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mercoledì 1 ottobre 2014

Manuale del Perfetto Insegnante - Una ghirlanda di fiori di Bach


Occorre innanzitutto precisare che con l'espressione "Fiori di Bach" non si fa qui riferimento a quei fiori che Johann Sebastian Bach o altro musical componente della sua illustre famiglia tenevano o coltivavano nel loro proprio giardino: detti fiori possono venire anch'essi definiti come "fiori di Bach", e di fatto lo sono, tuttavia il Bach più celebre per i suoi fiori è tal Edward Bach, medico inglese che nel corso della sua vita selezionò 38 fiori corrispondenti ad altrettanti stati d'animo. Tali stati d'animo potevano essere negativi o armonizzati. Laddove erano negativi, le vibrazioni energetiche dei fiori potevano armonizzarli. 
Esiste altresì una teoria che sostiene che Bach, oltre ad isolare questi fiori, se ne fosse anche fumati alquanti, e appunto a seguito di questo avesse elaborato le sue teorie, ma a tutt'oggi non esistono testimonianze valide in questo senso.

Il metodo di preparazione dei fiori di Bach è abbastanza inusuale: i fiori vanno amorevolmente raccolti e messi in una ciotola piena d'acqua di fonte. La ciotola va poi appoggiata in un punto illuminato dal sole. 


Nel giro di qualche ora le vibrazioni energetiche passano dai fiori all'acqua. In seguito l'acqua viene filtrata e usata, dopo essere stata diluita, per preparare le boccette di essenza floreale, con l'aiuto di un po' di brandy (rimpiazzabile con cognac, grappa o acquavite). La boccetta per il singolo paziente si prepara con acqua, una piccolissima dose di brandy e quattro gocce di essenza per ogni fiore che serve. 

Non è questa la sede per discutere se tali preparati a base di vibrazioni energetiche siano o meno efficaci. Ci limiteremo qui a parlare di alcuni di questi fiori, e di come gli stati d'animo ad essi associati siano pertinenti al lavoro dell'insegnante.

Iniziamo naturalmente con Impatiens, in italiano nota anche come Balsamina e Non-mi-toccare. 

Questo graziosissimo fiorellino è legato alle qualità spirituali della pazienza e della dolcezza d'animo. Nello stato negativo invece la persona è esasperata dall'incapacità e lentezza mentale di chi gli sta intorno e  a causa di questa insofferenza finisce per prendere decisioni affrettate e improvvide.
Si tratta indubbiamente di un fiore in cui qualsiasi insegnante dovrebbe fare il bagno almeno tre volte al giorno (ottenendo così, se non altro, una perfetta igiene personale) ma è anche indicatissimo per l'assoluta totalità degli studenti, dalla scuola materna in poi, di cui può lenire l'irrequietezza e l'esasperazione dovuta all'assoluta legnosità degli insegnanti con cui ogni giorno i poverelli sono costretti a confrontarsi.

Proseguiamo con Beech, che in Italia è conosciuto come Faggio Rosso, nobile albero dove qualsiasi insegnante assai spesso desidererebbe arrampicarsi per sfuggire all'umano consorzio e deprecare in pace la gran disgrazia di essere nato, e soprattutto di vivere circondato da sì soverchiante quantità di idioti:


Questo splendido albero è collegato alle qualità spirituali della comprensione e della tolleranza. Nello stato negativo porta a intolleranza, pregiudizi e generica insofferenza verso tutto e tutti. 
Un insegnante in stato Beech negativo è una vera iattura per chi gli lavora vicino, in quanto in lui scorre un perenne fiume di critiche verso colleghi, custodi, dirigenza (non parliamo della segreteria) e soprattutto verso gli alunni, perenne fonte di insoddisfazione in quanto pigri, viziati, vanesi, testardi, arroganti, incapaci e via dicendo. Oltretutto partendo dagli alunni è facile risalire alle Grandi Colpe dei Genitori e della Società, dei politici e, da qualche anno, anche di Facebook, responsabile di ogni nefandezza umana per il semplice fatto di esistere.
Dal momento che ogni insegnante attraversa una fase altamente Beech almeno una volta al giorno, anche questo fiore è caldamente raccomandato e dovrebbe, anzi, essere passato d'ufficio dalla mutua.

Chicory (sì, proprio la cicoria) è un simpatico fiorellino azzurro legato al potenziale spirituale della maternità e dell'amore altruista. Nella versione armonizzata, certo.


Quando non è ben armonizzato il tipo Chicory è estremamente attivo, invadente e manipolatore "per il bene degli altri". Gli insegnanti Chicory sono comuni come le margherite a primavera. Lavorano moltissimo, spesso svolgendo anche un sacco di mansioni che nessuno li obbliga a fare; preoccupatissimi del bene della scuola e degli alunni non lesinano sforzi né sacrifici per avviare le cose nella giusta ed esatta direzione da loro stabilita, né per formare e plasmare i ragazzi nel modo in cui devono diventare secondo le loro illuminate decisioni. Per meglio chiarire il concetto, tale insegnante non manca di far notare ripetutamente i numerosi sacrifici cui si sottopone per il bene degli altri, reclamando apertamente la dovuta riconoscenza e deprecando senza ritegno l'umana ingratitudine di chi lascia capire che tanti sacrifici non sempre sono graditi. In verità, anche chi esprime riconoscenza (non sempre del tutto spontanea) risulta comunque non esprimerne in quantità bastevole, per quanto ci provi, e infatti il lamento sull'ingratitudine umana e su come gli alunni non apprezzino in modo adeguato il prezioso impegno profuso per loro sono una caratteristica perenne quanto esasperante dell'insegnante Chicory.
Purtroppo, armonizzare un insegnante Chicory richiede interi fiumi di acqua imbevuta di vibrazioni energetiche. Ben più utile e risolutivo risulterebbe probabilmente un piccolo tentativo di sincera autoanalisi - ma è un po' come pretendere che una piramide diventi tonda di sua spontanea volontà.
In realtà questo tipo di insegnante avrebbe ed ha degli aspetti positivi, se non altro per la notevole dedizione al suo lavoro, ma è difficile trovarlo davvero simpatico e apprezzarlo dal profondo del cuore, anche per i ragazzi più disponibili e affettuosi. Più semplice sarebbe, forse, se il Chicory concedesse un po' di autonomia alle sue vittime e gli consentisse di intromettersi, anche in modo marginale, nelle scelte che li riguardano.

Assai comune tra gli insegnanti è pure il tipo Heather (erica) che non manca nemmeno tra gli alunni. Il principio positivo di questa pianta tanto bella quanto comune (soprattutto in Inghilterra) 

è legato all'empatia e alla capacità di soccorrere. In fase disarmonica Heather è una creatura disperatamente accentrata su sé stessa che sommerge chiunque gli capiti a tiro con dettagliatissimi resoconti di ogni sua vicenda, anche la più minimale, senza lasciare il benché minimo spiraglio per gli altri, chiunque siano, onde avviare un minimo di dialogo o di scambio.
Se l'insegnante Chicory spesso dà sui nervi ma ha comunque dei lati validi, l'insegnante Heather è esasperante e basta: costui o costei stordiranno chiunque capiti loro a tiro con le loro più private vicende e narreranno nei più intimi particolari la loro vita, le loro frustrazioni e le loro (infinite) difficoltà, e saranno troppo occupati in ciò per potersi permettere di perdere tempo con sciocchezze quali mandare avanti il programma e simili. In compenso lo sventurato collega che si trova preso nel vortice di un Heather in fase di esternazione incontrerà serissime difficoltà ad occuparsi di alcunché di concreto: impossibile correggere compiti, aggiornare registri, decidere un attività, preparare una lezione o anche solo compilare un modulo di richiesta ferie in presenza di un collega Heather.
Tuttavia nessuno come un Heather riesce a tenere a bada i genitori: semplicemente non li fa parlare - a meno che anche il genitore sia Heather, nel qual caso conviene munirsi di un grosso sacchetto di pop corn e godersi lo spettacolo, ché risulterà assai simile a uno scontro fra titani.

Meno letale si presenta Honeysuckle, ovvero il bel caprifoglio, che pure è abbastanza comune nella scuola:


Il principio di Honeysuckle è la capacità di trasformazione e rinnovamento. In fase disarmonica si tratta di una cozza tenacemente attaccata a un culto del passato inteso come Età Dell'Oro Ahimè Ormai Irreparabilmente Trascorsa: Honeysuckle vive in un perenne scontento, rimpiangendo amaramente la scuola dei bei tempi andati, quando i mulini erano bianchi, gli scolari rispettosi e pieni di umiltà, i genitori del tutto sottomessi e arrendevoli, gli insegnanti bravi e ben pagati e il mondo nel complesso era un posto assai migliore. 
Si tratta di una persona un po' esasperante;  tuttavia, ma purché si faccia attenzione a non esprimere mai in sua presenza il benché minimo apprezzamento per una qualsivoglia novità che in qualche modo si colleghi alla scuola (ma chi l'ha incautamente fatto una prima volta avrà gran cura di non ripetere il fatale errore) ci si può convivere senza troppi problemi. Sia come collega che come docente risulta magari un po' lugubre, ma spesso fa assai onorevolmente il suo lavoro e, purché si abbia la pazienza di sobbarcarsi qualche lamentela, può risultare un partner di lavoro perfettamente affidabile - anche se, per avviare progetti didattici particolarmente arditi e innovativi, sarà forse meglio cercare qualcun altro.

Ed eccoci a Hornbeam, ovvero il carpine, una pianta il cui principio è la vivacità interiore e la freschezza spirituale. 


Lo stato negativo Hornbeam è presente in ogni alunno che si trovi davanti il quindicesimo esercizio sul complemento predicativo dell'oggetto e in ogni docente che sia convocato per una nuova riunione che abbia lo scopo di definire gli obbiettivi di apprendimento per il curriculum della sua materia in rapporto alle ennesime indicazioni ministeriali: è un attacco di noia profonda associato all'insofferenza davanti a qualcosa di già fatto e rifatto, l'allergia alla routine, la stufaggine del "ossignoredinuovomaccheppalle". Ogni essere umano lo vive, ogni tanto o ogni poco, soprattutto sul posto di lavoro. Di solito ci si convive dignitosamente, ma un po' di fiorellini potrebbero essere d'aiuto - o anche solo un pomeriggio sotto il carpine in un bel giardino, magari con una compagnia simpatica (ad esempio un buon libro o l'amato bene).

Mimolus (pare che la traduzione sia "mimmolo") è il fiore degli insegnanti alle prime armi. 


Il principio positivo è legato al coraggio, alla fiducia e a una serena accettazione di sé. Nel principio negativo Mimolus è il povero coniglietto terrorizzato in mezzo a un branco di lupi famelici. Tutti quei colleghi minacciosi, quegli alunni crudelissimi, con la bocca stillante sangue, l'inflessibile Dirigente Scolastico, quei genitori implacabili, quanto ci metteranno a divorarlo vivo pezzo per pezzo? 
E in verità non sempre si tratta di paure destituite da ogni fondamento, perché spesso Dirigenti Scolastici, colleghi, alunni e genitori degli alunni sentono l'odore del sangue e soprattutto trovano semplice, conveniente e senza rischi banchettare a spese del povero nuovo arrivato. Mimolus andrebbe conservato nelle infermerie delle scuole in dosi industriali, e ogni nuovo arrivato dovrebbe assumerne regolarmente almeno un bicchiere ogni ora. In sua assenza, un sorriso e qualche parola gentile potrebbero sostituirlo almeno in parte. E' noto d'altronde che si trovano tavolta anche scolari di buon cuore, disposti a prendersi in carico il novellino e ad incoraggiarlo. In tutti i casi un po' di Mimolus prima di affrontare una nuova classe o una nuova scuola non faranno certo male.

Mustard è il fiore del burnout, malattia professionale degli insegnanti e non solo.


Il principio armonizzato è la serenità e la chiarezza luminosa. Nella forma disarmonica è una cupa malinconia che toglie la gioia di vivere. Molti insegnanti giungono per gradi a questo triste punto d'arrivo, e a quel punto probabilmente, oltre a prendere Mustard e magari anche Gorse e Gentian (la triade della depressione) risulterebbe utile anche un anno sabbatico, ove possibile, e ancor di più un bel cambio di lavoro.
Tutto ciò sarebbe comunque più agevole se l'insegnante stesso si rendesse conto del suo triste stato. Disgraziatamente, chi è in stato Mustard negativo non sempre realizza la drammatica condizione in cui si trova, e soprattutto non dispone della lucidità necessaria per studiare una via d'uscita da quella deplorevole situazione.

Altro fiore tipico per gli insegnanti è Pine, ovvero il buon vecchio pino:


E' il fiore del pentimento e del perdono; lo stato negativo invece è legato ad un continuo crogiolarsi nel senso di colpa per i propri errori e financo per gli errori degli altri (che è sempre possibile attribuirsi con un po' di buona volontà e una certa megalomania tipica del mestiere dell'insegnante).
Il motto del Vero Insegnante infatti è "non ho fatto abbastanza". Siccome non c'è dubbio che, per quanto uno faccia, assai raramente riuscirà a fare "abbastanza", soprattutto quando una situazione è grave e legata a decine di cause e concause, qualsiasi insegnante può senz'altro attribuirsi facilmente le decine e decine di esiti negativi che attraversano inevitabilmente la vita dei suoi allievi ed ex allievi (soggetti anche loro, come tutti, ai tristi accidenti del caso) e rivangarli per anni e anni. Del resto è altresì noto che la scuola in generale vive oberata sotto infinite accuse di "non fare abbastanza" riguardo ai rami più vari dell'esistenza - ad esempio dovrebbe "inculcare veri valori" (qualsiasi cosa essi siano) e "formare i giovani", il tutto "rispettandone la personalità" - e già solo con questa terna la possibilità di "fare abbastanza" è persa per sempre.
Probabilmente è questo il motivo per cui moltissimi giardini di scuola contengono diversi alberi di pino: in tal modo sarà più facile preparare cospicue damigiane di tintura madre di Pine con cui alleviare il senso di colpa del personale scolastico al gran completo senza prosciugare le riserve del Centro Bach, dove vengono prodotte la maggior parte delle boccette di fiori di Bach oggi in commercio.
Tuttavia in alternativa, o in aggiunta, alla terapia floreale, sarebbe forse opportuno che gli insegnanti cercassero di venire a patti con la loro mancanza di onnipotenza - un aspetto del loro carattere, questo, che la maggior parte dei docenti tende a rimuovere.

Rock Water non è un fiore, semplicemente, come dice il suo nome, acqua sorgiva. 


Il principio Rock Water è la libertà interiore e la flessibilità mentale. Nello stato negativo predominano la rigidità mentale e l'attaccamento a principi inderogabili.
Pochi lavori si basano quanto l'insegnamento sulla necessità di un enorme flessibilità mentale; e pochi lavori quanto l'insegnamento amano ingabbiarsi in regole maniacali e scorie rugginose. 
Ogni scuola dovrebbe dunque disporre di non meno di due sorgenti di purissima acqua sorgiva (che tra l'altro contribuirebbero assai al benessere fisico delle giovani scolaresche che le frequentano). In mancanza di queste, tuttavia, l'insegnante - oltre a tenere piccoli acquedotti personali che gli consentano un adeguato uso delle immense quantità di acqua di sorgente necessarie a ben svolgere il suo lavoro - potrebbe tentare di ricordare il più spesso possibile che non esiste problema che abbia meno di diciotto soluzioni, così come  non esiste regola che non sia un piacere infrangere spesso e volentieri; qualora l'insegnante stesso non provveda in tal senso, tuttavia, saranno le giovani scolaresche di cui sopra che provvederanno con atti, pensieri e parole ad avviarlo su questa linea di pensiero.

Vine è la vite. Proprio quella che dà l'uva (nonché il vino, previa trattamento dei frutti).


Non vi è dubbio che, per mantenere adeguata sanità mentale con cui svolgere al meglio il suo delicato e complesso lavoro, ogni insegnante dovrebbe innanzitutto assumere copiose quantità di vino, possibilmente pregiato, anche se magari non prima delle lezioni, bensì dopo, allo scopo di meglio rimettersi dalle lezioni suddette; tuttavia, per una lunga serie di motivi, è forse opportuno che le scuole non si dotino di apposite e ben fornite cantine, e anzi è meglio che codesto aspetto venga gestito discretamente dal docente nella sua vita privata.
In floriterapia Vine si collega all'autorità e capacità di imporsi, entrambe doti assai utili ad un insegnante. Tuttavia, come chiunque sa, un insegnante in aspetto Vine negativo è un vero disastro: autoritario, rabbioso, permaloso, suscettibile, arbitrario, rigido, irragionevole, nonché convinto di essere sempre e perennemente nel giusto, costui o costei riuscirebbero a risvegliare l'istinto alla ribellione financo nei più mansueti frati francescani, e figurarsi in una pur paziente classe di fanciulletti nell'età dello sviluppo. Son questi i casi in cui, oltre a una buona dose di Vine al docente, sarebbe opportuno somministrare anche ingenti quantità di Impatiens agli sventurati alunni di turno nonché al Dirigente Scolastico che, almeno due volte a settimana, si ritrova impelagato in un potenziale inizio di guerra civile.
Disgraziatamente per un insegnante lo stato negativo Vine è tra i più difficile da sdipanare, con o senza fiori di Bach.

Il più importante fiore degli insegnanti tuttavia è senza dubbio Water Violet, una violetta d'acqua che non è molto viola e più che timida appare sfuggente e ritrosa.


Il bello dell'insegnante Water Violet è che funziona benissimo anche in stato disarmonico: elegante, felpato, autorevole, carismatico e fascinoso viene comunque apprezzato dagli alunni, che ne conservano spesso un buon ricordo nonostante il distacco che gli dimostra. Diciamo che è un insegnante che se la tira un po' troppo e sta molto sulle sue.
Nello stato armonico è l'insegnante che tutti sognano, perché oltre alle doti sopra elencate si dimostra comunicativo, saggio e adeguatamente umile. Praticamente un gioiello.
Qualsiasi Dirigente Scolastico provvisto di un barlume di buon senso spenderebbe volentieri tutto il Fondo d'Istituto per procurarsene uno e qualsiasi scolaresca si adatterebbe di buon grado a portarsi la carta igienica da casa e a pulire personalmente la scuola pur di averne uno.
Il problema è che sono rari. Molto rari.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Fantastico, assolutamente fantastico !
Lo propongo come post dell'anno !

Anonimo SQ

la povna ha detto...

Ussignur. Il solo pensare ai fiori di Bach mi mette addosso un misto di angoscia, orrore e irritazione.

Linda_chi? ha detto...

epperò non dici che tipo di insegnante sei TU! e, dunque, qual è il TUO fiore di Bach (Johann Sebastian, ovviamente). ^___^

ha detto...

Caspita, un vero trattato!
Io sono stata scettica a lungo sui FdB, li ho comprati, abbandonati subito, rivalutati quando mi hanno regalato un libro molto bello, messi nei "non mi convince ma male non fa...", dimenticati, ora son di nuovo a rivaluarli, come ho fatto con l'omeopatia (ma non tutta). Ma il tuo post comunque ha molto di condivisibile, a prescindere dai fiori. ;-)

Murasaki ha detto...

@Anonimo:
Grazie, davvero troppo onore ^__^

@la povna:
E tu non ci pensare!
(Oppure prendi Mustard per l'angoscia, Wild Rose per l'orrore e la sensazione di panico e Beech per l'irritazione ^__^)

@Linda:
Non saprei davvero dire che tipo di insegnante sono. Non sono particolarmente Heather perché parlo ben poco dei fatti miei a scuola; probabilmente sono un po' meno Chicory della media degli insegnanti di Lettere, o almeno così mi illudo; il burnout al momento non è un problema per me, quindi niente Mustard, e gestiscp decentemente anche i sensi di colpa, quindi non troppo Pine. Certamente Rock Water e Beech hanno molto, molto da dirmi e avere in giardino una sorgente circondata da faggi mi sarebbe di estrema utilità - senza contare che il faggio, come tutti gli alberi, puoi usarlo sotto forma di LEGNO per darlo in testa a chi ti irrita quando ti senti particolarmente Beech :)

@Ci:
Li ho usati molte volte e ho anche amiche floriterapeute che li hanno studiati con gran cura. A me sono stati molto utili, ma vedo che tanti non li usano e se la cavano benissimo. La descrizione dei 38 tipi con relative problematiche però mi è sempre parsa molto interessante e mi ha aiutato a vedere le persone da una diversa prospettiva. E che gli insegnanti sono spesso possessivi, logorroici, acidi e inclini ai sensi di colpa si può condividere anche se dei fiori di Bach non ce ne frega niente :)

il grigio ha detto...

... e nel tuo giardino circondato dai faggi c'è anche una collinetta con caverna e porta circolare?

Murasaki ha detto...

Sì, e la porta è verde, con una strana runa incisa sopra :)

Monica ha detto...

Conosco e uso i fiori di Bach da decenni: per me, Bambino, marito, gatti, piante e... colleghi (solo quelli meno inclini al cullare i loro stati negativi, però). Ho dato un nome e un cognome (preso dall'elenco alfabetico per il collegio dei docenti!) a tutte le tipologie di collega-in-stato-di-fiore-negativo-e-disarmonico (che tu hai magistralmente descritto).
Una boccetta del fiore giusto per ciascuno di loro, e la nostra diventerebbe la scuola modello dell’universo.
Splendido post!
Un abbraccio,
Monica

Murasaki ha detto...

Abbraccio ricambiato, Monica, e Grazie ^__^
(si sa che i Collegi Docenti si assomigliano un po' tutti...)

Anonimo ha detto...

ahaha per me che ho preso il nik da uno dei fiori questo post è divertente...ma il mio non c'è

Murasaki ha detto...

Agrimony è un tipo più universale, può fare l'insegnante (bene) come qualsiasi altro lavoro (bene anche quello).
Ci avevo pensato su, proprio perché sapevo che probabilmente avresti letto il post ma in realtà la tendenza a non lamentarsi NON è affatto tipica del corpo insegnanti!