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sabato 21 marzo 2020

Piattaforma, ti amerò


La Grande Proletaria si è mossa. Con il prevedibile rutilare  di 730 avvisi al giorno, più o meno discordanti tra loro (giusto per dimostrare che sappiamo perderci in una goccia d'acqua anche col salvagente senza che la Segreteria, per una volta, ne abbia la benché minima colpa) alfine qualche giorno fa la piattaforma su GoogleSuite è partita. Ma non per usarla, oh no, non ancora. Prima andavano mandati gli indirizzi mail a tutti gli alunni.
"Ecceccivorràmmai" penserebbe Chiunque.
Ma il signor Chiunque non vive evidentemente a St. Mary Mead e non sa che non tutti i nostri millenial hanno una casella mail, né loro né i genitori. C'era ad esempio un piccolo gruppetto che accedeva al registro elettronico solo attraverso terzi, o non accedeva del tutto - e sorvoliamo pietosamente sugli alunni di elementari e materne, che il registro elettronico ancora non ce l'hanno.
Murasaki si affaccia un attimo dal suo paravento e scopre due cose di cui aveva già vaga contezza, ma che non aveva mai realizzato appieno:
1) tutto il pianeta (tranne lei) naviga su What'sUp ma non tutti hanno una casella di posta elettronica e
2) un sacco di gente non ha un computer.
La seconda, ai miei occhi, è assolutamente lunare. Non ho automobile, non ho televisore, non ho smartphone ma non sono assolutamente capace di immaginare una vita senza un computer. Non dico un bel computer stabile da scrivania a schermo grande, come il mio, ma almeno un bel portatile?
Perfino il mio tablet formato A4 ai miei occhi è poco più di un complemento d'arredo: utile per la navigatina appena sveglia mentre sorseggio il caffè, compagno fedele nei mesi di ospedale e nei primi tempi della convalescenza, quando arrancare fino alla sedia e alzare gli occhi sullo schermo era una fatica improba, utile colonna sonora mentre stiro o mi preparo per uscire*, sì. Ma in condizioni almeno vagamente normali la mia ricca vita informatica passa attraverso il mio adorato computer fisso e, in alternativa, attraverso il fisso della Sala Insegnanti a scuola.
Mi ero fatta un po' fuorviare dal fatto che tutti quelli che conosco hanno un computer. Poi sono venuta a scoprire che non proprio tutti quelli che conosco hanno un computer, e qualcuno si arrangia a fare tutto con lo smartphone, cosa che a me sembra spaventosamente scomoda. Qual è il vantaggio di consumarsi gli occhi a compilare il registro elettronico, poniamo? O di guardarsi un video con la lente d'ingrandimento?
Ma in effetti anche navigare sulla piattaforma con lo smartphone è un vero strazio, mi assicurano in tanti. Prendo atto e non commento, in base all'aureo principio che "Esiste il silenzio".
Odio le piattaforme didattiche. Mi irritano. Mi suscitano sdegno misto a profonda pena. Non la voglio, la vostra pulciosa piattaforma didattica. È brutta, antipatica e irrita il mio aristocratico sentire. Non ne voglio nemmeno sentir parlare. Mi viene il latte alle ginocchia solo a pensarci. Uffa!
Tutto ciò lo penso con grande intensità, ma chiusa in un dignitoso silenzio e nel mio aristocratico isolamento mentre un gruppo scelto di docenti dei tre ordini del Comprensivo dà la caccia a tutti gli alunni, uno per uno, con trappole e mute di cani ed esche soporifere senza darsi pace finché tutti loro, volenti o nolenti, non sono muniti di un indirizzo mail. 
Parlo di "aristocratico isolamento" perché dalla scuola non mi chiama quasi mai nessuno, e quando mi chiamano scopro che ci sono una vera infinità di decisioni che non mi sono state comunicate. Nel silenzio della mia casetta, per compiti e lezioni mi sono basata esclusivamente sul mio buon senso in mancanza di direttive esterne e, strano ma vero, sembra che non abbia sbagliato quasi nulla.
Chi mi chiama esordisce sempre con "Oh quanto ti invidio, tu che non hai What'sUp! In questi giorni stiamo veramente impazzendo".
"Non è colpa di What'sUp, è colpa vostra che non lo sapete usare" penso in cuor mio "Beh, a questo punto comprarmi uno smartphone non è semplicissimo, temo. La verità è che mi sento molto inadeguata" mento spudoratamente prima di prendere atto delle istruzioni.
"C'è il problema dei compiti dati a casa. La preside dice che dobbiamo valutare anche quelli".
"Beh, mi sembra inevitabile" dico domandami dove mai sia il problema: allo stato dell'arte, solo quelli possiamo valutare, e se vogliamo dare una valutazione ai ragazzi converrà che in qualche modo li conteggiamo, ci piaccia o no.
In effetti mi sono ingegnata, dal mio paravento, a dare dei compiti un po' strutturati e un po' creativi, così magari si divertono a farli e non trovano dove copiarli. Forse.
"E poi adesso dovremo fare le lezioni in videoconferenza".
Beh, sì. Capisco che non sia il massimo nella vita, ma non vedo alternative. E sono talmente stufa di gente che si lamenta perché la lezione in videoconferenza non è la stessa cosa che la lezione dal vivo che ho finito quasi per adattarmi all'idea.

Infine dalla direzione centrale di St. Mary Mead aprono i cancelli. La piattaforma è pronta, possiamo cominciare e invitare i ragazzi.
Entro nella piattaforma, dominando il mio aristocratico disgusto, apro i corsi con l'aiuto di una gentil collega e comincio a invitare i ragazzi.
Poi entro nella piattaforma, vagamente schifata e comincio a spulciare qua e là.
Questo non mi riesce, questo non so che farmene, questo...
Vagolo, navigo, apro qua e là.
E comincio a divertirmi. 
Oh, si può personalizzare il banner?
Oh sì, magari ci sono cose più importanti da fare ma... non pretenderete mica che mi tenga un banner anonimo di colore uniforme? Nossignori, ne voglio uno diverso per ogni corso!
Impiego un tempo davvero assurdo per il primo, ma alla fine imparo quali immagini posso usare e come.
Gli argomenti. Comincio a preparare le cartelline con gli argomenti, e a dividere i compiti che mi arrivano per posta in cartelline, a seconda della classe. Ma poi scopro che possono arrivare direttamente sulla piattaforma, che al contrario dei programmi del mio computer apre quasi tutto. Wow!
Apro le tabelle per i compiti, scoprendo che posso restituirli corredati di commenti. Scopro che ci sono le domande. Scopro che ci posso fare un compito intero, con le domande. Scopro che...
In fondo io di piattaforme didattiche ho usato solo quella del corso dell'anno di prova, e non c'è dubbio che fosse davvero mencia anche per quell'epoca.
E insomma, per farla breve son qui che passo le giornate col giocattolino nuovo,  divertendomi come un bambino in pasticceria a caricare video sui temi più improbabili (canzoni comprese), immaginette di Lady Oscar, auguri per la festa di San Patrizio (nella classe in cui abbiamo appena finito l'Irlanda) e insomma ormai mi mancano solo i draghi - e se solo avessi avuto una classe di italiano non mi sarei fatta mancare nemmeno quelli.
Giusto stamani ho fatto il mio primo file a produzione autonoma, comprensivo di schemino e immaginetta. Ancora ieri li facevo con la videoscrittura, ma fatti sulla piattaforma vengono molto meglio.
Insomma, alla faccia di tutti e di tutto mi sto divertendo. Un sacco.

* perché un tempo uscivo. Sembra strano da ricordare, ma a volte lo facevo perfino due volte nello stesso giorno. E a volte, addirittura, rientravo tardissimo.

6 commenti:

acquaforte ha detto...

Come già ti scrissi nella Nostra Piattaforma Privata,dovresti scrivere un libro " la scuola vista da una dama hejal catapultata in Italia nel XXI secolo". Tutto è troppo divertente.
La prima cosa che faccio ogni mattina (beh...dopo abluzionj, gatta da sfamare, colazioni da impiattare. ...) insomma la prima cosa intelligente s'intende, è affacciarmi al mondo di dama Murasaki, e sbirciare oltre il suo paravento. Ma in questi giorni di divieti sempre più allargati (mia figlia mi ha costretto agli arresti domiciliari, con maglie sempre più strette) è diventato difficile anche questo. Devo aver pasticciato alla grande, essendo io un dinosauro riguardo all'informatica. Ora devo mettere la password ogni volta che apro il tablet. La password è una parola giapponese con vari simboli. Tempo fa fui infettata da un virus nipponico, non cinese,molto persistente e incurabile, ma con particolari conseguenze per niente sgradevoli, anzi. Il risultato è che il maledetto tablet resiste acceso una manciata di secondi, se non lo si usa. Come puoi imnaginare, è un continuo mettere la password, tutto ciò è molto scomodo. Tremo per il destino di questo commento se si spegne il tablet devo riscrivere tutto da capo. Come vedi sono grossi problemi.....
In questo periodo sto rileggendo I romanzi di P.D.James. Mi piace assai, è moooolto inglese. A quando una recensione dei suoi romanzi?
Ho anche visto tutte le stagioni del Trono di Spade (avevo visto solo la 1^ stagione). E i draghi sono bellissimi!!!

Melchisedec ha detto...

Mi fa piacere. Si può fare molto sul versante didattico, perché lo schermo del pc diventa una lavagna da condividere con la classe, quindi si può proporre l’argomento o la riflessione da sviluppare attraverso numerosi strumenti. Ai ragazzi piace. Un po’ di tribolazione inizialmente per le mail e per i fantasiosi nickname degli studenti; anch’io ho scoperto che non tutti hanno un pc, mentre lo davo per scontato. Buon lavoro! 🤩

Murasaki ha detto...

@ Acquaforte;
I draghi del Trono di Spade sono famosi, e credo di essere l'unico essere vivente che li ha visto soltanto in foto. Dovrò rimediare, prima o poi.
In questi giorni sono piuttosto ingolfata col giocattolino nuovo (e i compiti da correggere). Volevo il compito lungo e ben strutturato? E mo' mi hanno proprio contentata.
Sono anche piuttosto tesa, ma questo per fortuna non lo può notare nessuno tranne le gatte, che non se ne preoccupano molto.
Un applauso per la figlia che ti ha messo in reclusione, purtroppo è la cosa migliore.
Fischi e torsoli di cavolo invece per il tablet isterico: in questo momento è una vera scocciatura perché è impossibile chiedere consiglio a qualche amico o portarlo in negozio.
In compenso la gatta Azzurra ha pensato bene di farsi venire la congiuntivite, fornendomi indesiderato pretesto per due uscite supplementari. Dare il collirio a un gatto è davvero un esperienza formativa, e questo va pure tenuto in frigo e dunque è GELIDO. Ti lascio immaginare la reazione della pur paziente micia...
Naturalmente anch'io sto leggendo molto - e la cosa non mi dispiace affatto.
Grazie tante di essere passata ^_^

Murasaki ha detto...

@Mel:
No, i nostri hanno mail molto rispettabili perché gliele ha fornite la scuola: nome.cognome eccetera. Il problema è arrivato con gli stranieri, o quelli che hanno due o tre nomi. Solo dopo che avevo fatto svariati tentativi andati male qualcuno mi ha spiegato "dice che la mail l'hanno fatta col nome che usiamo". Ma mica è detto che tutti usiamo lo stesso nome...
Poi ho scoperto che bastava chiamarli sul registro elettronico e dargli il codice del corso. Uff!

la povna ha detto...

Io uso Classroom (penso sia questa che intendi) da molti anni, come complemento della didattica, e mi ci diverto molto. Un po' meno da quando è diventata non solo l'unica zattera, ma su quella mia zattera sopra la quale io avevo invitato tutti dal primo anno adesso tutti aggeggiano lasciando molto meno ordine e non rispettando tag, cartelline e cose varie di ordine e metodo che a me sembravano intuitive.
E infatti la uso come base ma, mentre i miei colleghi impazzano su Classroom, progressivamente, vado altrove.
La cosa veramente defatigante è che io invece, da Animatore Digitale, di silenzio ne ho avuto proprio poco.

Murasaki ha detto...

@ la povna;
Sì, siamo su GoogleSuite. Ma ti prego di credere che io uso tag e cartelline e nelle mie classi è tutto piuttosto ordinato.
Ma sono consapevole che essere l'Animatore Digitale in questo momento è parecchio dura. La nostra sta impazzendo, perché oltre a una serie di colleghi imbranati deve anche rapportarsi col gruppo delle elementari che è... almeno in parte... vogliamo dire "un tantino territoriale"?