Al Fosso di Helm avviene la prima, vera battaglia del libro. Tolkien descriverà solo questa e la grande battaglia di Minas Tirith. Entrambe gli vengono molto bene.
Ricordo una eccellente postatrice di it.arti.fantasy che spiegava come gli unici autori di cui sopportava le descrizioni di battaglie erano Tolkien e Tolstoj. Sono d'accordo, anche se di Tolstoj ho letto solo quella di Austerlitz in "Guerra e Pace", una sola volta. In compenso ho letto diverse descrizioni di battaglie in vari cicli fantasy e - onestamente - sono di una noia assoluta, soprattutto quando cercano di essere accurate.
Tolkien sembra non perdersi troppo in descrizioni di truppe e scheramenti, ma chi legge sa sempre cosa sta succedendo e perché, anche se apparentemente la battaglia non è quasi mai davvero descritta. Ma va detto che Tolkien (come Tolstoj) la guerra l'aveva fatta e come funzionava una battaglia aveva avuto ampiamente modo di sperimentarlo.
Lo schema seguito nelle due battaglie è all'incirca lo stesso: c'è un assedio, gli assediati sono bravi e coraggiosi e la fortezza assai ben fatta, ma gli assedianti sono talmente tanti e con tali mezzi che solo un aiuto inaspettato nel momento più cupo riesce a capovolgere la situazione. In questo caso l'aiuto insperato e da tutti imprevisto (tranne che da Gandalf che è andato a cercarlo) sono gli Ucorni, che con perfetta coscienza ecologica provvedono anche a smaltire i corpi dei nemici.
La battaglia serve anche a dare una rinfrescata a Theoden, re di Rohan, che dopo essere stato reso ipocondriaco dall'assai viscido Vermilinguo viene risvegliato da Gandalf e da allora non perderà più un colpo in tutto il libro, mostrandosi un sovrano assai cortese e sempre all'altezza della situazione, che ci sia da parlare con Ent, hobbit, stregoni traditori o Uomini Selvaggi oppure da affrontare il nemico in campo aperto.
sono alquanto indietro ma provvedo subito a commentarli tutti: allora, la battaglia al fosso di Helm.
RispondiEliminaè sicuramente meno lirica e disperata di quella del Pelennor, ma a mio parere più cruda. Il momento in cui gli orchi vengono illuminati dal lampo e paragonati a un campo di grano nero è di una bellezza sconvolgente e l'inserimento dello strano"duello" tra Legolas e Gimli un tocco di genialità tutta tolkeniana.
Non sei rimasta indietro, sono io che ho rovesciato i post tutti insieme ^__^
RispondiEliminaGiusto quel che dici, ci sono dei punti molto belli.
La gara tra Gimli e Legolas è uno dei fili rossi che permette di seguire la battaglia senza annoiarsi - un tocco molto simpatico, in effetti.
E, a quanto ci assicura lo stesso Tolkien, è anche l'unica occasione in cui un nano usa in pubblico un'intera frase nella sua lingua!