Ritengo di essere una persona ben disposta verso le cosiddette "uscite", e in tutta sincerità le ho sempre trovate assai utili non solo come simpatici diversivi che spezzano la monotonia curricolare e aiutano la classe a socializzare, ma anche per le loro specifiche funzioni didattiche.
Detto questo, l'uscita al carrozzone "Le scuole si presentano" per l'orientamento l'avevo fissata proprio malvolentieri, e solo e soltanto perché ci andavano anche le altre terze di St. Mary Mead e i miei allievi se la pregustavano praticamente dal primo giorno dell'anno. E allora amen, per venire incontro all'unico desiderio irragionevole espresso dalla classe in tre anni ho sacrificato tre delle mie preziose ore frontali, dato la mia disponibilità come accompagnatrice e mi sono financo sobbarcata l'incomodo di fare il biglietto cumulativo. Poi, giunto il Malefico Giorno, mi sono armata di pazienza, ho radunato la frotta con le altre colleghe e con loro mi sono diretta alla stazione con spirito assai più da volontariato che didattico.
Ho scoperto con piacere di aver avuto torto: di mattina la manifestazione non era affollata, e i ragazzi hanno avuto modo di visitare i diversi stand ricevendo adeguata attenzione; inoltre i due istituti alberghieri di Firenze avevano allestito uno spazio dove alcuni alunni servivano salatini e dolcetti fatti con le loro mani e bevande calde e fredde - ottima pensata perché trasformava in occasione didattica anche la propaganda, permetteva ai ragazzi in visita di confrontarsi ai loro pari, ristorava la collettività e faceva del loro spazio il più affollato e apprezzato. C'erano altri istituti che avevano messo in mostra i prodotti dei loro allievi (ceramiche, ad esempio, vestiti e stampe) ma naturalmente non potevamo mangiarli.
La visita mi ha dato anche l'occasione di aggiustare una situazione delicata: la Cerbiatta già dalla fine della prima ha espresso molto timidamente il desiderio di fare il liceo classico - timidamente ma con costanza. Lei e la famiglia sono però divorati dalla Grande Paura che la fanciulla non si riveli all'altezza.
Io il liceo classico l'ho fatto, conosco tonnellate di insegnanti che ci lavorano e so come funziona. Non esiste un tempo e uno spazio in cui una fanciulla dotata di pazienza, buona volontà e disponibilità allo studio non possa sbarcare onorevolmente una licenza liceale. Ho provato a trasmettere a lei e alla famiglia questa mia solare certezza, ma senza particolari risultati; sospetto anzi che il mio atteggiamento un po' disincantato verso il Grande Liceo gli abbia scombinato i piani mentali - d'altra parte, ripeto, io l'ho fatto e so che non morde, ma forse ho sottovalutato l'aura leggendaria che può avere agli occhi degli abitanti di un paesello di provincia (?). Sta di fatto che han cominciato a parlare di liceo classico paritario (ovvero di uno strano istituto in un paese vicino che gode di una pessima reputazione) pur avendone uno pubblico e di buona fama pochi chilometri più in là.
Comunque ieri mattina mi si è offerta l'occasione di rimediare: facendo un po' di vasche tra gli stand ho incrociato il MIO liceo, uno dei due prestigiosi licei fiorentini, e una vecchia amica che ci insegna da qualche anno. Dopo i consueti convenevoli si è svolta la seguente conversazione:
- Ma voi al classico siete molto stronzi?
- No, per niente.
- Perché io ho un'allieva che vorrebbe etc. etc.
- Non c'è problema, mandala qui. Tra l'altro può venire ad assistere a una lezione, e quando vedrà come sono casiniste le nostre quarte capirà che non deve farsi problemi.
Così ho cercato la Cerbiatta e gliel'ho spedita, insieme alla sua amica Cignoappiccica i cui genitori (giustamente) non vogliono spendere 3000 euro l'anno per mandarla al paritario, ma che gradirebbero assai vederle fare il classico per ragioni di prestigio. La Cerbiatta, richiesta dell'esito dell'incontro, mi ha garantito che si sentiva molto più rassicurata (quanto a Cignoappiccica, non ha mai avuto particolari problemi di autostima).
Al banco dell'Istituto Agrario ho preso un bel poster che riproduceva una stampa del 600 e l'ho attaccato in classe, dove ho un paio di ragazze seriamente tentate in quella direzione.
Tra uno stand e l'altro ho anche trovato il raffreddore. A quel che sembra, aspettava solo me.
Ecco, bello. Da noi invece saran tutte le scuole del circondario a invaderci, distribuite per la scuola, raggiunte dai giovani virgulti in ansiosa attesa.
RispondiElimina(e intanto io ho consegnato stamattina i consigli orientativi ben compilati al Preside. Scritti in verde...)