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martedì 14 giugno 2016

Una strage è una strage (e una strage di gay è deplorevole almeno quanto qualsiasi altra strage)

I francesi hanno sempre uno stile tutto particolare

Due sere fa più di trecento persone in buona salute, pasciute e soddisfatte sono entrate in un locale a nome Pulse, nella città di Orlando in Florida. Cotal locale, fondato nel 2004 in onore del giovane John Poma morto di AIDS dalla di lui sorella e da un amico, era un punto di raccordo e di ritrovo per la comunità LGBT. Quella sera era in corso una festa dedicata alla comunità latina. 
Verso le due del mattino Omar Mateen, americano di origini afghane di 29 anni, è entrato nel locale con fucile e pistola. E ha sparato. Molto.
Il bilancio della strage, al momento, è di 50 morti - incluso l'autore, che però è stato ucciso dalla polizia prontamente accorsa - più qualche decina di feriti, anche gravi; ed è una cifra piuttosto ragguardevole anche in questo periodo, dove le stragi vanno abbastanza di moda, e anche per un paese come gli USA in cui non è poi così raro che qualcuno ben armato vada in un qualche luogo (scuole comprese) e si metta a sparare nel mucchio.

C'è poi una complessa questione, che magari ai familiari e amici dei 50 morti e decine di feriti può sembrare tutto sommato irrilevante ma che ha un suo peso per chi non c'era: si tratta di un attentato terroristico?
L'FBI è stata cauta sulla questione: Mateen simpatizzava con l'Isis ma non ne faceva parte ufficialmente. L'Isis si è dichiarata più che disponibile ad arruolarlo nelle sue fila post mortem, ma non ci sono per ora prove che l'avesse arruolato anche da vivo. 
Seconda gran questione: è stata una strage omofoba?
Beh, su questo non sembrerebbero esserci dubbi: se vai a fare una strage in un locale assai frequentato dalla comunità LGBT, è possibile che tu becchi magari anche qualche eterosessuale che era lì per caso o per compagnia, ma almeno in buona parte le vittime faranno parte delle comunità LGBT. Se ami pazzamente i gay, o dei gay te ne freghi, non vai a sparare in un posto del genere, in teoria. Ci vai se hai una marcata antipatia per loro - quel tipo di marcata antipatia che va sotto il nome di omofobia; certo, se fai una strage spari nel mucchio, ma quando entri in un locale per fare una strage, di fatto hai scelto una determinata tipologia di utenti come destinatari della tua strage - esattamente come quando entri in una redazione di giornale, o in una sala da concerto.
Inoltre, come ha osservato Obama nel suo bel discorso, gli LGBT, al contrario delle altre minoranze, non crescono in famiglie che ne fanno parte a loro volta, e quindi per la presa di coscienza e il rafforzamento della loro identità i punti di ritrovo come bar e locali sono molto importanti, sul piano culturale oltre che sociale - in sintesi, non ci vai solo per ballare e rimorchiare. Scegliere di colpire proprio in uno di questi locali, e in particolare un locale così chiaramente configurato come il Pulse, che proprio come punto di incontro culturale era nato, vuol dire sparare all'idea stessa di comunità LGBT.

Negli USA, in attesa di chiarirsi bene le idee, gran copia di autorità (a partire dal presidente Obama) e personalità del mondo della politica, della cultura e dello spettacolo hanno esternato grande solidarietà verso le comunità LGBT, e anche su Facebook sono comparsi quasi in tempo reale banner e sfondi assai arcobalenati, messi a disposizione dal social network (che è statunitense). Diversi stati europei ed extraeuropei hanno fatto altrettanto, illuminando anche monumenti assai simbolici con i tipici colori dell'arcobaleno LGBT. La Tour Eiffel,  per esempio.
In Italia ce la siamo presa abbastanza comoda: alcuni singoli politici e rappresentanti vari hanno portato in tempi assai celeri il loro contributo di cordoglio e solidarietà ai movimenti LGBT, e molti giovinetti socialnetworkari hanno messo sullo sfondo della foto la bandierina arcobaleno e dichiarato solidarietà, ma nel complesso l'impressione è che i più l'abbiano considerato un evento di scarso rilievo, e qualcosa che comunque riguardava solo i gay, che se poi insistono a radunarsi tutti insieme invece di starsene a casa a ricamare al tombolo, via, un po' se la vanno a cercare. Appelli per candele fuori di finestra e fiaccolate o preghiere collettive, come se ne sono viste a decine per le stragi a scuola, nei parchi eccetera: non pervenuti. In compenso ci siamo potuti riascoltare le solite tirate sui terroristi islamici che per colpa dei buonisti arrivano sul barcone a Lampedusa, e qua e là non è mancata qualche considerazione sulla collera divina scagliata sui pervertiti.
D'accordo, accendere una candela a questo punto non cambia un accidente, cinquanta morti (in possibile aumento) c'erano e nessuna candela ne riporterà indietro nemmeno uno. E anche le commosse attestazioni di solidarietà sui morti innocenti lasciano il tempo che trovano, per chi non c'è più.
Tuttavia partecipazione emotiva e solidarietà fanno molto bene ai vivi. No, non solo ai parenti e amici che piangono i loro cari, e che magari nemmeno verranno mai a sapere delle nostre candeline e delle preghiere recitate a sera, visto quanto sono lontani geograficamente - ma proprio a noi, che non c'eravamo (almeno per questa volta, la volta prossima chissà) ma che partecipiamo talvolta anche noi a feste, raduni, spettacoli, riunioni. Questo tipo di rituali dall'apparenza inutile quanto ingenua ci ricordano comunque che tutti siamo parte di un umanità talvolta minacciata e falciata dall'umana follia.
Terrorismo islamico o meno, trecento e passa persone in buona salute sono andate a una festa, e decine di loro adesso sono morti o feriti per colpa di un altra persona. Era gente come noi, che mangiava tre pasti al giorno, dormiva dalle sei alle otto ore per notte, usava il telefono, chattava con gli amici, andava al cinema e a teatro. Avremmo potuto essere noi
Anzi, in questi casi usa ed è buona educazione dire che erano noi. 
Ma stavolta sembra che non fossero noi, proprio per niente.
Anche se a Torino qualcuno si è mosso.

13 commenti:

vanessa ha detto...

Magistrale come sempre!

(Del resto col lavoro che fai- scusa battuta scema)

Dici che veramente il motivo per cui c'è stata meno partecipazione è l'omofobia latente? Che squallore.

dolcezzedimamma ha detto...

Effettivamente si è insistito molto,troppo,sulla tipologia del locale e dei suoi frequentatori. Questo,tristemente,può aver fatto diminuire l'interesse di alcuni e invece,come tu spieghi benissimo,si dovrebbe parlare solo di 49 vittime innocenti. Del loro orientamento sessuale non dovrebbe interessarci molto.

Murasaki ha detto...

@Vanessa:
non so nemmeno se si tratti di omofobia latente, stupidità palese o estremo imbarazzo a trattare la questione, sta di fatto che una strage di 50 morti più vari feriti di solito suscita maggior tumulto (salvo quando avviene nel Mediterraneo, ché allora ne vien fuori un dibattito ancor più deprimente)

@dolcezze:
No, veramente avevo cercato di spiegare che il fatto che fossero in buona parte gay aveva il suo peso. La tipologia del locale - peraltro rispettabilissima -è stata scelta dall'attentatore. E il locale è *apertamente e dichiaratamente* un punto di incontro per LGBT, e proprio per questo è stato fondato: un posto assai festaiolo per LBGT.

dolcezzedimamma ha detto...

Questo era chiaro. Io facevo riferimento alla minore "ridondanza" che l'evento tragico aveva avuto. E in questo senso l'orientamento sessuale delle vittime non dovrebbe avere importanza.

Murasaki ha detto...

Hai ragione, non dovrebbe :(

Eva ha detto...

.....io ho pensato solo al Dolore che possono aver provato le povere mamme e papà che venivano chiamati dai figli disperati, bloccati in quell'inferno...e mi è venuta in mente Beslan....Povere Creature.....poveri tutti noi.....

Murasaki ha detto...

Eva:
La strage di Beslan era venuta in mente anche a me.
Poveri tutti noi, hai ragione.

Eva ha detto...

sai cosa chiedeva al Signore San Francesco?

"Signore fà di me uno strumento della tua Pace:
dove è odio ch'io porti amore
dov'è offesa ch'io porti il perdono
dov'è discordia ch'io porti l'unione
dov'è errore ch'io porti la verità
dov'è tristezza ch'io porti la gioia
dove sono le tenebre ch'io porti la luce
Maestro fà che io non cerchi tanto
di essere consolato ma di consolare
di essere compreso ma di comprendere
di essere amato quanto di amare
poiché è dando si riceve
perdonando che si è perdonati
morendo che si risuscita a vita eterna"

...e quando qui parla di Morte intende la Fine di un MODO di vivere, di una risurrezione più spirituale che fisica...essere UOMINI e DONNE NUOVI....nel cuore
...e questo è un Messaggio Universale, per chiunque viva su questa Terra....

Poveri Noi se NON capiamo queste parole di Buon Senso e non le seguiamo....
Un abbraccio forte e grazie per aver scritto questo post di profonda riflessione....

Murasaki ha detto...

Grazie a te per averci ricordato questa preghiera bellissima. Nei momenti così bui è sempre un grande aiuto rileggerla ( so che non è molto originale da parte mia, ma Francesco è il mio santo preferito)..

Eva ha detto...

Francesco è il Santo di TUTTI...ma proprio di TUTTI!!Come non amarlo?
Prego, era doveroso...
Buona notte

Murasaki ha detto...

E' proprio vero, è il santo di tutti :)

Eva ha detto...

;-)

Murasaki ha detto...

In compenso Zerocalcare ha preso tavole, inchiostro e matite con eccellenti risultati:
http://www.wired.it/play/fumetti/2016/06/30/zerocalcare-unioni-civili/