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venerdì 30 marzo 2018

Lady Anna - Anthony Trollope


Prometto che dopo questo post per un po' con Trollope mi darò una calmata, anche se in questo periodo non sto leggendo praticamente altro ed è diventato una specie di droga per me. Questo però ci tengo a segnalarlo, perché Trollope lo riteneva il suo romanzo migliore. I suoi lettori non condivisero tanto entusiasmo e pare che nel complesso il plauso non sia stato poi così universale, almeno così assicura l'introduzione. In compenso tutti hanno sempre fatto gran conto di Orley Farm, di cui ha già parlato la povna tempo fa - e che è un romanzo davvero degno di ogni stima. Io però di tendenza sono d'accordo con Trollope e ammetto che Lady Anna mi ha preso in modo particolare, forse per una certa tendenza alla sintesi, forse per la presentazione di una situazione e di un personaggio abbastanza insoliti per l'universo gentry che popola abitualmente i suoi romanzi; o forse addirittura due personaggi insoliti, che guarda caso sono pure la coppia da portare all'altare. Ma andiamo per ordine.

Anna, che forse è lady e forse no (il dubbio non verrà mai definitivamente sciolto, solo dato per ragionevolmente risolto; e qui si potrebbe aprire una interessante parentesi su come veniva vista l'Italia dell'epoca attraverso i romanzi vittoriani, ovvero una specie di terra selvaggia popolata di stranissimi individui regolati da leggi antropologicamente assai misteriose) è figlia di una povera ragazza che ha fatto un matrimonio sbagliato: prima di tutto perché sposarsi un grandissimo stronzo* non è mai una buona scelta coniugale, e in secondo luogo perché, a un anno di distanza da una cerimonia nuziale condotta con tutte le apparenze della legalità e a matrimonio ormai ampiamente consumato, la poverina viene informata dallo stronzo in questione che lui in Italia aveva una moglie vivente e che dunque il loro matrimonio di fatto non esiste...ma senza presentarle prove o documenti.
Se l'educazione inglese dell'Ottocento non fosse stata così rigorosa un paio di doverose pugnalate tirate bene o una bella schioppettata avrebbero prontamente sistemato la   questione. La forse-moglie si ritrova invece a combattere a colpi di carta bollata nel difficile tentativo di dimostrare che lei non è una concubina e la loro figlia, la forse-lady Anna, non è una bastarda; non è un bel vivere, anche perché la faccenda si trascina per più di vent'anni. Nel frattempo le due forse-lady sopravvivono a spese di un rispettabile sarto, che si è preso a cuore il loro triste caso per amor di giustizia... e che ha un figlio, di poco maggiore di Anna.

Passano appunto più di vent'anni e arriviamo alla parte narrata nel romanzo, dove Anna si ritrova a dover scegliere tra sposare un conte bello e simpatico e d'ogni grazia adorno (un matrimonio che appianerebbe ogni problema per tutti, compreso il conte che è un po' squattrinato ma non per questo incline a prendersi quel che non gli spetta di diritto) e il rozzo figlio del sarto con cui ha scambiato una promessa d'amore forzata da circostanze esterne - per lo meno, è così che vedono la cosa nel bel mondo. Quanto al figlio del sarto (che non si considera particolarmente rozzo, pensa un po' la stranezza di certa gente), costui trova invero molto sconsolante la possibilità che l'ingenua Anna si lasci traviare dal falso scintillío di un mondo di parassiti in cui non riscontra alcuna reale superiorità morale.
Il tema dei due rivali per amore si arricchisce dunque di una sfumatura politica: entrambi gli uomini considerano contronatura oltre che sconveniente sul piano morale la possibilità che Anna scelga il rivale. Non si tratta dunque di un contrasto tra gentiluomini, bensì della stomachevole circostanza di vedersi sottrarre la donna amata da uno scarafaggio, fermo restando che la donna amata ha il diritto di scegliersi anche lo scarafaggio (ma in quel disgraziato caso si dimostrerà del tutto indegna della preferenza che le è stata accordata).
Secondo l'autore della postfazione il romanzo non ebbe il successo di cui l'autore lo trovava meritevole perché l'argomento risultò indigesto al pubblico (e sono d'accordo), e anche perché Trollope rifiuta di prendere decisamente posizione per una delle due posizioni politiche possibili, ovvero quella socialista e quella conservatrice - e qui sono decisamente meno d'accordo, perché mi sembra che Trollope la posizione la prenda eccome, ma nel  solito modo discreto e felpato, facendo parlare soprattutto la storia, le circostanze e i personaggi ma senza mai andare apertamente contro le convenzioni sociali. 
Resta il fatto che, prenda o non prenda posizione, di sicuro descrive molto bene una questione sociale che in quegli anni stava diventando di grande attualità, e lo fa attraverso la scelta sentimentale di una fanciulla che, molto femminilmente e secondo le convenzioni dell'epoca, si lascia guidare dal cuore e dal suo senso di giustizia, senza alcuna presa di posizione politica.
Romanzo gradevole, scorrevole, interessante, ben costruito, ma lascia anche parecchio da pensare. L'azione è più compatta del solito, le disgressioni scarseggiano e le seghe mentali sono ridotte veramente ai minimi termini. Addirittura, si chiude con un solo matrimonio - sia pur festeggiato in una certa atmosfera di riconciliazione.
Consigliato per tutte le stagioni e in tutti gli stati d'animo.

*senza offesa per gli stronzi, è solo un modo di dire che in questo caso presenta però il difetto di essere piuttosto inadeguato.

Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Homemademamma e auguro Buona Pasqua e molto cioccolato  a tutti.

2 commenti:

Kukuviza ha detto...

Ahaha fantastico il senza offesa per gli stronzi!
Di Trollope ho qualche libro a casa ma mi sa che non ne ho ancora mai letto nessuno, dovrò rimediare. Questo Lady Anna pare interessante, certo che veramente una rottura di palle queste convenzioni sociali e queste povere donne che ne subiscono di ogni.
Ma il figlio del sarto è veramente rozzo o è così che lo vedono i nobiluomini?

la povna ha detto...

A me è piaciuto, come tutti i Trollope, anche se ne condivido il giudizio che Ceserani ne dava nella post-fazione, come di più sospeso (sospensione data anche dal fatto che nasce per essere una puntata e resta invece un fuor d'opera). Recensii anche quello, parecchio tempo fa. Te lo metto qui: https://nemoinslumberland.wordpress.com/2014/07/25/lady-anna/