mercoledì 2 settembre 2009

La via prosegue senza fine, lontano dall'uscio da cui parte


A metà Settembre, poco prima di cominciare la prima media, presi la pertosse. Visto che non avevo molto da fare, a parte tossire furiosamente e prendere medicine, i miei provarono a darmi "Il Signore degli Anelli", comprato su suggerimento di un amico di famiglia. Credo fosse la terza ristampa, c'erano ancora gli gnomi al posto degli elfi, e io sono stata probabilmente la più giovane tolkieniana d'Italia.
Mi tuffai in quello strano libro: duecento pagine il primo giorno, fino alla locanda del Puledro Impennato, centosessanta il secondo, poi mi fermai in mezzo alla tempesta sul Caradhras. Lì rimasi per un paio di mesi, poi una sera decisi di schiodarmi da quei mucchi di neve. La scuola era ormai avviata, avevo meno tempo anche perché in prima ero piuttosto diligente. Leggevo la sera dopo cena, uno sguardo all'orologio da polso sul comodino con le lancette che si avvicinavano sempre più alla mezzanotte, che era l'ora canonica per smettere.
Casa silenziosa. L'Agrifogliere, le porte di Moria, poi Moria - un viaggio nel buio, con la paura che incombeva fin quando i tamburi negli abissi chiamarono il Balrog. Terrore. Poi la valle fuori da Moria, il Mirolago e la magica Lothlorien, dove si entra un pezzo per volta, un confine dopo l'altro, con un lento rito di passaggio per riemergere tra i vivi dopo il viaggio nelle tenebre. L'incontro con Barbalbero, nella ancor più suggestiva foresta di Fangorn, l'improbabile ritorno di Gandalf (all'epoca non mi convinse, se pur esisteva qualcosa in quel libro meraviglioso che potesse non convincermi), l'arrivo al Palazzo d'Oro, la merenda tra le rovine di Isengard, l'arrivo a Minas Tirith. La parte con Frodo e Sam nella terra di Mordor mi entusiasmava meno, era tutto piuttosto deprimente e proprio non capivo perché portarsi al seguito quella palla al piede di Gollum, che mi stava discretamente sull'anima - e quell'orribile tana del Ragno, poi... Ingoiai l'enorme battaglia intorno a Minas Tirith come fosse un'aranciata, godendone ogni riga, compreso il passaggio nel regno dei morti e il luminoso capitolo nelle Case di Guarigione. Poi una lunga scarpinata sul Monte Fato e una lenta chiusa di sei capitoli che includeva perfino un supplemento di battaglia combattuta dagli hobbit, che ormai ne avevano viste tante da venire a capo della guerra civile in due giorni scarsi. Frodo... boh, poi Frodo partiva, perché non era riuscito a guarire. Peccato, ma in effetti ci trovavo una specie di logica interna.
Non avevo niente per aiutarmi, nemmeno Wagner, che sarebbe entrato nella mia vita l'anno dopo (Tolkien sostiene in una lettera che l'unica cosa in comune tra il suo Anello e quello dei Nibelunghi era che entrambi erano rotondi e fatti d'oro, ma naturalmente non è vero), non avevo assolutamente capito che Aragorn era il Re fin quando non gli danno l'athelas per guarire i feriti, non avevo capito un accidente della storia di Numenor e nemmeno che Saruman si era fatto degli orchetti su misura, ma avevo assorbito fin nelle budella quel che c'era da capire sulle tre foreste magiche e sulla dipendenza che dava l'Anello.
Non avevo assolutamente nessuno con cui parlarne perché anche in famiglia cedettero le armi ai primi capitoli (mia madre poi lo riprese e lo lesse più volte).
L'anno dopo avevo dimenticato quasi tutto e lo ripresi. Iniziò così la serie delle riletture, ogni anno. Adesso lo leggo ogni quattro o cinque anni e sospetto che la prossima rilettura, che inizierà tra qualche settimana, sarà la ventunesima. Ormai è difficile che ci trovi cose che ho dimenticato, ma ogni volta vedo la storia con occhi diversi. Quasi sempre mi è successo di immedesimarmi in un diverso personaggio (credo che ormai mi manchi solo Saruman). La più straziante è stata quando mi sono identificata con Frodo, una decina di anni fa, la più comoda quando il prediletto era Glorfindel. Troppo più comodo essere un elfo, in quel libro, devi solo tirartela con fare malinconico e proclamare grande apprezzamento per chi cerca di levare le castagne dal fuoco.
Ci feci la scheda per l'esame di terza media ; la professoressa sgranò gli occhi, visto che non lo aveva mai sentito nominare, ma disse "Va bene" e mi ci interrogò sopra. Entrambe sapevamo che avrei potuto raccontarle qualsiasi cosa.
Entrai nelle librerie straniere della mia città (Firenze ne ha sempre avuta qualcuna) e mi comprai il libro in inglese - due volte, perché una nidiata di gattini sfasciò la prima trilogy. Mi imparai a memoria buona parte delle canzoni traducendole pazientemente dall'inglese. Ci misi su anche la musica, per cantarle (mai, mai, MAI fatto nulla del genere né prima né dopo). Amici di famiglia mi regalarono il primo poster, che da allora ha sempre stazionato in qualche stanza di casa. L'amica del cuore mi portò dall'Inghilterra il disco di Bo Hansson e il poster "Bilbo's Last Song" che è sempre stato vicino al mio letto. Festeggiai con i mortaretti l'uscita del Silmarillion, comprai le Lettere in inglese durante il mio primo viaggio in Inghilterra, vagai per tutta la città cercando "la traduzione di The Hobbit" finché un libraio meno tonto capì che era il libro uscito da poco per Adelphi. Feci una testa così a tutti i miei amici, tanto che qualcuno se lo lesse pure (alcuni entrando tra gli appassionati). Andai a vedere il cartone animato di Bakshi maledicendo regista e disegnatori ad ogni fotogramma, comprai una nuova edizione perché avevo massacrato il libro e ci trovai gli elfi.
Come tanti prima e dopo di me, vagai per le librerie con aria famelica sperando di trovare qualcosa di simile senza riuscirci (faccio parte del gruppo che ritiene che l'unico difetto di quel libro sia di essere un po' troppo cortino) e come tanti comprai un po' di ciarpame e alcune ottime cose sperando che fossero come il Signore degli Anelli - ma niente in realtà è come il Signore degli Anelli, in particolar modo le opere che hanno cercato di riprodurne la formula con attenzione maniacale.
Nel frattempo il libro si era gradualmente diffuso fino a diventare un classico sempreverde, tanto che a un certo punto ci hanno anche fatto tre film - che non mi sono nemmeno dispiaciuti.

Avendolo letto in sì tenera età per molto tempo non mi sono nemmeno resa conto di quanto mi abbia influenzato - ma anch'io faccio parte di quelli che "sono diventati medievisti perché hanno letto Tolkien".
Anche Quella Mia Particolare Tendenza A Usare Spesso le Maiuscole Per Enfatizzare un Concetto mi viene da lì, come scoprì un amico dei tempi dell'università. In realtà non avevo mai pensato che derivasse da Qualcosa In Particolare - ma è vero, viene proprio da lì.
Soprattutto, il Signore degli Anelli ha formato buona parte della mia struttura etica (o ha trovato in me una risonanza così forte perché alla mia struttura etica assomigliava): la convinzione che il Potere fosse qualcosa che si pagava a caro prezzo, l'avversione per la manipolazione degli altri e una certa comprensione per chi cade in tentazione, la consapevolezza che nessuno è davvero libero dal male... col tempo ho capito che erano tutte cose che avevo assimilato in quelle pagine per la prima volta insieme alla consapevolezza che il mondo era pieno di forze che era più saggio non disturbare e che il libero arbitrio è la chiave con cui ognuno può decidere la sua sorte anche quando ha veramente tutto contro.
Boschi incantati non ne ho mai trovati (temo di non essere affatto sensibile agli alberi, sento molto di più le pietre) e non ho nemmeno un grande amore per i viaggi anche se mi piacciono le passeggiate sui sentieri, però ho sempre sentito il fascino della poesia preferita dai Baggins

The road goes ever ond and on
Dawn from the door where it begins*

Dentro di me qualcosa sa che un giorno, per puro caso (per puro caso?) vedrò una strada che mi chiama e la seguirò senza fare progetti, prendendo il sentiero nascosto che porta a ovest della Luna e a est del Sole.
West of the Moon, East of the Sun. Non ho mai capito granché di poesia, ma il suono dei versi di Tolkien mi è sempre piaciuto.

* ricordiamoci che quando un Baggins partiva non aveva mai la minima idea di dove sarebbe andato a finire, ma certo in posti decisamente insoliti!

8 commenti:

  1. Un giorno ti fotograferò la mia edizione, dal Sillmarillion in poi, in volumi rilegati in tela rossa, ognuno con la sua mappa.
    Anche se io continuo a preferire Lo Hobbit (che ho anche letto a scuola, quando ciò si poteva richiare)

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  2. Ehm, ehm, lo dico sottovoce...
    Io non l'ho mai letto...
    Ma, dopo questo post appassionato, corro a comperarlo!

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  3. Possiedo tutta la trilogia, nonché il Silmarillion e Lo Hobbit.
    Purtroppo sono tutti ancora in attesa di lettura (il Silmarillion è stato iniziato e temporaneamente abbandonato per dare la precedenza ad altre letture "urgenti")
    Spero di riuscire a leggere tutto quanto prima (insomma, prima di andare in pensione....)

    Purtroppo, quando ero ragazza (feci un post nel mio blog su questa cosa), la mia famiglia non aveva sufficienti risorse economiche per poter acquistare tutti i libri che avrei desiderato.
    Molti li lessi mediante il prestito in biblioteca. Altri li acquistai in età matura. Poiché sono numerosi, e avendo poco tempo da dedicare alla lettura, tutto va a rilento...
    Però il Signore degli anelli rientra tra i "filoni" che mi "prendono"...

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  4. Non ripeto quanto da te detto (ho percepito le tue emozioni come fossero mie). Una cosa ti dirò: il libro l'ho letto la prima volta in due giorni e mezzo continui. Solo brevi intervalli per ingurgitare del cibo e qualche pisolino la notte. Questo è il mio modo per rilassarmi: sparire nei libri. Poi l'ho riletto più volte e con più calma.

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  5. intanto devo farti i complimenti per il blog, veramente bello, e poi per gli ottimi gusti in fatto di VITA!
    Anche io ho letto Il Signore degli Anelli quando ero piccola, in contemporanea all'uscita della trilogia cinematografica (non smetterò mai di ringraziare Peter Jackson per questo), in prima media e all'età di 11 anni, e ora sono una tolkeniana appassionata e 'influenzata' in tutto...persino nelle maiuscole! Eh si, stesso tuo 'vizio'!
    Complimenti ancora per il tuo blog e se ti va passa per il mio!

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  6. @ La Prof

    Lo Hobbit fatto a narrativa è un classico - e col primo capitolo ricordo di aver sbarcato la mia prima supplenza, anni fa...
    (aspetto fiduciosa le foto)

    @ Cauty

    Mi scarichi addosso un bella responsabilità: un sacco di gente di grande cultura e sensibilità ci si è annoiata a morte, con quel libro, e l'ha piantato dopo tre capitoli dopo aver coperto di accidenti chi glielo aveva consigliato...

    @ Thiliol

    Grazie dei complimenti e benvenuta. Quanto al tuo blog, ci passerei volentieri ma mi nega l'accesso. Anzi, mi nega l'accesso pure al profilo. Come mai?

    @ Fire

    Anch'io ho tanti libri che aspettano da tempo. Il tempo giusto, con i libri, avviene quando gli pare: un bel giorno, quando il momento è arrivato, ti chiamano ^__^

    @ Grigio

    Due giorni e mezzo?!? Complimenti, questa sì che si chiama full immersion ^__^

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  7. E questo è il post più bello, Murasaki. Se tu permetti, vorrei linkarlo, per una cosa decisamente di minor pregio, che vorrei scrivere da me, quando avrò un attimo.

    Ho letto tutto. E la lettura è stata entusiasmante, credimi. Mi sono appassionata, divertita e, non te lo nascondo, ho capito meglio alcuni passaggi la cui logica mi era sfuggita nella lettura forsennata. Qualcosa ho stampato, per un uso strettamente privato (la sera a letto, per intenderci: non ho un pc portatile...)e qualcosa rileggerò.

    A presto, un abbraccio
    Linda

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  8. @ Linda
    Lusingatissima per il link ^__^
    Avevo iniziato quei post nemmeno io sapevo bene perché, ma più avanti mi sono accorta che proprio scrivendo mettevo a fuoco impressioni stratificate nel corso delle varie letture... insomma, come sempre scrivere aiuta a capire :)

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