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giovedì 29 gennaio 2015

Consiglio di Classe col botto

(non lo sapevo, ma il Muro del Suono ha una sua apparenza fisica)

Prescrutini paciosi per la Prima Effervescente.
"Come vanno le programmazioni?".
"Tutto bene".
"E come funziona la classe?". 
"Funziona bene, a parte la Poverella".
"Eh, ma la Poverella, si sa".
"Vabbe', allora passiamo alle proposte per il voto di condotta".
"Massì, passiamo alle proposte del voto di condotta".
E stavamo appunto paciosamente questionando se a Ermengarda andava messo otto o nove (per la cronaca, stava prevalendo il nove).
Poi un tremito, un forte tremito. Le finestre si scuotono bruscamente. I vetri sembrano voler schizzare verso l'alto. E un boato. Forte.
"Il terremoto?!?"
"Accidenti che scossa!"
"Scappiamo?"
"SCAPPIAMO!".

Otto anguille guizzano a tutta velocità fuori dalla scuola. Il tragitto è molto breve, ma lo compiamo davvero a tempo di primato.
Fuori però non trema niente, tranne Inglese che ha lasciato dentro la giacca.
La Custode, che è scappata perfino più in fretta di noi, ha già raccolto informazioni.
"Prof, sembra un esplosione, più che un terremoto".
L'unica esplosione che ho sentito in vita mia è stata quella della notte dei Georgofili, nel 1993, ma era molto diversa. Comunque per me esplosione = attentato, e un attentato a St. Mary Mead mi suona abbastanza improbabile.
"Sarà stata la caldaia?" suggerisce Fisica guardando con sospetto il fumo bianco-grigio che esce dal comignolo della scuola.
"Mah, non si direbbe".
"Veniva da giù" osserva la Custode "Dove c'è la ferrovia".
Le fa eco un treno che, poco più sotto, si snoda tranquillo.
La Palmina armeggia col cellulare. Da qualche tempo controlla spesso le scosse di terremoto, perché giura di sentirne moltissime anche se leggere (dopo le scosse di Dicembre tutti abbiamo imparato che esistono siti internet che segnalano tutte le scosse di tutta Italia).
"Qui non dice niente" assicura "Segnala solo una piccola scossa stamani, ma da tutt'altra parte".
Qualcuno chiama qualcun altro che lavora in non so quale ufficio per la sicurezza: siamo a St. Mary Mead, dove tutti hanno cognati o amici carissimi che lavorano proprio lì, dovunque sia il che ti serve.
Dall'alto vediamo i bambini delle elementari, prontamente fatti uscire, che scorazzano giocosi. Più che un terremoto o un attentato sembra un idillio, di quelli di Teocrito.
"Se ci dicessero che non è un terremoto io rientrerei a fare i Consigli" osserva Inglese leggermente livida per il freddo "Tanto, se non li facciamo oggi ci tocca farli in un altro giorno".
"Vai a prendere la giacca, intanto, altrimenti non farai più nessun Consiglio!".
Inglese prova a seguire il suggerimento ma si ferma ben prima della soglia "Non ce la faccio" confessa.
Qualcuno va a prenderle la giacca e ne approfitta anche per recuperare due cellulari e una borsa.
Infine Tecnologia smette di parlare al telefono. 
"All'Ufficio dicono che non è stato né un terremoto né un esplosione, ma un aereo che ha rotto il muro del suono*".
"Un CHE?".
"Un aereo che ha rotto il muro del suono".
Ci guardiamo straniti.
"Si, sembra che faccia proprio così quando un aereo rompe il muro del suono".
"Beh, questo non ha rotto soltanto il muro del suono" stabilisce Inglese irritata.
Tutti ne conveniamo.

Per farla breve rientriamo, un po' infreddoliti, e proponiamo rapidamente voti di condotta per tutti. Inizia poi il Consiglio successivo, mentre scrivo un rapido verbale: "Intorno alle ore 15.30 la seduta è bruscamente interrotta per una violenta scossa dovuta a un aereo che ha rotto il muro del suono. La seduta è ripresa dopo un quarto d'ora".
Sono sempre molto precisa, quando scrivo i verbali.

*L'aereo, o forse gli aerei, stavano inseguendo un aereo sospetto che sembra essersi poi rivelato per niente sospetto. Una piccola ricerca mi ha permesso di scoprire che negli anni 40 del secolo scorso la rottura del muro del suono da parte di un aereo era evento relativamente comune, mentre poi è andato scomparendo. Questo spiega anche perché nessuno di noi lo ha minimamente riconosciuto.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

:-D rotto il muro del suono! ahah! sembra una cosa di Muri&Impianti, alla scuola della 'povna! http://it.wikipedia.org/wiki/Boom_sonico

la povna ha detto...

Ah. I Merry Men, non v'è dubbio, il muro del suono lo rompono cotidie.

ellegio ha detto...

Giusto ieri mio figlio chiedeva chiarimenti sul muro del suono. Però io vorrei sapere se, dopo il boom, l'otto è diventato definitivamente nove. Oppure ha prevalso il freddo accumulato?

ammennicolidipensiero ha detto...

in barba a ogni corso sulla sicurezza ("testa sotto i banchi, niente panico, etc etc"), a dimostrazione che saremmo sempre preparati ad ogni eventualità catastrofica :D

Murasaki ha detto...

@Pensierini:
ovviamente, appena tornata a casa mi sono fiondata lì a leggere!

@povna:
non ho difficoltà a crederlo ^__^

@LGO:
la paura ci ha reso più concilianti e il nove è stato accettato all'unanimità

@ammennicoli:
veramente alle prove del terremoto, e anche al terremoto vero, siamo stati tutti molto bravi e disciplinati. Questo però era qualcosa di completamente nuovo e il panico ci ha preso, eccome.

La prof ha detto...

Sarà meglio non far girare troppo la voce, sennò per prendere nove sai quanti botti ti propinano? ;-)

Ilaria ha detto...

Quegli aerei hanno provocato le stesse scene anche qui a Bologna e provincia. Dal 2012 abbiamo i nervi a fior di pelle (a me poi sembra sempre di sentire delle scosse anche quando non ci sono) e anche noi siamo scappati fuori pensando al terremoto, invece poi il Comune ha diramato l'avviso che si trattava di quegli aerei. Sì, è stato proprio come sentire un'esplosione! Che ridere (dopo)!

il grigio ha detto...

Siamo nello stesso raggio d'azione del bang, l'ho sentito anch'io ... :-)

Anonimo ha detto...

Fooorte! Adesso mi piacerebbe provare!! :-)

wolfghost ha detto...

ahah ottima come motivazione per interrompere il lavoro! ;-)
Però quando trema tutto e non si sa il motivo... ;-)

www.wolfghost.com

Melchisedec ha detto...

Uno scialo il tuo racconto. Mai provato un siffatto brivido per rottura del muro del suono.
Ciò che scriviamo sui registri, se non riguarda la scuola, mi produce sempre un effetto di straniamento e mi pare buffo.

Murasaki ha detto...

@La Prof:
see, qua son tutti alla disperata caccia di un cinque!
Se rti azzardi a dargli, non dico otto, ma sei, te lo fanno ingoiare avvolto nel filo spinato.

@Ilaria:
Infatti: non avevano ancor finito di rompere (il muro del suono) da voi che a velocità supersonica (e non per modo di dire) già rompevano (il muro del suono) qui da noi. Una gran rottura, davvero.

@Il Grigio
E se da voi la cosa, come dice Ilaria, è abituale, stavolta però han fatto le cose in grande stile.

@Un sasso:
Nel suo genere è invero un esperienza formativa ^__^

@Considera che un mese fa c'era stato lo sciame sismico...

@Mel:
ciò che scriviamo sui registri in effetti è buffo, anche quando non dobbiamo tirare in ballo gli aerei ^__^

Ilaria Villa ha detto...

Questa devo proprio raccontarla perché fa molto ridere. Correva l'anno 2010 e una classe quinta liceo terrorizzata, discalculica ed inerte si apprestava a iniziare la terza prova di Matematica, divorati dal terrore, quando un boato terrificante scosse l'intero edificio, facendo tremare i pavimenti e financo le sbarre delle finestre, spalancate a causa dell'asfissiante afa estiva che attanagliava la città, divorata da un sole giaguaro.
Terrorizzati dalla possibilità che fosse una scossa di terremoto, tutti i professori ci invitarono ad appallottolarci sotto i banchi in attesa di disporre l'evacuazione. Tutti si appallottolano, tranne la misera me di allora.
"Prof, guardi che quello non era un terremoto. Era un botto supersonico"
"Un cosa?"
"Un botto supersonico. Un aereo militare ha sfondato il muro del suono"
Arrivò il presidente della commissione, uomo avviluppato da una folta barba bianca, proveniente dall'elettrotecnico di zona, che molto appropriatamente di cognome portava il nome di un noto mago della saga arturiana.
"Cosa dice la ragazza?"
"Dice che è un botto supersonico"
"E che diavolo è?"
Io (appallottolata sotto il banco e agitando le braccia): "Vuol dire che un aereo da caccia sopra la scuola ha sfondato il muro del suono"
Mago-di-Camelot: "Signorina, non siamo mica in guerra, non dica baggianate! Adesso scendo a chiamare il Comune e a dare l'ordine di evacuare il palazzo"
Nel mentre, interloquì il mio compagno di banco, ragazzo colossale alto quasi due metri (che comunque sotto il banco non ci stava), noto appassionato di razzomodellismo e dotato di una erre moscia su cui nemmeno il logopedista che curò Giorgio V avrebbe avuto successo: "Guavdate che secondo me Ilavia ha vagione, sembvava un boom sonico. Anche pevché se fosse stato un tevvemoto dovvebbevo essevci altve scosse".
Fattucchiere-arturiano (piuttosto seccato dalla nostra saccenza): "Non dite sciocchezze, ragazzi!"
Nel frattempo la mia astutissima compagna Veronica, dotata di una faccia di tolla colossale, riuscì a copiare interamente il compito dell'unico bravo in matematica della classe, per l'appunto il colossale appassionato di razzomodellismo di cui sopra.
Restammo quindi venti minuti appallottolati sotto i banchi, finché dalla segreteria non riemerse un Presidente della Commissione GUFO piuttosto perplesso.
"Dica un po', come faceva a sapere che era un aereo supersonico?"
CALA IL SIPARIO

No, scherzi a parte. Vicino alla vallata montana da cui proviene la mia famiglia c'era un poligono di allenamento per caccia militari. Da piccola ho sentito decine di volte il cosiddetto botto supersonico, o boom sonico, è veramente un rumore spaventoso. Capisco che chi lo sente la prima volta possa spaventarsi parecchio, infatti normalmente questo tipo di operazioni non avvengono sopra centri abitati.

Murasaki ha detto...

Bentrovata, z Ilaria, e grazie del racconto. Ci fa sentire un po' meno sprovveduti visto che nemmeno a Camelot sono riusciti a riconoscerlo! ^_^

Ilaria Villa ha detto...

Riesumo questo post per dire che oggi a Milano l'umile sottoscritta, durante uno sfratto, ha dato NUOVAMENTE prova di sé per la propria conoscenza dei boati supersonici.
E nuovamente non è stata creduta. Pure se si vedevano gli aerei.