola come un tappeto finché tutti sono diventati docili, sottomessi e capaci di azzeccare quasi sempre il tempo giusto).
Certo, alle esercitazioni di grammatica in cui dimentica di fare forca non passa il quattro. Ma il vero problema sono e continuano a restare matematica, inglese, francese etc. etc.
"Se questo sette fosse stato in matematica, senza dubbio sarebbe stato il caso di riconsiderare tutta la questione" assicuro. Ma le probabilità che l'Assenteista riesca a prendere un sette in matematica rientrano, più che nella categoria dell'Infinitamente Piccolo, in quella dell'Infinitamente Inesistente.
La Preside sospira di nuovo, poi richiama la madre dell'aspirante suicida e le spiega che possono portarsi dietro il figlio in vacanza a Napoli con tutta tranquillità.
Una volta di più, non cava un ragno dal buco: perché ormai l'Assenteista è tappato in camera a studiare geografia e a Napoli i genitori andranno per conto loro.
Mi fustigo e straccio le vesti e chiedo pubblicamente scusa ai colleghi per l'accaduto. I colleghi sbuffano e si raccomandano che almeno gli faccia un'interrogazione cattiva a geografia.
Ma io sono un'insegnante garantista e gli faccio invece la più dolce e disponibile e comprensiva interrogazione di questo mondo, al termine della quale sorrido e gli metto una sufficienza stirata spiegando che "occorre comunque valorizzare il fatto che sei venuto volontario, che non è una cosa che rientra nelle tue abitudini".
Ebbene sì: studiare, come tutti i lavori, richiede un po' di tecnica e di allenamento. Non è una cosa che si possa completamente improvvisare. Nemmeno alle mie interrogazioni di geografia - che, garantisco, sono davvero domestiche e facili da sbarcare.
Tanto non lo interroghi tu in matematica, inglese, ecc... :-D
RispondiEliminala 'povna si chiede, curiosa, che succederà... alle superiori, o almeno al biennio, la sua esperienza di assenteisti la porta a dire che, se il soggetto continuasse sulla via di damasco, prendendo bei voti anche a storia, e, che so, a scienze, l'assenteista verrebbe rimandato (pardon, sospeso) con tre materie. e poi a settembre... beh, allora, sarebbe tutta un'altra musica, ma la 'povna se lo ritroverebbe, nove su dieci, ancora con lei a ripetere la classe. perché studiare non si improvvisa. appunto...
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