domenica 2 agosto 2009

Arrivano gli e-book?



Si sa che l'attuale governo dice un sacco di cose (non sempre coerentissime tra di loro); tra l'altro ha detto, anzi legiferato, in occasione dell'ultima finanziaria, che fra due anni i libri dovranno essere "in versione on line scaricabili da internet o mista". Si tratterebbe di cominciare nell'anno scolastico 2011-2012.
Con mia infinita sorpresa, qualcuno sembra avere preso sul serio questa specie di pesce d'Aprile passato a Giugno, sia tra gli insegnanti che tra gli editori. Qualche tempo fa Faraona aveva fatto uno status questionis dell'affaire con un sacco di link per fare il punto della vicenda, tra i quali segnalo un'analisi di Guastavigna e una di Noa Carpignano, editore assai addentro alla questione. Navigando allegramente per la rete sulla scorta di queste e altre indicazioni e alla luce della mia conoscenza dei fatti mi sono vieppiù rafforzata nella convinzione che questa legge non avrà luogo nei tempi indicati per manifesta impossibilità
Partiamo dalle basi: per gestire un e-book ci vogliono, quantomeno, un programma apposito, un computer o almeno un lettore di e-book... e una stampante.
Per quanto si parli e a volte straparli di nuove generazioni digitali, siamo in Italia. Non tutti hanno il computer, non ce li puoi obbligare, tanto meno puoi obbligare i genitori (già, i genitori. O davvero speriamo che i bambini delle elementari si gestiscano in proprio i loro libri di testo anche al primo biennio?).
Stesso discorso per le scuole. L'attrezzatura informatica di molte scuole è... diciamo bassina, con macchine non proprio modernissime e stampanti che se non sono a margherita poco ci manca.
Poi vengono gli insegnanti. Non siamo tutti analfabeti informatici, assolutamente no. Di qui a lavorare con i libri elettronici però ce ne corre.
Certo, gli insegnanti possono essere istruiti e le macchine comprate. Basta sapere chi paga. La scuola dove lavoro al momento ha un laboratorio (piccolo e scassato) di informatica e due stampanti dicesi due, rigorosamente per fogli in A4.
Se l'idea è che "il libro elettronico non va stampato, va usato sullo schermo" l'idea è demenziale oltre che scomoda, faticosa e nociva per gli occhi dei giovani rampolli incautamente affidati alle nostre mani. Magari sarebbe più fattibile se tutti avessero a disposizione schermi della nuova generazione. D'altra parte, se fossi Sailormoon andrei in cerca del seme di stella invece di scrivere un blog sulla scuola.
Ancor più dolente è la situazione degli editori scolastici. Siamo sinceri, nella maggior parte dei casi non sanno fare nemmeno i libri su carta, figurarsi quelli elettronici. Cioè, magari gli editori saprebbero o potrebbero cercare di sapere, ma gli autori? Un e-book va concepito in modo diverso da un libro consueto. L'idea "vi diamo il libro così com'è, voi lo stampate ed ecco il libro elettronico" non è nemmeno da prendere in considerazione perché produrrebbe solo una copia più scialba del libro come lo conosciamo oggi. L'idea di fare un libro, o meglio un sussidio, di tipo diverso sembra al momento impraticabile con le teste di cui disponiamo.
Adesso, siccome sono un'appassionata di fantasy nonché una colta dama molto amante dei libri, dell'insegnamento e dell'informatica, voglio provare a immaginare come potrebbero funzionare gli e-book per le mie materie.
GRAMMATICA: oh sì, mi piacerebbe moltissimo una bella grammatica senza fronzoli e disegnini e soprattutto senza carta patinata: una bella grammatica liscia e severa che contenga solo la grammatica. Un bel manuale.
No, non funzionerebbe lavorarci su schermo, nemmeno per gli esercizi. Perché gli esercizi, poi, li dobbiamo correggere in classe. Venti computer più il mio, in un immane groviglio di fili elettrici, per controllare che tutti abbiano ben individuato il predicativo del soggetto e usato correttamente i pronomi personali?
Mi viene il mal di testa solo a pensarci. Per la grammatica ci vuole la carta, di questo sono fermamente convinta. Carta ben rilegata, perché il libro va usato molto. Gli editori potrebbero, già da ora, darmi un bel manuale liscio ed economico, ben fatto e con tanti esercizi.
Certo, se al libro fosse affiancata la versione on line che permettesse all'alunno di andare a controllare quel che non ricorda con una stringa di ricerca, invece di scartabellare furiosamente, sarebbe comodo. Ma il libro è irrinunciabile. E lo voglio rilegato. L'editore è lì per quello, per rilegare libri, possibilmente usando una colla decente. Non speri di cavarsela lasciandoci soli, io, i ragazzi e le famiglie, alle prese con le stampanti a margherita che hanno illuminato i luminosi anni della mia giovinezza, quando lavoravo alla tesi.

ITALIANO, lettura.
Ah, qui sì che l'e-book potrebbe fare meraviglie. Una bella antologia vastissima, da cui scegliere di volta in volta i testi o le sezioni che mi interessano, senza carta patinata e senza i soliti demenziali disegnini e quegli enormi margini bianchi. A fine anno le famiglie pagano solo quello che ho fatto scaricare. Certo, non vorrei quei brani da quindici righe circondati da tre chili di introduzione, vorrei dei testi VERI, di varie pagine. Ci sarebbe senz'altro un bel risparmio di carta.
Gli editori accetterebbero di vedere così ridotti i loro introiti?
Potrebbe convenirgli, visto che al momento la mia scuola di pensiero è "non comprare l'antologia e fai lavorare la fotocopiatrice". Peccato che non abbia mai potuto metterla davvero in pratica perché l'antologia l'ha sempre adottata qualcun altro per me.
Vantaggi analoghi si potrebbero avere con i libri di Educazione Musicale, ripensandoci.
Sì, in quel caso il risparmio ci sarebbe.
Sono malpensante se dico che disfarsi dell'antologia così come la conosciamo si rivelerà un'impresa improba?

STORIA: qui cascheranno un bel po' di asini, temo. Un manuale di storia ci vuole, e non basta un testo scritto, ci vogliono le illustrazioni, gli esercizi, le cronologie e tutto il resto. Ma in effetti un bel testo elettronico di appoggio per gli approfondimenti, altre immagini, documenti, laboratori etc, sarebbe proprio carino. Un anno potrei fare il laboratorio sulla rivoluzione francese e le guerre napoleoniche, un anno invece tormentare i miei sventurati allievi con le varie rivoluzioni inglesi del Seicento fino a fargli chiedere pietà in ginocchio e un anno fargli fare un bello studio parallelo sull'evoluzione delle armi e dell'esercito. Anche lì, pagare solo quello che si è effettivamente scaricato, a fine anno. Qui gli editori dovrebbero darsi effettivamente da fare e non tutto andrebbe stampato: spesso le immagini risultano molto migliori sullo schermo che nella stampa.

GEOGRAFIA: qui varrebbe perfino la pena di sfidare la giungla dei cavi elettrici, anche solo per le carte geografiche e tematiche e le varie tabelle. Un testo di appoggio su carta ci vuole, si capisce. Ma, ad esempio in terza, si potrebbero scegliere gli stati da studiare e perfino l'impostazione con cui studiarli. Per fare qualcosa di adeguato gli editori dovrebbero decisamente darsi da fare, ma il risultato potrebbe essere entusiasmante, specie se in classe si dispone di una bella lavagna digitale. In effetti i libri di geografia sono quelli in maggior trasformazione (a volte con risultati orripilanti) e la materia è molto elastica, potrei quasi dire liquida, e dunque un bel testo liquido potrebbe essere assai profittevole da usare.
Tra l'altro gli editori non avrebbero più scuse per rifilarci testi ancorati agli avvenimenti di cinque anni fa e tabelle con i PIL e gli indicatori economici vecchi e decrepiti.

Ci arriveremo?
Oh sì, ci arriveremo. Non in tre anni ma ci arriveremo, specie per storia e geografia. Prima o poi gli editori si accorgeranno che l'esistenza di san Google rischia di rendere sempre più inutile una buona parte della loro produzione...

8 commenti:

  1. Questione vastissima, ma se hai letto gli interventi di Noa, credo che siano già sufficienti per individuare la linea di azione di alcuni (pochissimi) editori, che, tra parentesi, da anni lavorano sugli e-book (veri), senza che ci fosse bisogno del ministero per dare la spinta.
    Così, en passant, direi solo che l'uso degli e-book dovrebbe escludere il ricorso alla stampa via stampante, costoso e antieconomico rispetto al libro di carta;
    secondo, gli e-book andrebbero pensati come multimediali, per cui se io leggo Moby Dick e mi parlano di una balena, cliccando sopra la parola dovrei arrivare a una schede scientifica, o magari a una clip del film con il grande Gregory Peck;
    terzo, non solo computer, ma e-reader, per ora costosissimi e non sempre disponibili in Italia; oppure un luogo nel Web che serva da contenitore, dal quale prendere ciò che serve;
    quarto, mano a mano che si scende negli ordini di scuola, vedo gli e-book sempre meno "utili" (mentre un manuale di anatomia, scaricato su un e-reader, con tutti i collegamenti -fatte le debite proporzioni, come quei richiami di cui parlavi ieri per i libri di storia- sarebbe senz'altro più economico e più utile); resta il fatto che per le elementari e le medie, il libro di carta ha ancora un suo bel perché.

    Credo che l'idea degli e-book sia buona, se vengono fatti con criterio, solo dove servono, e con criteri nuovi, e con tutto il tempo che ci vuole (Noa, per esempio, parla di anni, non di pochi mesi). Credo che non tutti conoscano le implicazioni della finanziaria. Credo che il rischio sia che le quattro o cinque grandi casa editrici che si dividono il 70, 80% del mercato distribuiranno libri soliti, con un'appendice di esercizi banalmente ricopiati sul web e questo sarà il loro ottemperare alla legge.

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  2. Non voglio entrare nel dibattito teorico sui libri elettronici. Mi fermerò molto prima. Ho appena terminato, dopo varie consultazioni, la compilazione di un preventivo per aggiornare l'aula informatica della mia ex-scuola (su sollecitazione degli amministratori locali). Quattordici calcolatori, server amministratore, programma di gestione di rete, adeguamento rete e connessioni wireless solo diciottomila euro. Senza contare la sostituzione del software, che con il nuovo sistema operativo deve essere quasi tutto sostituito. Il contributo statale serve tutto (e non basta) per il funzionamento ordinario, la quota dell'amministrazione comunale per i beni in conto capitale è di duemilacinquecento euro l'anno (quando va bene). Come l'aggiorniamo l'aula di informatica? Possiamo giocare una schedina al superenalotto o firmiamo cambiali? Non parliamo poi dell'aspetto privato della strumentazione informatica. Se la scuola introduce nuovi strumenti questi strumenti devono essere accessibili a tutti.
    Con questi presupposti il dibattito sui libri elettronici resta molto interessante, ma solo un dibattito tra addetti ai lavori. No euro, no party.

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  3. Post interessante ed interventi precisi e adeguati.
    Sono d'accordo con tutti voi e altro non aggiungo anche data l'ora tarda....
    Sono quasi fuori "connessione"...

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  4. Quella che delinea il Grigio è un po' la situazione di tutte le scuole.
    Ma, a parte questo, credo che la questione del libro elettronico debba anche tener conto che lo strumento di lettura del libro elettronico non deve essere per forza a carico della scuola.
    Intendo dire questo: se il libro elettronico si usa a scuola (e questo, secondo me, avrebbe poco senso, a scuola ci sono e devono essere usati altri strumenti) potrebbe essere appoggiato a un sito, quindi su computer, quindi la scuola deve avere computer e software adeguati.
    Ma se il libro elettronico si usa a casa, ecco che sarà la famiglia a dovrsi far carico di computer oppure di letturo (e-reader) adeguato. Oggi come oggi, ucon gli e-reader che viaggiano intorno al cinquecento e passa euro, chiaro che la spesa conviene solo a un universitario o a un liceale (ho appena pseso 300 euro per aggiornare il parco libri di una figlia, seconda liceo classico, esclusi vocabolari e atlanti; se avessi speso 600 euro per un e-reader quattro anni fa, ma poi i testi mi fossero stati forniti su e-reader, c'avrei guadagnato assai).
    Questo però significa che la scuola deve acquistare la licenza per i libri e poi distribuirla. Con circa dieci euro a testa (si possono chiedere agli studenti a inizio anno) si copre la spesa e si danno i libri a tutti.
    O per lo meno, si sanno i libri a tutti se l'editore lo consente (qui c'è tutta un'altra discussione sui file aperti o chiusi)..
    Comunque, se interessa, qui:
    http://tecnica.bibienne.net/2009/07/19/questo-blog/
    c'è il prmio tentativo di rendere aperto, liquido, elettronico, un libro di testo. Siccome è di educazione tecnica, magari al Grigio interessa.
    Mentre qui:
    http://civiltainrete.bibienne.net/
    c'è la stessa cosa per uin libro di storia (ma delle superiori).
    Guardate soprattutto nelle colonne a destra.

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  5. Ciao!
    Sì, la questione è complessa e la normativa è scellerata.
    Ci vorrà del tempo, e chissà l'evoluzione cosa ci porterà a fare. Però se non si parte non si arriva, e così si prova :D
    Sui testi digitali penso di aver detto di tutto, nel mio blog e in giro per la rete...
    Per quanto riguarda l'aula informatica (@ il grigio), io penso che il problema sia proprio la sua esistenza. Non dovrebbe esserci, ecco tutto :D

    Noa

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  6. @ il Grigio

    Non potrei essere più d'accordo, tanto più che nella scuola DELL'OBBLIGO a certe cose dobbiamo stare particolarmente attenti. Già che mi viene in mente: non è che avrebbero dovuto partire da un qualche tipo di convenzione e protocollo sugli standard? Perché non è immaginabile che la famiglia si accolli nuova strumentazione informatica oltre a quella che già possiede e Microsoft ha una smodata tendenza da sempre a fare cose compatibili a malapena con sé stesse; e gli editori, tutti hanno la deplorevole tendenza ad appoggiarsi a Microsoft.. e c'è sempre qualche macchina e qualche connessione e qualche programma dove gli accessi non funzionano.

    @ Noa
    Onoratissima della tua visita ^__^
    Secondo me la normativa non è scellerata, è solo inapplicabile. So che gira la teoria che la legge sia stata fatta per favorire Alcuni Grossi Editori e può darsi che l'intenzione ci sia, ma secondo me non caveranno un solo pesciolino dal buco che si accingono a fare nell'acqua, perché ogni giorno i Grandi Editori dimostrano chiaramente con atti, pensieri e parole di non capire un accidente della rete e ben poco di scuola. E' anzi molto probabile che il grosso del business finirà nelle mani dei "piccoli" e che questo porterà ad un notevole rinnovamento nella struttura dei libri, liberandoci da certe convenzioni ormai calcificate in cui l'editoria scolastica si è incrostata.
    E di sicuro le cose in qualche modo si sistemeranno, a forza di tentativi e di aggiustamenti. Ma non fra due anni, soprattutto andando avanti di questo passo.


    @ La Prof

    D'accordissimo che il libro su carta ha il suo perché, per certe materie e certi ordini di scuola. Anzi, d'accordissimo un po' su tutto, ma se la scuola rifila gli e-book all'utenza, non può cavarsela dicendo all'utenza "qua continuiamo a usare la carta, a casa usate la parte elettronica".
    Senza contare che l'insegnante, per adottare un e-book, dovrà pur vederlo e studiarlo e lavorarci un po' su, e dovrà essere messo in grado di farlo anche a scuola.
    Insomma, la strada è lunga e complessa e al momento piuttosto impervia. Vedremo cosa combineranno per l'anno prossimo, SE combineranno qualcosa. Che è tutto da vedere.
    Ricorderai bene, immagino, la storia del portfolio, arenato e affondato ancor prima della celebre ammiraglia Vasa perché nessuno si è preso la briga di definire cosa doveva essere e come andava fatto...

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  7. Come madre di una studentessa di scuola superiore, da un paio d'anni sento ventilare l'ipotesi di utilizzare gli e-book quali libri di testo.
    Premetto che io sono una grande utilizzatrice informatica (praticamente lavoro solo con il pc e lo uso sia nel tempo libero che per attività extra-lavorative), e che sono tendenzialmente portata all'innovazione tecnologica, ove possibile.
    Però ho anche una vera e propria adorazione per i libri e per la carta stampata.
    Infatti è raro che io non stampi documenti acquisiti in internet per leggerli direttamente sulla carta e archiviarli per successive consultazioni.
    L'e-book sarebbe molto comodo, sotto certi punti di vista. Specialmente per il carico di zaini e cartelle. Ma la situazione tecnologica delle scuole (e di molte famiglie) la conosciamo bene. Molti non avrebbero la possibilità di rimanere al passo con gli altri.
    E se si dovessero stampare gli e-book, verrebbero ad avere un costo molto maggiore dell'acquisto del libro di testo cartaceo.
    Per cui non sono molto favorevole a questo tipo di "scambio". Al limite lo vedrei bene come un'integrazione. Testi più specifici e specialistici, in e-book, che affianchino i normali testi di studio in dotazione. Per approfondire alcuni argomenti o per aiutare gli studenti nello studio (magari con schemi, illustrazioni, esercizi on-line).

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  8. Benritrovata, Fire ^__^
    Se sei perplessa tu, immagino cosa pensino i genitori meno informatizzati. E in effetti viene il sospetto che uno degli scopi, nemmeno reconditi, della legge, sia di forzare insegnanti sprovveduti ad adottare libri che genitori ancor più sprovveduti dovranno pagare a caro prezzo, magari facendoli stampare in convenzione con gli editori...
    Fortunatamente gli editori sembrano a loro volta piuttosto sprovveduti in materia (i Grandi Editori, intendo, i grandi elefanti con i piedi di balsa che imperversano nella nostra editoria) e a proteggere tutti c'è santo Emule, che credo darà una regolata a parecchi.

    Staremo a vedere!

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