Come tutte le scuole medie anche noi ci abbiamo i nostri laboratori.
Gran bella parola, "laboratorio": evoca immagini di scintillanti file di provette e alambicchi ripieni di liquidi dai più vari colori, atelier di pittura o di falegnameria, acceleratori di particelle...
Da decenni i Laboratori sono entrati nella vita degli insegnanti delle medie. La Riforma Moratti li ha ufficializzati. "La scuola" pontificava il ministro "deve indirizzare l'alunno anche verso il 'saper fare' oltre che il 'sapere': è importante dare il giusto risalto alla parte operativa". Ci aveva pure ragione, ci aveva.
Che poi, siccome le attrezzature costano anche se non pretendi di allestire il tuo piccolo acceleratore di particelle per far vedere ai ragazzi com'è stato il Big Bang, si è andata affermando da sempre la consuetudine di rifilare il più dei laboratori all'insegnante di Lettere, anche perché una o due insegnanti di Lettere in più il CSA non li negava mai.
Il che toglieva molta manualità al "saper fare" perché l'insegnante di Lettere, povera anima, allestisce magari un Cineforum, qualcosa di collegato al Teatro, qualche avvincente laboratorio di Storia... e una valanga di laboratori di Lettura, Lettura Espressiva, Scrittura Creativa, Giochi Linguistici & Affini, oltre all'indispensabile Laboratorio di Latino che i Genitori (per motivi a me del tutto incomprensibili) si ostinano a richiedere.
Tutta roba interessante e utilissima, per carità, ma non sempre improntata al massimo della manualità. Anche se poi la parte operativa ci deve sempre essere, ti spiegano, con un Prodotto Finale da far vedere ai Genitori.
"Che cavolo di Prodotto Finale vuoi che ci sia in un laboratorio di latino?" chiede l'insegnante un po' perplesso.
"Fate un cartellone".
"Ma i cartelloni si fanno anche nelle ore curricolari. Quelli che ci sono in classe non li abbiamo mica fatti nei laboratori!".
"Scusa, che altro Prodotto Finale vuoi fare, in un laboratorio di latino?".
"Ah beh, sì beh..." (chitarra e Enzo Iannacci in sottofondo).
Anche a St. Mary Mead abbiamo i nostri laboratori, si capisce. C'è il Laboratorio di Scienze, quello di Arti Applicate, quello di Informatica, quello Linguistico. Ecco, magari le attrezzature non sono numerosissime né modernissime, se si rompe qualcosa riaverlo è un vero problema; però i Laboratori ci sono. Un po' scheggiati, un po' malridotti - perché le attrezzature, usandole, si logorano (ma guarda un po'); anche se gli insegnanti sono bravi, anche se i ragazzi ci stanno attenti. Basterebbe qualche soldo in più e avremmo dei Veri e Scintillanti Laboratori; ma lassù nelle Alte Sfere del Ministero, dove si puote ciò che si vuole, è stato stabilito che il Laboratorio è soprattutto uno stato d'animo interiore, che non necessita di particolari finanziamenti.
E' risaputo che i ragazzi godono come tinche frequentando laboratori di ceramica, carpenteria, pasticceria, sbalzo su rame. Ma un laboratorio di Lettura Espressiva costa talmente meno...
Altro particolare di cui, nelle Alte Sfere, sembrano fregarsi alla grande è che il Laboratorio va amorevolmente preparato, coltivato e studiato e non si improvvisa da una settimana all'altra (salvo, forse, quelli di Lettura Espressiva). Le scuole medie attualmente traboccano di precari, che un anno ci sono e l'anno dopo chissà dove andranno. Quasi tutti i laboratori, dunque, vengono improvvisati dall'inizio di Settembre se non dai primi giorni dell'anno scolastico - ed è risaputo a chiunque ci si sia cimentato, che in queste condizioni cominci a capire bene come gestire un dato laboratorio solo verso metà dell'anno.
Il Laboratorio più fragile, in queste condizioni, è Teatro. Grande invenzione, il Teatro alle scuole dell'obbligo. Utilissimo sul piano didattico. Qualche ora di teatro riesce a cementare una classe o un gruppo come niente al mondo riuscirà mai a fare. I ragazzi si sciolgono, acquistano fiducia in sé stessi e si divertono come pazzi. Solo che Teatro (incredibile ma vero) va saputo fare, non è che ti basta avere una laurea in lettere per venirne a capo automaticamente. Richiede una formazione specifica, che magari qualche insegnante (non necessariamente di Lettere) possiede, ma non puoi darla per scontata.
Certo, a fare teatro a scuola, come tutte le cose, si impara. Un buon corso di formazione potrebbe facilmente trasformare un insegnante anche imbranato in un coordinatore teatrale almeno accettabile. Ma ormai da tempo è stato stabilito che i corsi di formazione per insegnanti servono soprattutto a insegnargli a insegnare letteratura (cosa, in verità, non sempre difficilissima per una persona laureata in letteratura come spesso siamo noi di Lettere), e rappresentano soprattutto una fonte di guadagno per l'Università e non uno strumento formativo per l'insegnante medesimo... vabbe', questo è un discorso lungo e pure piuttosto doloroso.
Ad ogni modo, se mezza scuola è in mano ai supplenti annuali il laboratorio di teatro salta, triste ma vero. Con grande dispiacere dei ragazzi, ma salta.
E così quest'anno, a St. Mary Mead, niente teatro.
Io quest'anno mi ero accordata con una collega di Lettere che ha una prima come me la comune collega di inglese per allestire il musical Cinderella, ma ci pensi? Un musical! In lingua originale! Poi, delusione: nell'orario non è stato possibile l'unione di noi tre nello stesso pomeriggio. Viene a mancare proprio l'insegnante di inglese, quindi addio Cinderella. Forse teatro di prosa.
RispondiEliminaPensa che io faccio il "laboratorio" di consolidamento italiano (!), con sei stranieri e due italiani. Oggi mi hanno chiesto di spiegare il compito, che non avevano capito niente.
RispondiEliminaComunque, per la fine dell'anno il nostro prodotto sarà una statua a grandezza naturale della gelmini, fatta con la mollica di pane recuperata dai panini che alla mesa buttano via.
@palmy
RispondiEliminaNon ci posso credere: ben TRE eroiche insegnanti sono disponibili a sobbarcarsi una roba complicata come la preparazione di uno spettacolo del genere, e la scuola non fa di tutto e di più per rendere la cosa possibile?
Che vi devo dire, meglio per voi e peggio per i ragazzi.
E complimenti per il coraggio!
@la prof
se mettete da parte un po' del sugo avanzato nei piatti e lo usate per una bella scritta sotto la statua, il "prodotto finale" potrebbe essere anche molto pertinente al tuo laboratorio: è risaputo che le prime parole che si imparano in una lingua straniera sono quelle... come dire... insomma, quelle meno educate ^__^