Il mio blog preferito

sabato 31 dicembre 2022

Aspettando il 2023


 La morte dell'anno vecchio, la nascita dell'anno nuovo... sempre di riti di passaggio si tratta.
E forse questa è solo una fanciulla che va a passeggio la notte dell'ultimo dell'anno con due amici, e si porta giustamente dietro un po' di luce per non inciampare.
In ogni caso, l'importante è brindare. A lungo.
E guardare con fiducia a quel che deve arrivare.

Qui custodiet ipsos custodes? (una storia di scuola per la fine dell'anno)


Durante l'estate ho fatto un po' di esercizi di scrittura. Uno di questi prevedeva la scrittura di un racconto costruito principalmente con dialoghi. Mentre cercavo spunti per la trama me ne è venuta in mente una del tutto inverosimile e priva di ogni riferimento a fatti e persone realmente esistite, e ho pensato di proporre qui il risultato delle mie fatiche. Naturalmente la qualità della scrittura è quella che è, come ho detto si tratta solo di un esercizio scritto tanto per fare.

Erano le quattro del pomeriggio. Le operazioni di scrutinio di fine anno della 2F procedevano in tutta regolarità.
Durante l'anno la classe aveva lavorato molto bene, tanto che tra le proposte di voto non c'era nemmeno una insufficienza. Anche così, tuttavia...
Con voce cantilenante il coordinatore leggeva i voti proiettati sul grande schermo elettronico. Avevano ormai passato la boa di metà classe ed era il turno di Alessio Muratori.
-Italiano, Storia, Geografia 8, Matematica e Scienze 9, Inglese 8, Spagnolo e Tecnologia 9, Arte 9, Musica 6, Scienze Motorie 8, Educazione Civica 9, Religione distinto, Condotta 8.
-Una bella scheda - commentò il preside.
-Sì, è molto bravo - provò a tagliar corto il coordinatore - Adesso c'è Natalini...
-Però c'è quel 6 a Musica - continuò il preside mielato.
"Eccoci all'acqua" sospirò in cuor suo il coordinatore.
-Non si potrebbe alzare almeno a 7? Per rendere la scheda più omogenea... Professoressa Della Guardia...
La supplente di Musica, arrivata da poche settimane, era sulle spine - Preside, non ho avuto tempo di fare molte prove. Nell'unica verifica fatta in questa classe Muratori non è andato male, ma i voti precedenti non erano granché, c'era anche un quattro e mezzo.
-Sì, ma in una scheda così bella questo sei...
-Questo è uno scrutinio. Noi ci limitiamo a fotografare la situazione, ma non sta scritto da nessuna parte che una scheda debba essere omogenea. Muratori ha diritto come chiunque altro ad avere delle preferenze tra le materie - intervenne Matematica con la consueta acidità.
Il preside ringambò cercando di evitare la tempesta - No, certo, era solo un suggerimento...
-Vogliamo votare per alzare il voto rispetto a quanto proposto dalla collega? - chiese brusco il coordinatore - Quanto a me, io sono contrario.
Nessuno intervenne. Il preside bofonchiò qualcosa di non facilmente interpretabile.
In cuor suo il coordinatore tirò un sospiro di sollievo (con la 3D era andata assai meno liscia).
-Bene, passiamo a Natalini - disse riprendendo il consueto tono cantilenante - Italiano e Storia 7, Geografia 8...
Brav'uomo a modo suo, quel preside, ma quella fissa di alzare i voti a tutti i costi era proprio un peso, a volte. Il risultato era che chiunque arrivasse allo scrutinio con qualche 5 - i 4 erano ormai da tempo diventati impronunciabili - stava sempre a giustificarsi a mezz'ore, e se poi per disgrazia il Qualcuno non era di ruolo le giustificazioni non bastavano mai se il Consiglio non faceva una vera e propria alzata di scudi... una grandissima scocciatura, ammettiamolo.
Quella volta, comunque era andata di lusso, e se la domanda di trasferimento del preaide fosse stava accolta, l'anno seguente ci sarebbero stati di nuovo, finalmente, degli scrutini normali.

Muratori padre guardava compiaciuto la scheda del figlio sullo schermo del telefono  - Proprio bella, ora la stampo e gliela faccio trovare quando torna. Ma, un momento... perché soltanto 6 a Musica?
-Sei? - Muratori madre guardò un po' schifata - A Musica, poi, che non è nemmeno una materia che conta. E quella è una supplente, arrivata proprio alla fine dell'anno, non può abbassargli i voti così, lo ha visto a malapena per qualche settimana. Chi si crede di essere?
-Davvero mi sembra che si sia imposta un po' troppo - convenne Muratori padre - Come dici tu, è l'ultima arrivata. Avrebbe dovuto consultarsi con i colleghi, non fargli abbassare la media così.
-Non si può far nulla?
-Non saprei - Muratori padre rifletteva - Ormai gli scrutini sono stati fatti. Ma forse...
-Il preside può intervenire, secondo me. Potremmo chiamarlo e parlarci. Dopotutto con una scheda così bella mi sembra un vero peccato...
-Assolutamente, non si gioca così con i ragazzi. Lui è bravo, si è impegnato...
-Si è sempre impegnato, anche l'anno scorso aveva quasi la media del 9.
-Sì, dobbiamo fare qualcosa per rimediare a questa ingiustizia - confermò Muratori padre uscendo dal registro e riportando il telefono alla sua funzione primaria.
-Ci parli tu o ci parlo io? - chiese la madre.
-Meglio io, tra uomini ci si intende meglio. Tu passeresti per la solita madre che è sempre dalla parte del figlio, mentre sappiamo benissimo che non è così.

-Il preside mi ha telefono - raccontò la supplente di Musica - per dirmi che il padre di Muratori l'ha chiamato ed era molto seccato per il 6 di Musica. A quanto mi ha fatto capire, era schifato soprattutto perché c'era stato tanto rigore per una materia secondaria come Musica.
Il coordinatore si strinse nelle spalle - Cazzi suoi, che motivo c'era di chiamarti? E poi Musica non è affatto una materia secondaria, e comunque non ci sono materie di primo e di secondo livello, nella scuola media.
Di questo il coordinatore era fermamente convinto. Non tutti la pensavano in quel modo, ma lui sì.
La supplente di Musica si strinse nelle spalle - Sì, buttata giù così ha dato molta noia anche a me. Però il preside sosteneva che la cosa migliore, vista la situazione, era cambiare i voti in maniera da legittimare un 8.
Il coordinatore rischiò seriamente di strozzarsi col caffè.
-Rendere valido?!? Non c'è niente al mondo che possa rendere valido un 8 a Musica a Muratori, salvo una riapertura in piena regola degli scrutini previa convocazione del Consiglio di Classe al gran completo e una votazione  a maggioranza per alzare quel cazzo di voto, dove almeno io di sicuro voterò NO. Come gli è venuto in mente a quell'uomo...
Si interruppe e guardò la collega - Non gli avrai dato retta, spero?
Ma l'espressione un po' confusa e vagamente colpevole della collega non dava adito a speranze.
-Sul momento non... cioè, non sembrava nemmeno a me ma era il preside a chiederlo, e quindi dovevo obbedire anche se non ero convinta. Dopo mi è venuto il dubbio, ma ormai l'avevo fatto. Però ho continuato a pensarci e più ci pensavo più mi sembrava tutto molto strano. Secondo te cosa avrei dovuto fare?
-Dirgli di prendere una corda e andarsi a impiccare senza nemmeno insaponarla! - ruggì il coordinatore.
Adesso Musica era preoccupoata - Vuoi dire che ho fatto male?
Il coordinatore si sforzo di controllarsi, riportandosi alla mente la giovinezza e l'estrema inesperienza della collega, alla sua seconda supplenza.
Il vero problema era un altro, naturalmente. Giovane e inesperta, d'accordo, e il mondo è pieno di insidie. Maccheccazzo, un preside sta dove sta appunto per controllare che tutto avvenga a norma di legge, non per tendere insidie agli insegnanti giovani e sprovveduti approfittando della loro ingenuità.
-Stammi a sentire - le disse con gentilezza - Ti parlo come parlerei a mia figlia - il fatto che non avesse figlie era in quel momento un dettaglio del tutto irrilevante - Non hai fatto bene e hai agito con leggerezza ma hai delle grosse attenuanti, prima fra tutte il fatto che hai obbedito a un superiore di cui ti fidavi. Ma questo ti deve servire da lezione. Non farlo  mai più, chiunque te lo chieda, e se lo fai sii consapevole che quel che fai non solo non è giusto, ma è anche illegale. E adesso guardiamo quel che è successo dopo.
Tirò fuori il telefono e aprì il registro. Votazioni, scrutini, 2F, Muratori...
Fece un leggero fischio - Accidenti, quell'uomo è davvero stordito. Non solo ha alzato il voto da sei a otto, ma facendolo ha pure tolto tutte le assenze di Musica di tutto il quadrimestre a tutta la classe. Pensa come sono strani i ragazzi della 2F: anche quando sono assenti, magari per malattia, vengono comunque a scuola per fare l'ora di Musica! Se casomai a qualcuno venisse in mente di fare un controllo, questi scrutini ormai non sono buoni nemmeno per pulircisi il culo.
Adesso la supplente di Musica era davvero preoccupata - E adesso che succede? 
-Adesso succede che gli scrutini della 2F non sono più validi, ma non ci conviene dirlo a nessuno perché ci andresti di mezzo anche tu.

Tuttavia il coordinatore lo disse a tutti i colleghi del Consiglio, e con orrore scoprì che le cose erano anche peggiori di quel che credeva: Matematica per esempio cascò dal pero e si indignò assai, ma Arte conosceva già tutta la storia.
-Sì, il preside ha chiamato l'Operatore Digitale e le ha fatto alzare il voto. Me l'ha raccontato ieri dicendo che il preside farà ristampare il tabellone dei voti per farcelo nuovamente firmare - spiegò molto tranquilla.
-Ah, per me può chiedere quel che gli pare, io un nuovo tabulato lo firmerò solo dopo che il Consiglio si è di nuovo riunito per riaprire gli scrutini e avrà votato per il cambio di voto, al quale comunque voterò contro.
-Ma se voti contro gli scrutini non saranno più validi - disse Arte apprensiva.
-Quegli scrutini ormai non potranno mai più essere validi, qualsiasi cosa votiamo o firmiamo - ruggì il coordinatore - C'è stato un illecito amministrativo, e anche bello grave!
Arte, che era ormai di ruolo da quasi quindici anni, sgranò gli occhioni - Ma no, se lo dice il preside...
-Sì, e se il preside ci dice di buttarci dalla finestra è nostro preciso dovere farlo, certo. Per quanto, se a buttarsi giù fosse l'Operatore Digitale sarebbe una buona idea, se non altro la smetterebbe una volta per tutte di fare cazzate!
-Ma tu non credi che...
-No!

E dunque, a ben guardare, quel grandissimo stronzo del preside era stato proprio bravino: aveva contentato quella testa di cazzo di Muratori padre, ma dal canto suo era stato molto attento a non sporcarsi le zampette e l'illecito l'aveva fatto fare alla supplente giovane e all'unico capace di entrare negli scrutini già sigillati e cambiare il voto senza lasciare tracce (anche se, in effetti, di tracce ne erano state lasciate fin troppe).
Tirata questa conclusione il coordinatore si fece un severo esame di coscienza e chiese scusa sia agli stronzi che alle teste di cazzo, tutta gente per bene che non si meritava paragoni tanto offensivi.ù
Infine disse una calda e sentita preghiera perché il preside ottenesse il trasferimento; perché, se costui non l'avesse ottenuto, sarebbe stato purtroppo necessario a settembre andare a farci due chiacchiere affinché questa storia di alzare i voti agli scrutini, e perfino dopo gli scrutini non si ripetesse più; e, lasciando stare qualsiasi considerazione sulla sgradevolezza di quel colloquio, la sola idea di rivolgere ancora la parola a quell'individuo gli dava un gran voltastomaco.

-Ma ti rendi conto? Proprio il preside, quello che dovrebbe garantire la correttezza di quel che facciamo, che si mette a manipolare il registro elettronico come un hacker da quattro soldi!
L'amica di vecchia data con cui il coordinatore si stava sfogando sembrava piuttosto divertita da tutta la storia. Ormai da parecchi anni insegnava nel liceo più prestigioso della città e, al contrario del coordinatore, di informatica se ne intendeva abbastanza.
-Qualsiasi hacker da quattro soldi avrebbe saputo evitare la scomparsa delle assenze. Al vostro posto, devo dire, cambierei operatore digitale.
-Io, al mio posto, al momento cambierei anche cittadinanza, continente e pianeta. Davvero non so chi abbia fatto più pena in questa storia, se il genitore del ragazzo, il preside, l'operatore digitale o io che ho tanto strepitato ma non ho alzato un dito. E anche la supplente non ne esce tanto bene, se vogliamo dircela tutta.
L'amica sorrise - Oh, direi che tu puoi andare assolto, dopotutto dal punto di vista ufficiale non hai saputo nulla, e soprattutto non hai fatto nulla. Il genitore è senz'altro criticabile sul piano educativo, e il fatto che il vostro preside lo abbia accontentato non ha fatto certo arrivare un valido messaggio al ragazzo, ma so di genitori che han fatto anche di peggio: da noi un padre ha chiamato un amico che lavora per il  registro elettronico e quello gli ha aperto le schede di tutta la classe.
-Cosa?!? - il coordinatore non credeva alle sue orecchie - Ma non si può! La pricavy, la riservatezza, il divieto di accesso alle informazioni...
-Bah, la privacy ne va come la trippa del gatto, è risaputo. Il padre comunque si è segnato tutto ed è andato a protestare dalla nostra preside perché sua figlia aveva il voto più basso di tutta la classe.
-La preside lo avrà fatto squartare, spero! O almeno denunciato.
-Mo, la preside se lo è blandito per una buona mezz'ora per spiegargli che la valutazione era congrua e coerente con i voti ricevuti dalla ragazza e alla fine il genitore se ne è fatto una ragione.
-Ma almeno la tua preside non ha commesso illeciti amministrativi!
-In questo caso ha avallato illeciti altrui che non escludo rientrino nel penale. Sai, mi sembra un classico caso da Qui custodiet custodes.
Il coordinatore ci pensò su.
-A me sembra soprattutto un classico caso di imbecillità. Cosa fa questa gente quando ha un problema vero? Cerca di rapinare la banca d'Inghilterra?
-Nel caso del tuo preside cerca di mandarci qualcun altro, direi.
-Ah, allora non c'è problema: chiunque sia così stupido da dare ascolto al mio, spero ancora per poco, preside, è del tutto incapace di rapinare financo uno scaffale per il libero scambio di libri, e finirebbe dunque al più presto in galera.
L'amica di vecchia data si disse d'accordo con lui.

giovedì 29 dicembre 2022

Lo spirito di Natale e la forza del glitter

L'anno scorso una delle colleghe di inglese osò proporre, nientemeno che alla Seconda Capricciosa, un compito in cui ognuno degli alunni mandava un biglietto di auguri a un compagno estratto a sorte e, strano a dirsi considerando i rapporti interni tra quelle belvette, ne venne fuori una roba molto rispettabile, dove alcuni si scrissero messaggio molto lunghi, anche se la,parte grafica non era sempre delle più entusiasmanti. Conoscendo i miei pulcini contavo comunque che la parte grafica sarebbe venuta assai meglio alla Seconda Sfigata, così mi feci lasciare le istruzioni e le conservai amorevolmente.
L'influenza mi scombinò i piani, ma non tanto da costringermi a rinunciare al lavoretto di Natale, e così il 1 Dicembre ero a guardarmi le istruzioni.
Il primo passo consisteva nel trovare dei cartoncini in A4. Ma in effetti, perché proprio bianchi? Il bianco era certamente un colore assai natalizio ma noi disponevamo di grandissime quantità di cartoncini variamente colorati e...
Errore! Noi disponevamo di grandi quantità di cartoncini  ma adesso erano rimasti soprattutto quelli color nocciola, seppia, giallo solare e pure arancione.
"Sai, ne sono andati tanti per la serata dell'Opn Day" per indicare i varia viali dell'Introspezione e dello Sviluppo della Raffinata Interiorità. E insomma, che mi vada bene o non mi vada bene, cartoncino usato non torna più.
Avevamo però un certo quantitativo di cartoncini in A3 e una taglierina, così sono riuscita ad ottenere adeguato numero ci cartoncini in A4 bianchi, rossi, verdi, di un bel blu stellare e perfino  di un bellissimo viola Avvento che alcuni hanno decisamente preferito ad ogni altra possibilità.
Spiego che il cartoncino va piegato in due e le quattro facciate riempite il più possibile, che non correggerò gli errori né li conterò per il voto e infine che si accetta ogni tipo di effetto speciale compresi pannolenci, lana e glitter.
Ascoltano un po' perplessi ma per niente dispiaciuti e siccome sono ragazzi ben educati e vanno pure piuttosto d'accordo l'estrazione del destinatario dei loro auguri (fatta con i primi 20 numeri di una tombola trafugata all'aula di Sostegno) è accolta con nobile serenità, anzi qualcuno chiede pure un cartoncino per fare un biglietto supplementare per qualcuno scelto da lui.
Il resto procede liscio, e se i biglietti di auguri non si segnalano quasi mai per un testo di grande originalità, va riconosciuto che sul piano grafico e decorativo il risultato è eccellente e tutti assicurano di essersi divertiti molto. Unico, piccolo inconveniente è la quantità immane di glitter che i cari ragazzi hanno impiegato. Quel giorno e il successivo le classi dove lavoro, fosse anche  le Prime con cui non ho fatto alcun biglietto di Natale, si mostrano assai scintillanti, come la mia borsa ( che non portò mai in classe), la Sala Insegnanti, il mio borsellino, il computer, il tavolo dove correggo, le lenzuola verdi di Natale (no, non ho corretto i biglietti a letto)... e i baffi delle mie gatte.
Perché il glitter non è di quelle cose che si può usare di nascosto - giusto per avvisarvi se decidete di commettere un omicidio sotto Natale.

martedì 27 dicembre 2022

Gioca Jouer con i Longobardi, ovvero la Pesca Miracolosa


All'inizio del 1981 Claudio Cecchetto, da tempo dj di gran rinomanza ma ancora agli inizi di quella che è una brillante carriera tuttora in corso, si ritrovò a presentare il suo secondo festival di Sanremo e decise di occuparsi anche della sigla di apertura con un brano intitolato Gioca jouer.
Si trattava di una di quelle canzoni che alle mie orecchie non aveva alcun senso: non certo perché disapprovassi la musica disco, che anzi ne ascoltavo a carrettate e talvolta pure ne compravo; e nemmeno avevo niente contro le canzoni frivole, ché anzi più di una mi spinse ad aprire il mio scarno portafogli dove tuttavia qualche soldino per un disco c'era  sempre. Ma insomma Gioca jouer era una canzone che non mi capacitavo potesse minimamente interessare qualcuno. A quei tempi però l'offerta musicale via radio era talmente ampia che riuscii senza fatica a scansarla. Altri comunque la apprezzarono e fu un discreto successo, ma non di quelli che bucano gli anni - o almeno così credevo, ma è noto che ci sono anche successi che maturano lentamente, quasi sottotrama.

Quarant'anni dopo mi sono trovata una sera a cercare qualche piccolo video sui longobardi per alleggerire la lezione del giorno dopo, e come sempre per la storia medievale, prima di tutto ho bussato alla porta del prof. Barbero che alla rete risulta assai gradito. Chiaramente mi servivano dei riadattamenti più che una di quelle ottime conferenze di un'ora e passa che alle mie due prime di quest'anno sarebbero improponibili.
Prima di tutto ho tirato su con la rete un video mignon di introduzione che qualche benefattore sembra avermi tagliato su misura:
Breve ma ricco di spunti: il tema delle raffigurazioni del Medioevo, Teodolinda e Monza (con la corona ferrea che piace sempre e di mio ci posso aggiungere un piccolo excursus sulle forme delle corone) e infine le parole longobarde, che alla fine restano l'eredità più duratura che quel popolo ci ha lasciato insieme al suo nome.
Sempre sul tema delle parole ripesco poi due video già usati in precedenza e che fanno appunto parte del Barbero rifatto, ovvero pezzetti di conferenze cui sono stati applicati effetti speciali - e il primo riguarda specificamente le parole di guerra, sulle quali non è irragionevole insistere considerando che quasi tutte le abbiamo prese da loro:
è un video che si occupa più di parole longobarde in generale e che usa appunto come base Gioca Jouer, con un montaggio davvero brillante:

Mentre carico, una volta di più mi domando distrattamente chi sarà mai quell'oscuro benefattore che ha pensato di ripescare dalla naftalina l'ormai dimenticata pur se benemerita Gioca jouer quand' ecco che mi salta agli occhi un nuovo suggerimento: Gioca Jouer con Alessandro BarberoIncuriosita clicco e...


Ebbene sì, ci abbiamo pure le varianti, e vedere il buon Cecchetto che dalla sua postazione direttiva fornisce un quadro essenziale dell'argomento per poi passare all'elenco delle parole longobarde mi ha fatto molto ridere, così per non sbagliare metto anche quello sulla Classroom, iniziando a nutrire in cuor mio il sospetto che forse il successo di Gioca jouer è stato più duraturo di quanto non mi fosse sembrato a suo tempo.
La mattina dopo la conferma arriva: la classe guarda il video introduttivo, ascolta con paziente attenzione i miei tramezzi, guarda divertita i video...
"Prof, ce lo rimette e ce lo lascia ballare?".
"Volentieri" Barbero e Cecchetto ripartono con la loro lezioncina, i ragazzi ballano con impegno, poi suona la campana e apro la porta della classe.
"Prof, ci mette la versione originale, così balliamo anche quella?".
Li guardo assai sorpresa "Conoscete la versione originale?".
"Sì, certo!".
Naturalmente carico la versione originale, perché il cliente ha sempre ragione.
Un successo più duraturo di quanto mi fossi resa conto, in effetti.

* sì, mi rendo conto che parlare nella stessa frase di "carriera ancora agli inizi" e di "presentare Sanremo" sembra una contraddizione in termini, ma in quegli anni Sanremo era decisamente in fase di magra, e proprio nel triennio 1980-82 in cui lo presentò Cecchetto le sue quotazioni ripresero vistosamente a salire. Non ho idea se ci sia un collegamento tra le due cose ma il sospetto viene spontaneo, considerando la caratteristica costante di Cecchetto di trasformare in oro qualsiasi cosa toccasse

domenica 25 dicembre 2022

Felice Natale 2022

Oggi tutti noi* festeggiamo una data importante per la storia Europea: l'anniversario dell'incoronazione di Carlo Magno a imperatore, il compleanno di Newton eccetera.
E, di sicuro, tutti onoriamo la tradizione che ci porta in visita da parenti e amici, carichi di dolci e dolcetti e felici di strafogarci. Un bel momento conviviale*, talvolta un po' più speziato del previsto.
Auguri a chiunque passi da qui perché il pranzo sia ottimo e abbondante, i figli soddisfatti, i nipoti allegri ma con a disposizione grandi stanze o un giardino dove divertirsi a modo loro, visto che quest'anno il clima lo consente.
E che gli scheletri di famiglia restino ben chiusi negli armadi e i regali che ricevete che fate siano più che graditi, e le notizie dall'estero non siano troppo pesanti.
E felicità per tutti, si capisce.**

* tranne chi è a letto con una perfida influenza che toglie l'appetito, naturalmente
** anche per chi è a letto con una perfida influenza che toglie l'appetito

sabato 24 dicembre 2022

Aspettando Natale...


 ...e, nel mio caso, anche la guarigione dalla ricaduta della Perfida Influenza, un augurio per chiunque passi da qua di  trovare domattina sotto l'albero tutto quel che più desidera, e che la notte più magica dell'anno sia dolce per tutti.

sabato 17 dicembre 2022

La Terribile Influenza

"Che bello, finalmente un anno normale" ci siamo detti a Settembre contemplando soddisfatti le nostre classi senza mascherine. 
Certo, parlare di annus normalis a scuola è un po' come parlare di tigri vegetariane - magari da qualche parte qualcuna ce n'è, ma niente di rilevante sul piano statistico. Tutti comunque eravamo assai desiderosi di vivere qualche mese concentrandosi su questioni puramente didattiche, del tipo "Come interrogo Childerico, che ci ha le crisi di ansia da prestazione?" oppure "Se riprovassimo a mettere i ragazzi in gruppo a fare i cartelloni?". La più desiderosa di concentrarsi sul piano didattico era la nostra VicePreside, che dopo due anni infernali in cui l'unico compito cui riusciva a dedicarsi erano le sostituzioni - da improvvisarsi magari Domenica sera alle nove dopo la telefonata dell'ennesimo insegnante entrato in quarantena - ambiva a dedicarsi in fine a qualcosa di più pertinente al suo lavoro, e nessuno di noi mette in dubbio che il suo sia un desiderio più che legittimo.
Del resto quest'anno siamo ricolmi di insegnanti di sostegno, abbiamo pure un po' di potenziamento e ormai il Covid l'avevamo preso tutti a parte un gruppetto sparuto*
Tuttavia a Novembre è arrivata una  nuova ondata di Covid - una piccola ondatina riservata solo agli insegnanti delle medie di St. Mary Mead, che hanno anzi pensato, non avendo meglio da fare per passare il tempo, di prendersi una curiosa accoppiata: Covid e influenza, prima l'uno e poi l'altra o viceversa. 
Ora, è noto che il Covid qualche volta è una sciocchezza e qualche volta no; quest'anno a Novembre chi lo prendeva sceglieva di far parte della categoria "non è una sciocchezza" e stava a casa a tempi biblici. Ma l'influenza è stata perfino peggio.
E' una influenza luuunga, debilitante e perfida ben più delle solite influenze. E arriva da un minuto all'altro.
Il Giovedì dell'ultima settimana di Novembre mi sono alzata, vestita e diretta a scuola. Sono entrata sorridente e ben disposta verso il mondo. Quattro ore dopo, al termine della mia tutt'altro che improponibile giornata lavorativa, mi sentivo terribilmente stanca e le ginocchia mi facevano un gran male. Sono strisciata a casa, crollata sul letto e mi sono addormentata.
La mattina seguente, dopo aver guardato con disgusto la macchinetta del caffè che di solito colma di gioia il mio risveglio, mi sono resa conto che non solo andare a scuola non sarebbe stata una buona idea, ma che non sarei riuscita nemmeno a vestirmi. Ho telefonato, avvisato che non stavo bene e mi sono rimessa a dormire.

Dopo tre giorni di letargo e di febbre alta che andava e veniva sono se non altro riuscita a svegliarmi quanto bastava per parlare col medico e informarmi su dove facevano i tamponi nella mia zona. Avevo una gran tosse, un raffreddore fluviale ma anche una stranissima inappetenza che avevo provato soltanto ai tempi della malattia. Non è che mi mancasse il cibo: avevo grande abbondanza di verdura e carne fresca, cruda e cotta, volendo avevo a disposizione anche pesce e dolcetti natalizi, frutta di quattro varietà e pochi minuti di cottura mi avrebbero fornito numerose tipologie di primi piatti - ma il mio disinteresse per il cibo sconfinava col disgusto.
Possibile che la mia Perfida Malattia fosse tornata?
Boh, in teoria era possibile; ma che c'entravano la tosse, il raffreddore, la febbre e i dolori alle ginocchia? Quelli non erano sintomi che potevo collegare a una nuova defaillance delle mie budella.
Forse era Covid. E' noto che il Covid può avere sintomi di tutti i tipi, escluso il gomito del tennista e il ginocchio della lavandaia, e in effetti io non avevo né l'uno né l'altro.
Tuttavia, con mia grande sorpresa, prima il test casalingo cui mi ero sottoposta e poi il tampone ufficiale han dichiarato senza possibilità di dubbio che non avevo contratto il Coronavirus, anche se il tampone ufficiale è stato fatto in condizioni scomode, sotto una micidiale e gelidissima pioggerellina e in uno dei pochi momenti freddi di un inverno che per il momento si pò definire, almeno dalle mie parti, piuttosto mite - e questo non ha contribuito ad ammansire né la mia tosse né tantomeno il mio fluviale raffreddore.
Il Giovedì seguente, armata di un attestato di negatività al Covid e fiduciosa dopo una giornata quasi normale in cui avevo banchettato a tagliatelle al burro e parmigiano (pochine, però) sono tornata a scuola. Troppo presto? Vai a sapere. Il giorno prima ero stata piuttosto bene e poi mi ero stufata di stare a casa sotto le coperte, per quanto le gatte siano state delle bravissime infermiere e mi abbiano badato con grande sollecitudine. Come dire, a quel punto ero stufa perfino di loro.

Così sono iniziate le mie tre settimane di convalescenza. Non è che funzionassi male, a parte la tosse e una certa tendenza alla denutrizione - soltanto, verso mezzogiorno ero irrimediabilmente cotta. In compenso dormivo benissimo, e se non altro riuscivo a leggere (quando non dormivo, intendo).
Aggiungo che le ferrovie regionali han dato un loro valido contributo con un paio di guasti importanti sulla linea che mi han tenuto ben tre volte a candire al freddo e all'umido per tempi lunghetti, distratta da improbabili messaggi che ci promettevano treni in partenza per poi spiegare che detti treni erano stati soppressi.
A scuola comunque la mia presenza era assai gradita perché tutti si stavano irrimediabilmente influenzando (in compenso nessuno prendeva più il Covid, che era già qualcosa), e di conseguenza la VicePreside continuava vieppiù a impazzire per fare le sostituzioni, mentre gli insegnanti di sostegno si lamentavano dicendo che ogni tanto gli sarebbe anche garbato tornare a fare lezione al proprio alunno, così, giusto per vivere un'esperienza diversa.
E questo è il motivo per cui il mio amato blog è rimasto a prendere polvere per quasi un mese. Non che mi mancassero gli argomenti, ma accendere il computer fisso era davvero troppo stancante, e addirittura sono riuscita a fare l'albero soltanto il 10 Dicembre e solo con grandissima fatica. Fortuna che c'era il mio caro tablet, con cui riuscivo tutti i giorni a farmi una navigatina di circa quindici minuti (passati per lo più a leggere la posta della scuola).
Ieri è stata una giornata quasi normale, tanto che tornata a casa sono perfino riuscita a correggere qualcosina.
Vediamo se si riparte (ai commenti però rispondo domani, non posso strapazzarmi troppo).

* di cui tuttora faccio parte, incrociando le dita.

martedì 22 novembre 2022

E la Terza Capricciosa come va?

La cacciata degli angeli ribelli (prima metà del XVII secolo)
attribuita a Maffei o alla scuola di Marco Ricci
A sorpresa, il 31 Agosto io e la prof. Therral abbiamo scoperto che la Seconda Capricciosa, diventata ormai Terza, quest'anno non sarebbe più stata affar nostro: né io avrei avuto da tentare di farci Storia e Geografia né la prof. Therral avrebbe dovuto tentare di farci Italiano. Al nostro posto sarebbe subentrata la prof. Casini, decana della scuola e ormai arrivata all'ultimo anno di assai onorevole servizio.
Sembra che in effetti costei avesse vagamente accennato che le dispiaceva prendere una Prima che non avrebbe potuto portare in Terza - si sa, si dicono tante cose. Con tutto ciò non capisco perché rifilarle una tegola del genere, e in effetti non sembra averlo capito bene nemmeno lei. D'altra parte le classi le assegna il Dirigente Scolastico e non è cosa in cui gli insegnanti possano mettere bocca. 
Sono sempre stata usa ad obbedir tacendo, ma questa volta non ho taciuto. Quando, nella quieta tranquillità del mio salotto, ho letto l'assegnazione delle classi che mi regalava due prime invece di una e non mi assegnava alcuna Terza ho sgranato gli occhi, controllato con cura e poi ho cacciato un grido di trionfo - per fortuna le gatte erano tutte in giardino e non ho rischiato di traumatizzarle.
Dopo una breve danza di festeggiamento e un metaforico brindisi a champagne ho prontamente chiamato la prof. Therral.
"Hai visto la novità?" chiedo giuliva.
La prof. Therral non condivideva minimamente il mio entusiasmo, anzi era piuttosto mogia "Non capisco perché nessuno ci abbia avvisato o chiesto un parere" ha bofonchiato "E comunque io la vivo come una sconfitta".
Che fosse una sconfitta non c'era dubbio: se la Seconda Capricciosa fosse stata una classe dall'ordinario percorso e con qualche occasionale criticità credo che nessuno si sarebbe posto il problema di provare con un cambiamento.
"Le sconfitte si ammettono, poi si tira una riga e si ricomincia" predico con fare materno "D'altra parte ci abbiamo provato per due anni con tutte le nostre forze e non abbiamo cavato un ragno dal buco. Magari la prof. Casini ottiene qualcosa di più; del resto, che ottenga meno di noi mi sembra oggettivamente impossibile. E comunque sappiamo che il vero problema non eravamo noi, perché in teoria con noi stavano buoni". A parte lanciarsi fette di salame, svitare rubinetti dei termosifoni e soprattutto non studiare un accidente di niente per partito preso.
La prof. Therral bofonchia di nuovo qualcosa sulla sconfitta e sul fatto di non essere stata consultata e non sembra disponibile a vedere il lato positivo della situazione, che è il vedersi levata una rogna di dimensioni colossali; alla fine rinuncio a strapparle un cenno di legittima gioia.

Così la Terza Capricciosa ha iniziato l'anno con una nuova - e unica - insegnante di Lettere e una nuova insegnante di Matematica che ha finalmente finito la maternità e prende il posto del supplente che in condizioni normali avrebbe fatto un lavoro decoroso (come ha fatto con la Prima Sfigata, adesso Seconda).
La prof. Casini si è fatta descrivere la classe, poi l'ha studiata, in parte ha convenuto con noi e in parte no, com'è giusto visto che i ragazzi tendono a cambiare sette volte al giorno. Poi ha cominciato a lamentarsi pure lei.
Le cose non vanno granché bene. Se il lancio delle fette di salame non si è più ripetuto la situazione nel complesso non è migliorata né poco né molto. Per riassumerla basterà  la mirabile sintesi di Matematica: "Se provi ad andare sull'alternativo la buttano in caciara e non combinano niente, se fai lezione nel modo tradizionale magari stan fermi e zitti ma non ti filano né tanto né poco". Era così anche l'anno scorso, era così anche due anni fa. Con i professori non vanno d'accordo, tra loro hanno innestato una serie di faide che qualsiasi clan longobardo avrebbe trovato del tutto eccessive.
Così il Consiglio si è piegato al più classico dei rimedi, ovvero una piccola sospensione - che magari, chissà, potrebbe preludere a successive sospensioni più vaste. La Sala Insegnanti continua a raccogliere aneddoti dei più vari tipi. Io ascolto, scuoto la testa, depreco di tutto cuore e in cuor mio mi rallegro assai di esserne fuori. Non ho consigli da offrire, ché se ne avessi avuti li avrei applicati a suo tempo. Nei film a questo punto arriverebbe qualche presenza geniale e carismatica a ridare nuova vita e trasformare il branco di oche starnazzante in uno stormo di cigni, ma temo che gli sceneggiatori si siano dimenticati di noi.
Staremo a vedere.

sabato 19 novembre 2022

La nuova, innovativissima didattica DADA - 10 - Appunti di viaggio

Le nostre aule non sono esattamente così.
Oh no, esse non lo sono.

In preparazione della partenza della nuova, innovativissima didattica DADA sono state più volte richieste ai dipartimenti per materie lunghe liste di desiderata per arredare le nuove, innovativissime aule DADA. 
Tali liste sono state coscienziosamente compilate non meno di tre volte da tutti noi, e noi di Lettere ci siamo distinte per l'assoluta modestia e banalità di quel che avevamo chiesto: un tavolo che potesse servire da cattedra, una scaffalatura aperta e/o un armadietto, un po' di cancelleria, qualche banale sussidio eccetera. Perché sì, ci hanno spiegato che la nuova, innovativissima didattica DADA prevede grandiose novità didattiche, ma alla fine nessuno ci ha detto quali, a parte la pressante necessità di un approccio laboratoriale alle materie - che alla fine vuol dire tutto e nulla, e comunque quanto a laboratori la media di St. Mary Mead non è messa niente male, anche se Lettere rimane senz'altro il settore più tradizionalista. 
D'altra parte a Lettere fare un laboratorio non è complicato, bastano i soliti carta-e-penna e magari qualche libro.
Invece un armadietto nuovo o una bella scaffalatura aperta son cose che servono parecchio. Non sarannpo didatticamente molto innovative, ma servono: per esempio ci puoi tenere dentro i libri e la cancelleria, il cartoncino per i tabelloni eccetera.
Gli armadietti delle classi di St. Mary Mead, di cui è difficile dire se sono chiusi o aperti - perché un tempo, certamente, erano chiusi ma ormai gran parte degli sportelli è partita per un luogo dal quale non si ritorna - hanno prima di tutto il difetto della vecchiaia. E per carità, con l'età che ormai mi ritrovo sono la prima a dire che l'anzianità non è un difetto ma solo un modo di essere, e che quel che si perde in freschezza e ingenuità si compensa con l'esperienza e una sorta di similsaggezza che si forma per accumulo con gli anni dopo aver visto tante circostanze diverse e aver più o meno imparato a gestirle: resta il fatto che da ragazza avevo ben altro scatto quando mi muovevo, la mia pelle era più fresca e i miei eventuali malanni apparivano per sparire quasi subito senza lasciar traccia.
Allo stesso modo i nostri armadietti, che un tempo avevano certo il pregio... mah, va detto che anche da nuovi erano l'insulsaggine fatta armadietto: due ante, una chiave che serviva principalmente a tenere fermi gli sportelli quando li chiudevamo  e qualche palchetto all'interno, il tutto confezionato in legno chiaro e con un design spartano e spigoloso. Comunque da nuovi servivano a contenere la roba che ci mettevi e chiudendo le due ante la proteggevi anche dalla polvere.
Adesso l'esterno è slabbrato e scheggiato, i palchetti pericolanti, i cardini un po' capricciosi e le chiusure abbastanza avventurose. Contengono meno, reggono poco e hanno un tono piuttosto depresso. Vorrei vedere voi, dopo venti o trenta anni di lavoro, aperti e chiusi infinite volte tutti i giorni e continuamente riempiti delle più varie robe. Voglio dire, a una certa età e dopo tanti anni di duro lavoro, il pensionamento è un diritto.
Insomma i poverini tengono l'anima con i denti e non hanno affatto un tono  innovativo, anche perché sono stanchi sin nelle barbe.

Altrettanto può dirsi delle cattedre, con qualche aggravante in aggiunta.
Per quel poco che ho capito, nella didattica DADA le cattedre non dovrebbero proprio esserci, anzi è stata la prima cosa che ci han spiegato. Particolarmente cattedre come le nostre: classiche cattedre in formica e ferro con due cassetti a lato
ma quella della foto è una cattedra sciccosa al confronto delle nostre, anche perché se non altro è nuova e ha il piano di un bel verde, mentre noi abbiamo i ripiani di quel colore verdognolo pallido e malato che usava... sì, una quarantina di anni fa. E probabilmente quei cassetti si aprono e si chiudono senza difficoltà. Scorrono, insomma. I nostri... vabbé, forse non è stata una buona idea parlare delle cattedre, basti dire che fanno abbastanza pena. Insomma abbiamo cattedre, che sono del tipo più insulso e convenzionale, vagamente minacciose, e che sono molto malridotte (e anche da nuove temo che fossero brutte senza rimedio). Metterle in mezzo alla classe come prevede un certo tipo di concezione più moderna delle aule non ha molto senso, ma di fatto una cattedra brutta, vecchia e malandata non ha comunque molto senso in un paese che non è reduce da una guerra e non è uscito da un bombardamento a tappeto giusto una settimana fa.
Al momento però le nostre classi non hanno alcun tipo di arredamento innovativo, e dunque tanto vale tenersi le cattedre sbrecciate dal momento che l'insegnante deve pur stare da qualche parte e disporre di un piano d'appoggio; e a quel punto posizionarle in fondo alla classe con tutti i posti rivolti verso l'insegnante è una scelta magarti non molto innovativa, ma ha se non altro il pregio di una lunga tradizione che peraltro nessuno si sarebbe disperato ad accantonare. 
Quanto detto per lo stato di conservazione delle cattedre vale anche per i banchi e le sedie degli alunni, con l'aggravante che le nuove generazioni sono diventate via via più alte e insomma in Terza certi formati di banchi sono, come dire, un po' incongrui (volendo, anche un pochino offensivi).

In conclusione: abbiamo pareti decorate con improbabili citazioni latine e italiane e disegni vari fatti da apposita decoratrice, gradinate ingentilite da canzoni contro la mafia, segnalazioni rutilanti che portano al viale della Conoscenza  e al Piazzale dell'Introspezione, pouf colorati che cerchiamo di tenere lontani dagli alunni sennò ce li rovinano, una Agorà in formato mignon ma con un parquet di legno fragile, degli armadietti per gli alunni nuovissimi e coloratissimi ma autosmontanti; e poi armadietti e cattedre antidiluviane, classi disposte nel più arrangiato dei modi, banchi di non meno di sette formati diversi e sedie idem.
Nel mio cuore alberga l'impressione che le spese per la nuova, innovativissima didattica DADA siano state gestite con una certa qual mancanza di buon senso e con scarso interesse verso il benessere fisico degli alunni.

giovedì 17 novembre 2022

17 Novembre - Festa del Gatto Nero (post inclusivo, nessuno si senta escluso)

Com' è noto ovunque e a tutti, il gatto nero (oggi doverosamente festeggiato, ma in effetti personalmente lo festeggerei ogni giorno) è il più magico tra i gatti:


Anche per questo, oltre che per la sua innata eleganza che lo porta a intonarsi ad ogni sfondo, lo si vede spesso a fare compagnia a maghi e streghe, e anzi spesso li aiuta negli incantesimi, quando pure non si accolla la gran parte di cotal difficile lavoro.
Tutto questo avviene perché il gatto nero è magico, certo, ma anche perché è animale colto per eccellenza (come del resto lo sono tutti i gatti e gran parte dei felini).
Infatti non frequenta soltanto le biblioteche dei più esperti conoscitori di incantesimi, ma è anche presente ovunque vi sia una raccolta di libri degni di un qualche interesse. Questo perché ama tenere compagnia agli umani ben istrutti e saggi, sin da piccolo
ma anche perché lui stesso ama molto i libri e le buone letture,  e infatti notoriamente il posto più adatto al gatto nero non è (solo) vicino alla scopa della sua umana ma anche e soprattutto in libreria, dove si intona benissimo sia alle pubblicazioni di taglio più moderno che ai classici ben rilegati.

Auguri a questi splendidi felini, così ben rilegati in pelliccia nera, e possa il loro benefico influsso arrecare fortuna, benessere  e piacevoli letture a tutti noi; e auguri anche ai gatti diversamente neri e gli umani, in particolar modo a quelli che sanno avere cura dei gatti o dei diversamente gatti e riescono a conquistarsi il loro prezioso affetto.

domenica 6 novembre 2022

"Portiamo il Broccolo?" ovvero un libro del cavolo

All'inizio dell'anno ho chiamato i rappresentanti per chiedere i libri, sì come tutti noi insegnanti siamo soliti fare. Tutti me li hanno mandati con solerzia tranne uno che mi spiegò che in quel momento stava guidando, e se per favore potevo mandargli la richiesta via mail.
Promisi, riattaccai e mi dimenticai del tutto nel giro di circa sette secondi. E infatti non mi venne mandato un bel niente.
Il libro in questione era Letteratura, che quest'anno nelle prime settimane non ho adoperato perché ho preferito soffermarmi ancora sull'Eneide e in particolare sul viaggio di Enea nell'Ade.
A un certo punto però un angoletto del mio cervello ha realizzato che il libro di Letteratura non era ancora arrivato. A quel punto ho ricordato la richiesta del rappresentante e ho tosto provveduto a mandargli la mail.
Tuttavia a Storia stavo facendo l'ordine francescano e mi sembrava giusto, una volta tanto che il ritardo nella programmazione di Storia me lo consentiva, fargli leggere il Cantico delle creature, dal quale nullu mea klasse vivente pò scappare visto che è una poesia che mi piace moltissimo.
"Domani cominciamo Letteratura, quindi portate quella e non Epica come abbiamo fatto finora" avviso.
"Letteratura sarebbe il Broccolo?" chiede Gongolo a Dionisio.
"Sì, è quello" conferma lui. Poi vede il mio sguardo perplesso "E' per via del broccolo che c'è in copertina" mi spiega.
Broccolo? In copertina?
"Quando lo vede capirà" mi rassicura Dionisio.
La mattina dopo trovo il pacchetto dell'editore che mi aspetta in Sala Insegnanti. Apro il pacco e, in effetti...
Naturalmente anch'io adesso lo chiamo "il Broccolo": portate il Broccolo, fate gli esercizi da pagina 17 a pagina 19 del Broccolo, aprite il Broccolo a pagina 30 eccetera.
Tuttavia almeno due domande si impongono.
La prima, naturalmente, è "Ma questi cosa si son fumati?". 
La seconda, invece è "Chi è mai il misterioso personaggio verdevestito e dai capelli verdi a broccolo che è raffigurato in copertina?".
Non è insolito che una Letteratura porti in copertina l'immagine più o meno stilizzata di qualche autore: Dante, di solito, ma anche Leopardi o Manzoni. Qualche volta, anche, l'onore tocca a qualche personaggio: Orlandi più o meno probabili, fanti in trincea, Lorenzi e Lucie vagamente riconoscibili per convenzione e stilemi. 
Tuttavia costui non mi sembra Orlando né Dante né Manzoni, e tantomeno capisco perché sia stato dotato di una chioma da broccolo e di una espressione così palesemente sfavata. Non sto criticando, sia chiaro: anch'io credo che avrei un espressione tra lo scocciato e il machessedevefàpe'campà se mi avessero ciurmata in cotal modo e sbattuta in copertina.
Da notare che Il nuovo amicolibro, per quel che ho potuto vedere, presenta copertine abbastanza rispettabili. Questa per esempio è Epica:

non sarà Rembrandt, non sarà Tiepolo ma in fine è un disegno chiaro, onesto e si capisce benissimo il genere di brani che troverai lì dentro, che tra l'altro ti aiuta quando fai la cartella per il giorno dopo.
Ma tornando al Broccolo, trovo deplorevole anche che il  messaggio trasmesso all'utenza dallo sfavatissimo Uomo Vegetale in copertina risulti: "Fatevi coraggio, non c'è alcuna speranza che qua dentro troviate qualcosa che possa risvegliare in voi un qualsivoglia tipo di interesse: vi annoierete e basta, sopportatelo con pazienza".
Messaggio che tra l'altro non è nemmeno giusto: quasi tutti gli alunni infatti finiscono per sviluppare un certo affetto per qualche autore tra quelli proposti, e molti brani riescono effettivamente a toccare il loro cuore, per un verso o per l'altro: nessuno è un successo garantito, ma ogni alunno trova almeno un pezzettino di pascolo che bruca volentieri.

Per contro non posso che convenire come incoraggiare i ragazzi nell'età della crescita ad una alimentazione ricca di verdure - soprattutto di brassicacee - è un messaggio importante e molto utile da parte della scuola.
E tuttavia, non so...

(N.B.: Nei commenti al post i miei abili lettori spiegano l'arcano: l'Uomo-Albero sarebbe un tentativo di ritratto di Italo Calvino, vestito alla settecentesca in omaggio al barone rampante Cosimo, protagonista di uno dei suoi romanzi più famosi)

lunedì 31 ottobre 2022

Un Halloween normale? Chissà...


 Il condominio freme e i bambini si stanno bardando per la tradizionale caccia agli zuccherini.

Io invece sto lucidando la Nimbus 2000 per scappare altrove in cerca di sereni conviti. 

Buon Halloween a tutti, soprattutto ai gatti neri; felici zucche a tutti e possa questo Halloween finalmente normale preludere a un lungo periodo di quieta normalità.

(Dopotutto, sperare non costa niente e fa bene)


venerdì 28 ottobre 2022

Racconti di fantasmi - Montague Rhode James (con supplemento tolkieniano)

Durante gli anni 80 la casa editrice Theoria si dedicò senza risparmio a tradurre e pubblicare un gran numero di classici inglesi, anche molto famosi, di cui a malapena in Italia si era vista traccia. Tra i pregiati frutti di cotale lodevole impegno ci fu anche questo volume, che comprai a scatola chiusa visto che si trattava di un autore vittoriano e i vittoriani per i fantasmi hanno notoriamente un certo tocco, o per meglio dire hanno canonizzato il genere. E poi a me le storie di fantasmi piacciono molto.
I racconti di fantasmi contiene tutta la produzione fantasmatica di M. R. James, che è divisa in cinque diverse raccolte: I racconti di fantasmi di un antiquarioAltri racconti di fantasmi di un antiquario, Uno spettro scarno e altre storie, Avvertimento ai curiosi, Ultimi racconti e in appendice c'è anche un testo intitolato Storie che ho tentato di scrivere che contiene appunto una serie di tracce che non hanno mai decollato.
Al momento il volume completo è disponibile nell'edizione Newton, e costa anche molto poco. Non so però se si tratta della stessa versione. Circolano poi in libreria una certa quantità di selezioni e qualche edizione della prima raccolta I racconti di fantasmi di un antiquario. Non so perché quella è stata ristampata e le altre no, visto che qualitativamente non mi sembra migliore delle altre né molto diversa. Misteri dell'editoria.

Montague Rhode James era uno scrittore inglese, e dunque non c'entra niente con Henry James, che gli è quasi contemporaneo e ha scritto pure lui un sacco di racconti di fantasmi, anche se con un tratto molto diverso. Per continuare poi a parlare di scrittori americani ce n'è uno, non sprovvisto di una certa qualche fama nel campo dei racconti dell'orrore e della letteratura fantastica in generale, che invece da M.R. James ha tratto spunti e ispirazione, e ha sempre dichiarato di apprezzarlo molto: H. P. Lovecraft.
In sintesi, M.R. James rientra (in Italia) nel club degli Illustri Sconosciuti ma ha lasciato la sua bella traccia anche nella letteratura contemporanea.

I racconti sono stati scritti tra il 1893 e il 1930, mi sembra di capire al ritmo di uno all'anno, e M.R. James li scriveva per leggerli a Natale intorno al fuoco* ad amici e studenti dei college dove insegnava. Non ha mai scritto altro che storie di fantasmi per quanto riguarda la narrativa, ma è stato un illustre e stimato medievista e ha partorito un congruo numero di saggi di storia e letteratura. Gli archivi erano il suo pane e molti dei protagonisti o narratori delle sue storie sono studiosi, giovani o meno giovani, e spesso impegnati in varie ed erudite ricerche.
Il volume contiene 33 storie (più l'ultima), più o meno intercambiabili tra loro e con una certa aria di famiglia all'interno. Non si tratta però di storie ripetitive - il che ha del prodigioso, avendo avuto sempre cura l'autore di mantenersi in un canone con regole molto precise. Tutti questi racconti (a parte forse un paio) lasciano al lettore un senso di sottile angoscia e di inquietudine e una forte tendenza a guardare con sospetto anche gli oggetti apparentemente più innocui tra quelli che ci circondano**. Sono, di fatto, racconti dell'orrore e il concetto di ghost è inteso in una accezione decisamente ampia: non incontriamo solo persone vissute molti o pochi anni fa che portano rancore per i più vari e magari giustificabili motivi, ma tutta una schiera di alberi sospetti, gatti neri (due, e di fatto non fanno niente tranne esistere. Detto e non concesso che davvero esistano), fogli che si scrivono da soli, finestre che riescono ad essere aperte nonostante tutto, capelli insidiosi, tappezzerie decisamente pericolose, ragni oversize molto demoniaci, cespugli poco raccomandabili, cavalli discutibili, gradini pericolosi, case di bambole animate, stampe che narrano storie agghiaccianti, entità vendicative, ombre che sfidano ogni legge dell'ottica, tappeti e guide che se ne vanno per i fatti loro eccetera, e ci sono anche vicoli e strade che davvero è meglio non percorrere e persone che spariscono e non vengono mai più ritrovate, oltre a un quantitativo di scheletri più o meno completi davvero notevole.
Normalmente le storie cominciano in atmosfera molto serena, e spesso e volentieri il protagonista è un molto rispettabile studioso appassionato di ricerche storiche che, appunto nel corso di una ricerca storica, finisce per trovare molto di più di quel che stava cercando, vuoi che si tratti di oggetti o di manoscritti; talvolta si limita a riferire qualche storia del tempo passato di cui è venuto più o meno casualmente a conoscenza, talvolta si ritrova decisamente inguaiato e non sempre riesce a cavarsela. Quasi sempre comunque abbiamo un iniziale momento di pace idilliaca, magari accompagnato a qualche bellissimo paesaggio inglese - ma, scopriamo, niente sulla faccia della terra è più insidioso di un bellissimo paesaggio inglese, in particolar modo durante i lunghi pomeriggi d'estate o nelle belle sere di primavera.
Alla fine dei racconti il lettore non ha mai le idee davvero chiare su cosa sia successo davvero, ma quasi sempre ha la vaga impressione di aver capito l'insieme - salvo poi incontrare notevoli difficoltà quando cerca di rimettere insieme i tasselli perché, gira e rigira, manca sempre qualcosa. E' infatti teoria apertamente dichiarata di M.R. James che il lettore non deve capire tutto - immagino perché una precisa ricostruzione dei fatti sia a modo suo rassicurante e non lascia quindi al lettore quel sottile senso di angoscia di cui quasi sempre si va a caccia quando si legge un racconto dell'orrore.

Infine una notarella letterario-filologica-culturale: a quel che sembra nella cultura anglosassone i ragni sono portatori del Male e in qualche modo collegati con le streghe. Mi rendo conto che non è di quelle scoperte che sconvolgono la vita, ma in effetti non ci ero mai arrivata, anche perché nella cultura mediterranea i ragni sono magari non amatissimi quando te li ritrovi in casa, ma guardati senza troppa ostilità e talvolta perfino considerati di buon auspicio e portatori di futuri guadagni, senza contare la tradizione mitologica che li vuole discendenti da una figura della Grande Dea, Aracne, trasformata appunto in ragno dopo aver perso una sfida nell'arte della tessitura con Atena. Da notare che la sfida fu persa non perché Aracne non tessesse a meraviglia, ma perché si divertì a tessere tutta una serie di sciocchezze fatte dagli dei.
Comunque sia era una bella ragazza, con un nome che la collega all'Arianna di Teseo che alla fine venne invece trasformata in una corona di stelle, abile tessitrice e vittima di un maleficio di Atena - insomma, una storia tra donne.
Sta di fatto che i racconti dell'orrore anglosassoni pullulano di ragni, in particolar modo quando entra in scena una strega, e si tratta di ragni chiaramente inviati dal demonio, senza contare che una cartolina di Halloween non è degna di questo nome senza qualche ragno. Tutto ciò ai miei occhi illumina di nuova luce (...beh, luce per modo di dire, visto che i ragni a quanto sembra sono solerti servitori del tenebrosissimo dimonio) i ragni di Tolkien, tutti discendenti da una Grande Madre, Ungoliant, che aiutò nientemeno che a seccare gli Alberi della Luce a Varda (il tutto senza dimenticare l'Aragog di Harry Potter, che comunque è maschio e in realtà è solo una creatura interessante, secondo i personalissimi parametri di Hagrid).
Colpevolmente, le antologie scolastiche raramente si occupano di M.R. James (e, se dobbiamo dire la cruda verità, sono parecchio avari anche quando si tratta di H.P. Lovecraft, che è un vero scandalo). Visto che i diritti editoriali di entrambi sono ampiamente scaduti immagino che il problema consista nella lunghezza, anche se in entrambi i casi si tratta di una lunghezza molto relativa e molto adatta ai tempi della scuola - a meno che il vero problema non stia nel fatto che fanno abbastanza paura; io comunque li ho elargiti spesso ai miei alunni, e sempre con grande successo. Mi sento di raccomandare in particolare Una storia dei tempi di scuola, ambientata in un college e che praticamente qualsiasi Seconda o Terza che mi sia passata tra le mani ha avuto il piacere di apprezzare, ma anche Cuori strappati e La mezzatinta hanno riscosso i loro bravi successi e quest'anno potrei provarci pure con La casa di bambola animata che contiene tra l'altro anche una garbata parodia del tema del traghettatore vincolato al suo traghetto ma che cerca di liberarsene.

Con questo post commemoro il Venerdì del Libro ed auguro buone letture e un tenebroso Halloween a chiunque passi di qua.

*del resto, i racconti di fantasmi per gli inglesi sono un genere natalizio per eccellenza e non a caso il Racconto di Natale per eccellenza è appunto una storia di fantasmi.
** al tema è anzi dedicato uno degli ultimi racconti La malignità degli oggetti inanimati.