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giovedì 7 novembre 2019

A cosa serve il registro elettronico? - 6 - Caro, autem infirma (imperativo presente)

Il moderno set di attrezzature con cui l'insegnante di St. Mary Mead notifica la sua presenza in tempo di nuove tecnologie

Altro indubbio vantaggio del registro elettronico è di contenere in sé anche il registro delle firme che attesta la presenza degli insegnanti nelle classi.
Un tempo, alla scuola media di St. Mary Mead gli insegnanti notificavano la loro presenza strisciando un badge. La faccenda era di dubbia utilità perché tanto nessuno controllava mai e un bel giorno la macchinetta da strisciaggio venne levata, mi pare (ma non sono sicura) in concomitanza con l'arrivo del Grandioso Registro Elettronico.
Comparve però un registrino per le firme manuali, che nella maggior parte dei casi dimenticavo di firmare. Non ero però l'unica.
"Non capisco" osservai blandamente un giorno in cui entravo alla seconda ora "Siamo nove classi, oggi non ci sono insegnanti assenti ma qua sono la quinta a firmare".
"Io non firmo per partito preso, è una cosa assolutamente inutile" mi spiegò una collega.
"Io non firmo perché me ne dimentico sempre" aggiunse un'altra.
Più avanti, però, nella remota eventualità che qualcuno controllasse, presi l'abitudine di firmare in entrata e in uscita per segnalare sommessamente l'immane quantità di ore che dedicavo alla biblioteca, all'epoca in fase di allestimento. Era un lavoro che facevo aggratisse e del tutto di mia spontanea volontà, ma se qualcuno caso mai avesse voluto controllare, avrebbe comunque potuto agevolmente vedere che in quella scuola passavo un tempo molto maggiore di quanto il mio orario prevedesse.
Quest'anno ho visto però che il regolamento della scuola prevedeva che io firmassi su carta perciò firmo, per purissimo spirito di pedanteria e per nessun altro motivo. Ma non siamo in molti a farlo.
"La firma su carta è inutile e io non la faccio" ha dichiarato stamani la collega Scarpetta "L'importante è che ci sia la mia firma sul registro elettronico". 
Pausa "Beh, certo, io firmo alle sei e un quarto da casa..."
"Ti alzi alle sei e un quarto per firmare?" chiede una collega perplessa.
"Non proprio" risponde Scarpetta "Mi sveglio alle sei e un quarto, per prima cosa accendo il computer e a quel punto ne approfitto per firmare".
Rassicurati sulla salute mentale della nostra collega, non ci sfugge però un problema di base: la firma fatta in anticipo non ha una gran base legale; infatti se, poniamo, io firmo alle sei e un quarto, faccio colazione, mi vesto e poi ho un qualche intralcio, del tipo macchina che non parte o treno in grave ritardo, la mia firma si trasforma in un falso in atto pubblico.
Argo si è evoluto: un tempo andava a dormire da mezzanotte alle otto e firmare in anticipo non era possibile. Siccome però non era possibile nemmeno fare nient'altro sul registro, nemmeno controllare i compiti o inserire voti, qualcuno deve aver sturato le orecchie all'Argo in questione che adesso evidentemente è sveglissimo a tutte le ore del giorno e della notte, salvo di Domenica quando è regolarmente staccato per improbabili lavori di aggiornamento - peccato che in certi periodi molti insegnanti passino la Domenica per l'appunto a lavorare sul registro, soprattutto dopo aver corretto caterve di compiti scritti; ma immagino che non si possa avere tutto dalla vita.

Di fatto in molti abbiamo preso l'abitudine di firmare tutte le ore insieme, ai tempi in cui la connessione era una sorta di araba fenice, della serie "Prendiamone finché ce n'è".  Del resto, se alla prima ora conviene aprire il registro elettronico per segnare assenze, presenze e giustificazioni, nelle altre ore finisce per diventare quasi sempre solo una perdita di tempo.
Ma, in teoria, chi ha firmato alle otto (o alle sei e un quarto) non è detto che alle undici sia ancora lì: potrebbe essersi sentito male, o essere corso via per gravi e inderogabili motivi. E potrebbe persino succedere che, sempre per i soliti e inderogabili motivi, sia sì presente a scuola ma intento a tutt'altro che a far lezione - per qualche improvvisa emergenza, per l'arrivo di un funzionario che vuol essere scarrozzato di qua e di là a controllare la sicurezza dell'edificio e via dicendo. Sono cose che succedono raramente, ma succedono, e non sempre ci si ricorda di aggiornare il prezioso archivio informatico.
Tutto ciò, una volta tanto, non è minimamente colpa di Argo né della Segreteria, ma solo degli incerti casi della vita. Sta di fatto che il registro elettronico sul piano delle presenze non è sempre molto attendibile.
Resta da vedere quanto però sia attendibile un registro delle firme su carta che qualcuno si dimentica di firmare, qualcuno non firma per partito preso e che molti firmano in ritardo - non perché siano effettivamente arrivati in ritardo, ma perché gli è venuto in mente di farlo solo alla quinta ora.
Per fortuna in ogni classe disponiamo di abbondanza di testimoni oculari pronti a prendere atto della nostra presenza, funzionino o meno i numerosi registri di vario supporto di cui siamo dotati.

4 commenti:

la povna ha detto...

Il tuo post è stato pubblicato alle 5.58, orario che aggiunge, a mio avviso, divertimento al tuo già ironico post.

Sulle firme alle sei e un quarto: hai perfettamente ragione (lo dico pur essendo stata per lunga pezza, quando ero pendolare, una di quelle che firmava direttamente dal letto).

Invece, oramai è chiaro che Argo è come una Stanza delle Necessità: il mio per esempio di domenica è sempre funzionante, mentre viceversa dorme dalle 00.00 alle 07.00, tutti i giorni, di tutto l'anno, compresi (credo) i bisestili.

Murasaki ha detto...

Magnifico! Ricorda quelle teorie quantistiche che sostengono che è l'osservatore che crea il mondo. Ognuno di noi crea il suo Argo?
)il post è stato pubblicato alle 5.58 ma è stato scritto ieri pomeriggio. Non so perché avevo dimenticato di pubblicarlo. Ma alle 5.58 ero giù sveglia da qualche minuto e ho rimediato prima di andare a farmi la colazione)

Romolo ha detto...

Ormai in molte aziende (compresa la mia) l'attestazione della presenza non è più così determinante cone un tempo. Ricordo il primo lavoro quando dovevo timbrare 4 volte al giorno, compresa la pausa mensa, e impegnarmi in calcoli matematici per non sgarrare neanche di un minuto, pena una decurtazione dello stipendio. Ma ormai con smartphone tablet internet e via dicendo si lavora sempre e ovunque. E non sempre questo è un miglioramento qualitativo della vita!

Murasaki ha detto...

Vero. Tuttavia a scuola si continuano a cntrollare loe presenze, e tutto sommato c'è anche il suo bel perché. Ma in una scuola di paese con nove classi - o, a scelta, in una scuola dove la direzione centrale non controlla nulla di nulla, tutto sommato si potrebbe anche andare a occhio, secondo me.