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venerdì 6 febbraio 2015

Il cuore delle cose - Natsume Soseki


Ho scelto questa copertina perché secondo me è quella che si adatta meglio al romanzo, ma al momento questa edizione con questo titolo in libreria non si trova. Il romanzo ha infatti avuto in Italia una vita editoriale piuttosto variegata e l'hanno stampato in parecchi. Attualmente si trova col titolo Anima e cuore per la Youcanprint Self-Publishing, ma suo tempo è apparso anche col titolo Anima, e non ho la benché minima idea di quale dei tre titoli sia il più fedele, ma dovrebbe comunque essere facilmente reperibile in bilbioteca. Il titolo originale è Kokoro e l'autore, vivaddio, risulta sempre Natsume Soseki.
In Giappone venne pubblicato per la prima volta nel 1914 ed è un classico tra i classici - a buon diritto, nonostante le deliranti descrizioni nei risvolti di copertina che farebbero scappare a gambe levate qualsiasi lettore ben intenzionato.
Non è un romanzo dall'azione travolgente, questo no, e ci sono un sacco di riflessioni interiori, ma NON è una terrificante raccolta di seghe mentali meditative come sembrerebbe dalle descrizioni di cui sopra. La storia c'è, e non ci si gira nemmeno troppo intorno; anche se è raccontata, ovviamente, à la japonaise (cioè in modo piacevolissimo).

Siamo agli inizi del XX secolo, in Giappone, in quel tempo in cui il paese improvvisamente si modernizza - gli stessi anni del manga Mademoiselle Anne o, se vogliamo la traduzione più filologica, Una ragazza alla moda. Per i giapponesi cambiano i riferimenti e il modo di pensare, oltre alla vita quotidiana. 
I due protagonisti della storia (o almeno di una delle storie) sono per l'appunto un giovane al passaggio tra la fine degli studi e l'inizio della vita adulta - periodo segnato, a un certo punto, anche dalla malattia di suo padre - e un uomo adulto, della generazione precedente, che nel mondo moderno si ritrova con una certa difficoltà, tanto da viverne ritirato il più possibile.
Il Maestro - così viene sempre definito dal ragazzo, sin dalla prima pagina - è un uomo con un fascino particolare ma avvolto in una sottile ma impenetrabile scorza di mistero, che vive decorosamente con una piccola rendita e conduce una tranquillissima vita ritirata, senza interferire in alcun modo col mondo esterno, insieme all'amata consorte. Si lascia però vincere senza troppe resistenze dal corteggiamento del ragazzo, che finisce per frequentare casa sua come uno di famiglia e diventa anche il confidente della moglie - perché nemmeno la moglie, una donna buona, serena ed equilibrata (ma non moderna) è mai riuscita a penetrare la scorza di mistero che avvolge il suo consorte, tanto da non essere davvero convinta della felicità del loro matrimonio anche se non sa dare un vero nome a quell'inafferrabile senso di distanza che la separa da lui.
Il segreto - perché un segreto c'è - è nascosto nei primi anni di vita del Maestro, tra le ombre di una colpa - perché c'è sempre una colpa, in questi casi, ma a volte è davvero difficile capire dove comincia esattamente, e come e se si poteva evitare.

Il romanzo, splendidamente scritto e mirabilmente strutturato, è bello dall'inizio alla fine.
Consigliato per tutte le stagioni (ma i romanzi giapponesi secondo me vanno meglio per le stagioni di passaggio) e per tutte le età sopra i venti anni.

Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Homemademamma, e auguro felici letture al caldo, sotto le trapunte imbottite (visto che in Italia scarseggiano i kotatsu) mangiando mandarini e ammirando la luce diffusa dalla neve - che ci annunciano abbondantissima per questo fine settimana - anche se qui, a Firenze, pare che non ne vedremo nemmeno l'ombra.


(un kotatsu in stile Ikea: caldo, comodoso e perfetto per pigreggiare pigramente)

4 commenti:

la povna ha detto...

Come forse ti ho già scritto, l'unico suo che ho letto è "Io sono un gatto", e mi è piaciuto moltissimo. Io e la cultura giapponese ci nasiamo a distanza, ma può darsi che questo sarà mio.

Stefania ha detto...

Come età ci sono eccome... sopra ai venti... ampiamente ;-)
Mi incuriosisce un bel po'...

dolcezzedimamma ha detto...

Quando parlavi di stagioni di passaggio non so perché ma pensavo ti riferissi alke stagioni della vita(...a proposito di seghe mentali). Io confesso la mia ignoranza e me lo procurerò, visto che ho finalmente finito la "zavorra"

Murasaki ha detto...

@la povna:
"Io sono un gatto" mi manca, ancora. Colpevolmente, direi, e sarà bene rimediar. Ma questi titoli mi vengono da una fonte speciale... ^__^

@Stefania e @dolcezze:
Ma cos'è la vita, se non una lunga, lunghissima stagione di passaggio?
E dunque ogni momento è buono :)