Anche le Yavanna avevano delle belle orecchie ma, non so perché,
a X Factor non hanno avuto pace fin quando non gliele hanno fatte togliere
Qualche anno fa vennero di moda le orecchie di pelouche da aggiungere al casco da motociclista. In quel periodo andavo a scuola in motorino e naturalmente non potevo farmi sfuggire un accessorio così squisitamente demenziale.
Meditai con cura l'acquisto: scartai le orecchie rosa da maiale (padronissimo chiunque di darmi di maiala, se crede, ma pretendere che me lo dia da sola mi sembra un po' eccessivo) e le cornine da cerbiatta o da renna (reputo le eventuali corna un affare strettamente privato, da non drammatizzare ma nemmeno da comunicare per forza anche a chi potrebbe non essere minimamente interessato) e optai infine per delle orecchie da tigre, che avevano il vantaggio di poter essere considerate anche orecchie da oni giapponese (come Lamù, per intenderci); arancioni e nere, facevano una splendida figura sul mio casco blu oltremare.
Le mie orecchie diventarono subito popolarissime nella scuola perché entravo sempre alla prima ora e percorrevo su due ruote la stessa strada che molti dei ragazzi facevano in autobus o a piedi; in pratica la mattina il mio tragitto somigliava a una marcia trionfale scandita da festosi saluti, soprattutto in prossimità delle fermate dell'autobus (di solito salutavano le orecchie, più che me). Anche i colleghi sembravano trovare la cosa piuttosto divertente.
Durante le ore di lezione il casco-con-le-orecchie troneggiava in Sala Professori, perché all'epoca non avevo un bauletto portabagagli al motorino.
Venne primavera e venne Pasqua. Poi le vacanze di Pasqua finirono e tutti tornammo a scuola. Il primo giorno avevo fissato un tema per le tre ore che avrei passato insieme alla seconda.
Lascio il casco appena arrivata, rientro in Sala Professori alla fine della terza ora con il fascio dei temi (neanche venuti granché, ma naturalmente in quel momento non potevo saperlo) e scopro che il mio casco era senza orecchie.
Inorridisco, trasecolo, mi indigno e via dicendo. Provo anche a chiedere ai colleghi, ma nessuno sa niente.
La scuola aveva una struttura curiosa e molto comoda: aule e bagni erano concentrati vicino all'entrata e per arrivare il Sala Professori si doveva percorrere un corridoio laterale molto lungo che portava solo lì. Inoltre vi era totalmente sconosciuta la barbara abitudine di mandare ogni due per tre i ragazzi a prendere oggetti e registri vari nella suddetta Sala Professori, e la zona delle classi era adeguatamente sorvegliata da un congruo numero di custodi. Che un allievo potesse raggiungere indisturbato la Sala Professori senza che nessuno sapesse che c'era andato era del tutto inimmaginabile. Inoltre si trattava di una scuola con una disciplina dall'apparenza molto soft, più reale che apparente, e gli allievi, vuoi per loro naturale mitezza d'animo, vuoi perché non costretti a scontrarsi minuto per minuto contro le regole più demenziali, mostravano uno scarso gusto per la trasgressione.
Insomma non si capiva proprio chi potesse essere stato, ma certo era un caso in cui le apparenze deponevano contro gli adulti. Che interesse potesse però avere un adulto a rubare due orecchie da tigre-oni che non avrebbe potuto sfoggiare pubblicamente e il cui valore materiale era veramente minimo, proprio non si capiva.
Naturalmente tutti mostrarono di partecipare accoratamente al mio triste caso, ma nessuno cavò (o volle cavare) un ragno dal buco. Lasciai un avviso sulla lavagna in Sala Professori (all'incirca quello del titolo) ma le orecchie non si rividero più.
I ragazzi mi consigliarono dove trovarne di nuove. Purtroppo non le trovai davvero uguali e dovetti ripiegare un un paio di orecchie tondeggianti, dall'interno bianco, che sembravano (e probabilmente erano) un'imitazione scadente delle orecchie di leopardo.
Non era la stessa cosa. Niente affatto.
Ok, mi dispiace moltissimo.
RispondiEliminaMa penso: le tue orecchie, la mia sciarpona della zia ottantenne che ora chi me la ridà (la sciarpa, non lo zia), il libro di storia in visione, eccetera.
Siamo proprio una categoria di... gente curiosa, no?
Finalmente siamo riusciti a dare il giusto spazio al bellissimo premio che ci avevi assegnato!Per inciso troverai citata anche la tua carissima Mariassssstella.Scusa il ritardo ma e rovinose cadute del nostro Dante ci segnano tutti. Adesso lo abbiamo legato al pc mentre io Dani e i Mici siamo a rotolarci nella neve. Un abbraccio da Bobby
RispondiElimina(voce umana di esserino).
@ LaProf:
RispondiEliminaoh sì, siamo proprio una categoria particolare. Molto, molto particolare. Curiosa, come osservi giustamente tu.
@ L'Anonimo Bobby/Esserino
Grazie dei ringraziamenti ma... per il Gato Eterno, trovo che abbiate VERAMENTE ecceduto!
L'idea di legare Dante al computer mi sembra eccellente: finché dura la perfida congiuntura astrale che evidentemente lo affligge in questo periodo: sarebbe capacissimo, gia' alla prima lastruccia di ghiaccio, di scivolare nel peggiore dei modi e rompersi tre femori su due.
Abbracci e vin brulé per tutti (gatti compresi!)
sarà stata la collega di arte...
RispondiEliminaPerché proprio la collega di Artistica?
RispondiEliminaperché te lo vedi il prof di religione o le serissime colleghe di inglese girare con delle orecchie da tigre?
RispondiEliminaahahahah davvero simpatico questo racconto! :D Pero'... ammetto che ci sarei rimasto male anche io :(
RispondiEliminaIo ho portato dal 2001 fino a pochi mesi fa sei piccoli animaletti di pezza sul bagagliaio posteriore (interno naturalmente). Me li aveva regalati mia madre (poi mancata) e loro mi seguivano ovunque. Io cambiavo l'auto, ma loro trasbordavano sempre su quella nuova :D
Un giorno, dopo 8 anni, ne persi uno. Una tragedia! :((( Si vede che nell'aprire il portellone era caduto fuori e non me n'ero accorto :(
Non potevo sopportare l'idea che rimanessero in cinque, così tolsi anche gli altri e li portai a casa :/
Però mi fa tristezza vedere che adesso quel posto è... vuoto :(
@ LaNoisette
RispondiEliminaA ben guardare la seriosissima collega d'inglese era l'unica provvista di motorino e casco...
@ Wolf
Vedo che hai capito il problema: il mio casco era diventato così scialbo, così insignificante...