Islam: una cultura dalle mille faccie (molto belle, di solito - in particolare quelle architettoniche)
La cronaca che vado a narrare risale a una supplenza breve fatta nel 2003 in una scuola "abbastanza-bene" di Firenze - cioè la scuola di un quartiere piuttosto benestante, utenza medio-alta, qualche straniero ma non allo stato brado, famiglie ben presenti, ragazzi abbastanza disciplinati e ragionevolmente disponibili allo studio.
Era in corso un'epidemia di influenza e feci diverse sostituzioni. Una mattina, in una cosiddetta ora buca, finii in una seconda. Loro facevano un po' di esercizi di matematica, io preparavo la lezione di storia per la mia classe.
Ad un certo punto alzo gli occhi e mi guardo intorno. Sulla parete davanti a me, alcuni cartelloni che guardo distrattamente. Poi vedo quello centrale che titola:
"ISLAM: UNA CULTURA DALLE MILLE FACCIE".
Ora, niente di male se un ragazzo sbaglia, in fondo sono qui per imparare. Lo si rampogna con garbo, si prende un altro cartellone e si ha cura che i titoli vengano redatti in modo ortograficamente ortodosso. Però devi accorgerti che c'è un errore.
Tra l'altro un cartellone del genere si fa per storia o per geografia, entrambe materie insegnate da un docente (glom) di italiano. Qualche blanda domandina in seguito ad un approccio dei ragazzi mi permette di appurare che l'insegnante di italiano in questione ha diversi anni più di me.
Mi immergo in profonda meditazione.
All'ora successiva sono libera davvero, così ne approfitto per fare il verbale del consiglio di classe di due giorni prima: in quella scuola (come in tutte le scuole di Firenze dove ho lavorato) il coordinatore faceva anche da segretario e per le seconde era quasi sempre l'insegnante di lettere; nella fattispecie, era l'insegnante che sostituivo.
Prendo l'apposito registro e il foglio degli appunti, poi do una scorsa ai verbali precedenti per vedere come vengono fatti di solito.
"Vengono dunque elaborate le fascie".
Rileggo con attenzione. Sono fascie, senza dubbio. Non quelle per bendare i feriti ma quelle in cui di solito vengono suddivisi gli alunni di una classe, a seconda del rendimento.
Anche la collega che sostituivo aveva diversi anni piu' di me, e aveva compiuto i suoi studi molto prima del Perfido Sessantotto notoriamente responsabile di ogni male nella scuola - proprio come l'altra collega, quella delle mille faccie dell'Islam. Entrambe queste signore hanno raccattato una laurea in Lettere e insegnavano da decenni.
Quel giorno in me iniziò ad insinuarsi il dubbio che, forse, anche la gloriosa scuola del passato qualche suo piccolo problemino a volte lo avesse.
Alcune culture hanno mille faccie. Altre, a quel che sembra, ne hanno una sola - che è bene coprire con un burqa di quelli molto, molto spessi.
un anno ho preso una seconda.
RispondiEliminaquando ho letto la relazione finale dell'anno precedente mi sono messa le mani nei capelli: se la docente di italiano scriveva in quel modo (errori ortografici, di sintassi, di punteggiatura) in che condizioni avrei trovato la classe? è stato un anno duro...
e se un'insegnante spiega che " un po' " si scrive con l'accento, o ti fa leggere una relazione dove mancano 37 virgole e poi ride e dice che lei con la punteggiatura non va d'accrodo, com'è che poi insegnerà?
RispondiElimina"Da cordo". Incollato il foglio con la pianta provvisoria della classe sulla cattedra, chiedevo ai colleghi il loro parere. Questa una risposta (prontamente rimossa).
RispondiElimina"120°". Somma degli angoli interni di un triangolo. Autore: architetto abilitato all'esercizio della professione durante l'orale di concorso a cattedre (per fortuna non il progettista della scuola). Non tutti siamo così, ma sono tra noi.
"Non tutti siamo così, ma sono tra noi" è una bella sintesi e rende bene il punto.
RispondiEliminaIn tempi in cui ti scassano tanto con la formazione del docente, l'eccellenza del docente e la qualità del docente non si capisce perché non si curi la licenza media del docente, tanto per cominciare.
Non sono in grado di istituire una relazione diretta tra l'erroraccio sul cartellone e l'insegnante deputata a correggere(a livello di causa), ma sicuramente cia-gia e company non saranno mai un punto forte per quegli alunni.
RispondiEliminaMurasaki, ci sono errori che i prof non possono permettersi.
Una volta ho trovato scritto sulla finca degli argomenti, sul registro di classe, Leopardi, "Zimbaldone".
Immagino la tua meraviglia.
@ Mel
RispondiEliminaNo, non mi meraviglio. Posso magari indignarmi, ma non meravigliarmi.
La differenza è che alle superiori questo tipo di errori non sfugge mai ai ragazzi e spesso scredita l'insegnante in modo irreparabile - ma alle medie capita che non se ne accorgano e anzi facciano sistematicamente in un dato modo perché "lo ha detto l'insegnante".
Insomma, si fidano ancora, tenerelli...
Si, probabilmente lo e
RispondiElimina