sabato 4 luglio 2009

Rivalutare il piffero


Chiamasi "piffero", con forte connotazione dispregiativa, quello strano flauto in plastica colorata (i colori più gettonati sono il beije cappuccino-annacquato e l'arancio fuoco) con cui i nostri sventurati alunni cercano, guidati dai loro insegnanti, di produrre suoni tollerabili all'orecchio umano, spesso fallendo miseramente ma non necesariamente per colpa loro.

Da quei micidiali flauti infatti è quasi impossibile tirare fuori suoni melodiosi (ricordo solo due eccezioni, uno dei quali era un allievo rom alle prese con la Primavera di Vivaldi) ma è invece facilissimo torturare un innocente fino a fargli quasi perdere il lume della ragione: chi ha sentito un'intera classe steccare il tema conduttore di Titanic sa cosa intendo.
E dunque con l'andare degli anni mi ero convinta che il flauto in plastica fosse il peggio del peggio del peggio, musicalmente parlando.
Meglio la tastiera.
Molto, molto meglio la tastiera. Proprio non c'è confronto.

Poi è arrivato l'esame di quest'anno. Niente ricerche di storia della musica e monografie su Chat Baker, i Queen e Stravinski. I ragazzi suonavano un brano scelto da una rosa di quattro: tema principale del Lago dei Cigni, Inno alla gioia, Yesterday e un Minuetto di autore ignoto.
Niente armonizzazioni, suonavano le note nude e crude, con una mano sola, su una base elettronica che il professore mandava dal computer.

Sia chiaro che non ho nulla contro la musica elettronica. Mi sono sempre piaciuti i Depeche Mode, ho comprato i dischi dei Kraftwerk, sono consapevole che gli Emerson Lake & Palmer hanno fatto ottime trascrizioni al sintetizzatore dei Quadri di un'esposizione e di Fanfare For the Common Man.
Non ho niente nemmeno contro le basi al computer: come tutti quelli della mia generazione ho felicemente ballato sulle basi di Moroder cantate dalla bella voce di Donna Summer.
Però, ecco, le basi al computer si fanno in tanti modi. Alcuni le fanno bene e alcuni le fanno male, ma quelle del mio collega di musica arrivavano (nel loro abominio) là dove nessuno è mai giunto finora. E avevano dei tempi da far venire l'orticaria, specialmente il Lago dei Cigni.
Che poi, niente armonizzazione, si suona con una mano sola, i tempi sono per forza quelli della base, insomma l'intervento del ragazzo si riduceva a un malinconico pi-pi-pi sulla tastiera, mentre il resto della commissione si sfavava oltre ogni umano dire e faceva le sue brave ipotesi sul come mai non c'è classe, per quanto mansueta, che col professore di Musica di St. Mary Mead non faccia casino.

Meglio, molto meglio il flauto di plastica arancione. Possibilmente senza base elettronica.

4 commenti:

  1. Certamente, meglio il Drago (che se non altro avrebbe potuto divorare il suo collega in un boccone solo, liberandoci dal tormento).
    Ma mi era sembrato di capire che il Drago fosse comunque un elemento molto valido, anche senza confrontarlo col nostro....

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