Anche se non avevo puntato la sveglia mi sono svegliata lo stesso poco dopo le otto: uccellini che cinguettano, sole che brilla eccetera eccetera. Dopo un pigro caffé in giardino e una rapida scorsa alle notizie della notte mi sono messa a riflettere come conveniva organizzare la scaletta della mattinata: dovevo lavarmi i capelli, prima di tutto, farmi una bella colazione alta perché gli esami cominciavano alle due e mezzo e per arrivare a St. Mary Mead ad ora acconcia dovevo partire da dov'ero (che non era casa mia) con una buona ora di anticipo e prima c'erano due o tre cose che dovevo....
Suona il telefono.
"Pronto?" chiedo placidamente. Qualcuno che cerca i padroni di casa, probabilmente. Chi mai avrebbe motivo per chiamarmi a quest'ora del mattino?
"Professoressa Murasaki?"
"Sono io. Mi dica"
La voce si fa interrogativa "Parlo con la professoressa Murasaki?"
Chi è 'sta torda? E che vuole? Perchè mi chiama e si meraviglia tanto se le rispondo?
(In realtà la poveretta era convinta che fossi rimasta vittima di qualche orribile incidente lungo la strada. A St. Mary Mead mi conoscono come uno specchio di puntualità, anche se chi mi conosce fuori dal lavoro stenta a crederlo).
"Sì, sono io".
"Ma... ti stiamo aspettando per gli esami!".
"ESAMI?!? Ma non erano nel pomeriggio, gli esami?"
"No, erano per stamani alle otto e mezzo".
E così tutto è diventato di colpo molto meno rilassato. Nel giro di otto minuti, dopo aver compiuto una singolare quantità di azioni che non credevo potessero richiederne meno di venti, sfrecciavo verso St. Mary Mead, dove sono arrivata due minuti dopo le dieci. Naturalmente i miei affezionati colleghi non si sono persi in vane recriminazioni perché
1) eravamo già abbastanza in ritardo anche così
2) if looks could kill they probably will, e dunque perché sprecare parole?
Per limitare i danni, il VicePreside aveva suggerito di avviare gli orali senza chiedere le mie materie. Non era forse una procedura del tutto ortodossa ma almeno non prevedeva tentativi di sequestro di persona o simili e ormai si era visto che i genitori non intendevano piantare grane al minimo pretesto. Insomma abbiamo concluso in ritardo, certo, ma non quanto temevamo - e il Ripetente si è ben guardato dal fare scena muta, ma anzi col suo filino di voce ha fatto un orale tutto sommato accettabile - dunque tutto è bene quel che finisce bene.
Dice: "Ma non avevi controllato l'ora degli esami?".
Ma certo che l'avevo controllata. Un'infinità di volte. Controllo sempre con molta attenzione, io, perché non vorrei mai, sbagliando l'ora, rischiare di creare disturbo a colleghi e alunni.
"Cioè, non sei nemmen capace di leggere un orario che anche i più scarsi elementi della classe, Ripetente incluso, hanno decifrato senza alcuna difficoltà?"
Per l'appunto.
Ops.
RispondiElimina(esami movimentati, eh?)
:-)
Ooooooooh! Meno male che non sono solo (a sbagliare gli orari). :-)
RispondiEliminaIl Grigio