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martedì 12 agosto 2014

Manuale del Perfetto Insegnante - Di come sia invero assai complesso valutare quali siano gli Insegnanti Più Meritevoli e ricompensarli per la loro meritevolezza


Le montagne erano ancora giovani sotto la luna e già si parlava delle pingui ricompense da assegnare agli Insegnanti Più Meritevoli. 
Da allora non sono stati fatti grandi progressi in proposito, e le promesse sono rimaste promesse. Ciò  non è da attribuirsi soltanto ai consueti motivi di cui va tenuto conto in cotal questioni - ovvero che promettere ricompense è senz'altro più facile ed economico che erogarle, oppure che talvolta una promessa, per quanto scarsamente credibile, aiuta almeno all'inizio a far digerire tagli e decurtazioni dei più vari tipi; perché per il caso degli  incentivi da attribuirsi ai docenti meritevoli sussistono anche altre difficoltà oggettive, che si possono in sintesi rubricare tutte sotto la voce "E come diamine si fa a riconoscere gli insegnanti effettivamente meritevoli?".

All'apparenza sembra un falso problema: perché a (quasi) tutti sembra facile riconoscere di primo acchito gli Insegnanti Meritevoli. Che problema c'è? Sono quelli bravi, giusto? Quelli che si sa che sono bravi. 

E tuttavia, al momento di individuare questi Insegnanti Meritevoli, si avverte la necessità di un parametro un tantino più trasparente del "si sa che sono bravi" - qualcosa, insomma, che sia possibile verificare con i cosiddetti criteri oggettivi, giusto per essere ragionevolmente sicuri che il docente X non sia classificato come Meritevole solo in quanto strettamente apparentato con l'onorevole Y. 

Iniziamo con la preparazione, che all'apparenza sembra relativamente facile da indagare. Dopotutto, si finisce in cattedra perché si è presa una laurea o apposito diploma in una determinata disciplina o in una determinata scuola e poi si è superato un concorso. 
E già lì cominciano i problemi, perché, se tutti i canali di abilitazione sono considerati concorsi, si sa che, almeno in Italia, ognuno può essere concorsato in almeno cinque modi diversi, a seconda della legge sull'arruolamento che vigeva al momento i cui il docente è diventato tale. Accanto al focolare, la sera, sbucciando castagne, si raccontano casi di gente finita a insegnare greco al liceo classico dopo avere fatto una tesi su Pippi Calzelunghe sgusciando abilmente tra le maglie della legislatura. Chissà se è vero, ma comunque si racconta; e una volta che lo Stato ti ha abilitato all'insegnamento perché così gli girava, non può venirti a dire sette anni dopo che il tuo corso di studi fa di te un docente Non Meritevole - senza contare che una tesi su Pippi Calzelunghe non impedisce di studiare il greco fino a saperlo in modo meraviglioso. 
Si può, certo, verificare l'eventuale curriculum fatto dopo il corso di studi di base. Se hai fatto un dottorato sull'accelerazione delle particelle si suppone che tu sia al corrente dei principali fatti della fisica, se hai al tuo attivo tre pubblicazioni sull'epigrafia latina si dà per scontato che tu abbia una certa dimestichezza con il latino eccetera. 

Tuttavia, il fatto che X sappia decifrare nel migliore dei modi le epigrafi romane non accerta in alcun modo che sappia insegnare il latino. Ma siccome l'Insegnante Meritevole prende uno stipendio per - appunto - insegnare sarebbe forse il caso di insistere su quel tasto, perché è cosa nota che sapere qualcosa e saperla insegnare sono due cose assai distinte. 

Certo, la preparazione si potrebbe verificare con gran cura prima  di mandare qualcuno in cattedra - davvero, sarebbe una buona idea. Si può anche continuare a verificare, a scadenze regolari, dopo che il docente X ha cominciato ad insegnare. Ma al momento nella scuola italiana non si fa, e dunque non è su questa base che si può attribuire la qualifica di Insegnante Meritevole - anche perché interessa che l'insegnante, meritevole o meno, abbia una preparazione adeguata a ciò che insegna, e a quel punto occorrerebbe stabilire se conoscere le iscrizioni latine ne fa un insegnante migliore o peggiore di chi delle epigrafi latine si è interessato con grande moderazione ma magari si è dedicato soprattutto a trovare tecniche e modi di insegnamento che rendessero digeribili ai suoi alunni le cinque declinazioni, le quattro coniugazioni,  la perifrastica attiva e passiva e tutti gli annessi e connessi del caso.

Quando si arriva agli altri criteri di valutazione, ci si ritrova in un pantano al cui confronto i  criteri di valutazione della preparazione curriculare sono un praticello verde di velluto dove ognuno riesce a muoversi con grande disinvoltura.

Che dire ad esempio della capacità di insegnare? O della scelta del programma (che va pure a cozzare contro l'irrinunciabile libertà di insegnamento, in base alla quale il docente (che è l'unico a conoscere la classe per quel che riguarda la sua materia) stabilisce programma e argomenti? O dei risultati delle classi che sono legati prima di tutto alla variabile dell'impegno che i singoli studenti sono disposti a dedicare allo studio ma anche a questioni non secondarie di apprendimenti precedenti e di livello sociale e culturale? E' noto che lo stesso insegnante può sortire risultati assai diversi a seconda della classe e della scuola, e definirlo Meritevole in base a una quota a percentuale (destinata a variare a seconda degli anni) non sembra un sistema eccezionalmente valido.

Tanto meno sembra valido, come criterio, la disponibilità a fare ore supplementari o ad impegnarsi in attività extracurricolari, essendo la prima talvolta legata a questioni assai strettamente economiche  e la seconda non necessariamente collegata alle capacità didattiche: perché un buon organizzatore non è necessariamente un docente più meritevole di chi non sa o non vuole trovare il tempo da dedicare ad attività che magari intralciano il lavoro in classe.

Infine, resta il grandissimo dilemma di chi sarebbe qualificato a separare gli Insegnanti Meritevoli dai Meno Meritevoli. Il Dirigente Scolastico, la cui stima verso un docente è spesso ancorata all'unico parametro della quantità di genitori che eventualmente il docente può irritare? I genitori, che solitamente di quanto avviene a scuola sanno solo quel che gli  viene raccontato dai figli? I colleghi, in palese conflitto di interessi? Gli alunni, che oltre a un conflitto di interessi ancor più vistoso sull'argomento sono spesso mossi, più o meno consapevolmente, da un insieme di sentimenti non sempre razionalissimi che per loro sono strettamente collegati alla questione "scuola"? Una rappresentanza scelta di tutte queste categorie*, magari integrata da un altrettanto scelta rappresentanza di coniugi, amanti occasionali, amici d'infanzia, parenti e negozianti del quartiere di residenza?

Laddove sembra questione molto complessa quella di una divisione tra Insegnanti Più Meritevoli e Meno Meritevoli, sembrerebbe invece relativamente facile individuare quei pochi insegnanti Apertamente Immeritevoli che si rendono colpevoli di comportamenti del tutto inadeguati, e che raramente subiscono sanzioni ma che vengono convinti (o che, più spesso, si cerca di convincere, non sempre con grandi risultati) a cambiare scuola**,  magari aiutandosi, invece che con Grandiose Promesse mai mantenute di Futuri Severissimi Regolamenti Sanzionatori, con l'impiego di un piccolo contingente di personale esterno alla scuola ma qualificato a eseguire periodiche ispezioni. Ciò senz'altro non basterebbe a garantire ad ogni scuola una fornitura completa di insegnanti adorni di ogni pregio, ma potrebbe sortire spesso l'avvio di circuiti virtuosi e sollevare molte scolaresche innocenti da situazioni invero assai disagevoli. 
Per quanto apparentemente semplice, tuttavia, questa banale soluzione non sembra essere mai stata presa in considerazione, almeno negli ultimi decenni***. 

*per quanto sembri davvero incredibile a dirlo, per qualche settimana qualche anno fa corse effettivamente la voce, mai davvero confermata, che la scelta sarebbe stata appunto compiuta da tutte queste componenti. Si narra (ma forse è solo una leggenda) che in quell'occasione perfino i sindacati rimasero senza parole. 
**e che non di rado vengono appunto rimpallati da una scuola all'altra fino al tempo della pensione, a scarsissimo vantaggio dell'utenza.
***si racconta (ma chissà se è vero) che un tempo costoro esistessero. Stando a questa leggenda, erano chiamati Ispettori. Non disponiamo però di prove concrete, nemmeno archeologiche.

2 commenti:

Aliceland ha detto...

Io ne ho visto uno (di ispettore), venne a "ispettare" una collega qualche anno fa...una che si dava da intendere di insegnare matematica. L'ispezione fu fatta per benino, infatti fu riconosciuto dall'ispettore che la signora aveva difficoltà persino con le quattro operazioni base. Risultato? Il Preside ha dovuto decretare la sua sorte ed ha decretato che essa non potesse più insegnare...nella sua provincia.
Sarò fissata, ma io ho trovato il dead man/woman walking della scuola (fischietto indifferente).
Let's kill them all!

Murasaki ha detto...

Esempio perfetto, direi. Che se non sai le quattro operazioni, poniamo, a Caltanissetta, e non ti è venuta voglia di impararle, difficilmente le saprai semplicemente spostandoti a Palermo.
BAH!