domenica 20 dicembre 2009

Teresina 'n ti ci porto più / quant'è ver che c'è Gesù!



L'eccellente cinghiale Zannablù, un personaggio dello Studio Dentiblù forse ispirato ai miei amati alunni

Sono da sempre una convinta sostenitrice dell'utilità didattica delle uscite, tutte le uscite, anche le più strampalate. Il fatto stesso di uscire dalla scuola ha una valenza didattica, secondo me, e provoca quasi sempre un curioso effetto di "fissaggio" che imprime saldamente i più vari contenuti.
Ad ogni modo l'uscita che io e un'altra collega di seconda avevamo fissato non aveva nulla di stravagante: a Firenze abbiamo la fortuna di disporre del Museo Stibbert, che contiene una splendida collezione di armi e armature medievali e moderne sia europee che arabe e giapponesi, assai ben allestita e montata su statue appositamente preparate e dipinte, il tutto in un palazzo paramedievale dell'Ottocento. Tale museo non è uno dei più noti di Firenze e non è sempre facilissimo da visitare, anche per noi fiorentini, dunque portarci una seconda media dalla provincia sembrava cosa buona e giusta*. Con infinita pazienza dunque siamo riuscite a mettere le mani sui pullmini comunali gratuiti, ad accordarci con il Museo Stibbert, a raccogliere le autorizzazioni e liberatorie necessarie e i pochi soldi richiesti per biglietto e guida e financo a non pagare il ticket di ingresso che  il nuovo sindaco di Firenze (possa qualche anima buona fargli scivolare per sbaglio tre flaconi di Guttalax nel sugo della pasta) ha messo sui pullman che entrano in territorio urbano.
Alla fine la gita è risultata cadere nei Giorni della Neve, ma Lassù qualcuno ha fatto sì che si svolgesse giusto nelle ore di pausa tra una nevicata e l'altra, con le strade ben liberate dagli spazzaneve e un bel sole splendente in un gelido cielo.
Ma non è stato per il freddo che ho trovato l'esperienza agghiacciante e sto seriamente meditando di annullare le prossime uscite a Palazzo Vecchio e al Museo delle Macchine di Leonardo.
Il problema non è stato il viaggio: l'autista guidava discretamente, le strade erano libere da neve e da ingorghi, i ragazzi non hanno fatto troppa confusione in pullman - in effetti li ho sentiti fare ben di peggio in classe. Sì, magari avrei preferito sentir evocare qualche organo maschile in meno, ma infine c'è di peggio nella vita.
Il problema non è stato l'interesse: i ragazzi hanno assai apprezzato il palazzo in stile medieval-ricostruito, le armature e la disposizione dei gruppi di statue. Hanno seguito la lezione della guida con interesse e fatto varie domande assai pertinenti, dimostrando perfino di aver recepito qualcosa dalle varie lezioni di storia impartite dalla sottoscritta. E hanno sopportato il freddo lupestre delle sale senza lamentarsi.
E hanno accarezzato le pareti dipinte, palpeggiato le armature, toccato le gualdrappe, camminato in mezzo ai gruppi di statue, interrotto la guida più volte per fare ognuno la stessa domanda, e le hanno parlato sopra allegramente commentando quel che vedevano o facendo a gran voce domande a me (sempre mentre la guida parlava).
Si sono insomma comportati come il più perfetto gruppo di giovani cinghialetti alla carica, facendomi sentire come il protagonista della celebre (a Firenze) canzone di Riccardo Marasco Teresina; il quale, poveretto, accompagna la sua ragazza nei posti più raffinati della città collezionando grazie a lei innumerevoli figure della peggior specie, tanto che ogni strofa si chiude con "la mi fece scomparir" e il ritornello citato nel titolo del post.

A questo punto, prima di portarli a palpeggiare gli argenti del Museo degli Argenti o la collezione delle carte geografiche del Cinquecento custodita a Palazzo Vecchio, si impone un esame di coscienza collettivo che inizi con la Grande Domanda:
"Ragazzi, siete mai stati a un museo? E conoscete la differenza tra un museo e un paracarri?".
In compenso ho capito perché, quando suggerii a Musica (collega decisamente sportivo e adattabile) di portarli al Teatro Comunale a sentire il Campanello di Donizetti la risposta è stata "Se vuoi portarli tu, per me va benissimo; ma io sono stufo di andare con quella classe a fare figure di merda".

*da ciò si potrà intuire che la mia scuola non applica alcuna forma di astensione dalle uscite didattiche.

3 commenti:

  1. Il che, dopotutto, mi fa apprezzare che la mia scuola si stia astenendo (causa tagli gelmini) dalle uscite didattiche :-))

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  2. Bei tempi quelli quando potevamo fare la settimana verde (UNA settimana UNA) in ambiente naturale con tre classi per fare lezione all'aperto. Ho rinunciato alle uscite quando, più di dieci anni fa, in piazza Duomo a Milano un vigile mi ferma e fa " ... scusi, sono suoi quei ragazzi che cercano di giocare a calcio con i piccioni ..."

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  3. Ebbene sì, astenersi dalle uscite didattiche ha i suoi pro e i suoi contro.
    (Se qualcuno mi ricorda i contro, mi fa anche un favore)

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