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venerdì 22 agosto 2014

Il seggio vacante - J. K. Rowling


Finalmente, a due anni dalla sua uscita, il libro è rimasto libero quanto bastava perché riuscissi a prenderlo in biblioteca. Mi sono accinta dunque alla lettura piena di buona volontà, spirito di comprensione e pazienza, perché dalle descrizioni non sembrava il mio genere e soprattutto perché, dopo un successo come quello di Harry Potter, che ha inciso profondamente sull'immaginario collettivo e sulla storia dell'editoria (e non solo su quella per giovani adulti) sbagliare almeno un po' e almeno un libro mi sembrava del tutto inevitabile. Insomma, ero decisamente ricolma di pregiudizi. Invece mi è piaciuto molto e forse non è nemmeno vero che non è il mio genere.

Cominciamo dalla storia, che è quella di una trasmigrazione alchemica (non è del tutto una mia mattana, ne accenna proprio l'autrice, verso i tre quarti del romanzo).
Siamo a Pagford, una graziosa e piccola cittadina molto old England, ricca di nobili tradizioni e pregevoli edifici storici.
Ahimé, nemmeno per Pagford sono tutte rose e fiori, perché proprio attaccato al paese c'è... ci sono... insomma loro, gli indegni: un quartiere di case popolari abitato sì in parte anche da persone rispettabili, ma pieno di persone disagiate: poveri, scalcinati, disoccupati di professione, gente con una vita per nulla rispettabile, addirittura anche drogati. Per loro hanno perfino messo un centro di disintossicazione dentro Pagford. Ma non c'è dubbio che tutto il pacchetto degli sfigati dei Fields appartenga in realtà alla vicina città di Yarvil, che dovrebbe riprenderselo al più presto.

In tutti quegli anni però i Fields si erano ostinati a far parte della circoscrizione territoriale di Pagford, nonostante i ripetuti tentativi di Pagford di scrollarseli di dosso. Non solo: dai Fields erano anche arrivati occasionali consiglieri di circoscrizione, compreso Fairbrother , che in qualche modo era riuscito ad operare una sorta di saldatura tra le due anime della cittadina, quella rispettabile e quella sciamannata.
Anche il Consiglio comunale quindi ha due anime, che all'apparenza Fairbrother riesce a tenere insieme. Ma già alla terza pagina Fairbrother muore, nel più improvviso dei modi, di aneurisma. 
Sembrerebbe dunque arrivato il momento della riscossa per la fazione dei Rispettabili, senonché proprio la morte di Fairbrother mette in modo una serie di piccoli sommovimenti interni che con l'andare delle pagine diventano sempre meno piccoli e sempre più ramificati, intrecciandosi e moltiplicandosi tra loro. Per tutti i protagonisti (una buona ventina) si aprono dunque nuove strade, nuove possibilità, nuovi trabocchetti e per tutti loro la vita cambierà, all'inizio in modo impercettibile e poi sempre più evidente, fin quando, di nuovo, si opera una parziale saldatura tra le due anime della cittadina e il Consiglio si ritroverà con la stessa composizione numerica che aveva prima dell'inizio del romanzo. Se però i numeri sono rimasti gli stessi, dietro ai numeri ci sono delle esistenze che sono profondamente cambiate - e alcune, ahimé, che si sono spezzate. La trasmigrazione alchemica ha operato per tutti, ma in modo diverso per ognuno: qualcuno si è decisamente avviato verso la raffinazione, altri si sono ritrovati nell'inatteso ruolo di materia inerte (scorie, in pratica). Qualcuno è morto, qualcuno è uscito dall'impasse che gli impediva di vivere davvero e qualcun altro è ancora in mezzo al guado.

La trama è molto ricca e ben costruita, con tante piccole tessere che si rincorrono e si tampinano tra loro cercando il loro posto nel mosaico. Ogni evento o gruppo di eventi simili  contribuisce, influenzando gli altri eventi e personaggi in modo a volte impercettibile, e tutto ciò è molto raffinato, anche se in qualche caso vien da pensare che l'autrice poteva dare una sforbiciatina qua e là - diciamo che con un 10-15 per cento di testo in meno, il romanzo avrebbe brillato di più.

Molte sono le sfide che l'autrice si è autoimposta. La prima è stata quella di far morire il personaggio principale alle prime pagine, trasformandolo in un fantasma che verrà ricostruito (ma solo in parte) dai ricordi di tutti gli altri protagonisti. La seconda è stata fare un romanzo corale, anche se dopo sette libri visti quasi tutti attraverso gli occhi di un solo protagonista, più che una sfida dev'essere stata una liberazione. La terza è stata il linguaggio, più crudo e a tratti sgradevole. Oh perdincibaccolina, tutti quei ragazzi che non fanno che dire "cazzo di qua" e "cazzo di là"... e perfino gli adulti parlano e financo pensano in modo davvero sconveniente! E tutto ciò ha abbastanza scioccato i lettori, e appunto quello voleva fare. Infine, c'è il rapporto tra genitori e figli, che non è solo questione di qualche scontro generazionale: oltre a una vasta gamma di sentimenti ambivalenti c'è anche molto, autentico odio, e non sempre si placa con la fine del romanzo. La saga di Harry Potter è un lungo inno all'amore filiale e genitoriale (tranne, sì, la famiglia di Voldemort, dove non se ne salva uno che sia uno); qui, senza dubbio, viene mostrato l'altra faccia della medaglia.

A dire il vero però non l'ho trovato così completamente  diverso da Harry Potter; anzi, non sono nemmeno sicura che per certi versi non sia contemporaneo ad Harry Potter : tra il Calice di Fuoco e l'Ordine della Fenice ci fu una pausa di tre anni dovuta appunto al fatto che l'Ordine della Fenice non riusciva a quagliare. In un intervista concessa tempo dopo J.K. Rowling raccontò che una parte di quei tre anni l'aveva dedicata a scrivere altre cose, per adulti - si era insomma un po' disintossicata. Sospetto che in queste "altre cose" ci fosse almeno una prima stesura del presente romanzo, o di qualcosa che ha poi portato qui, al Seggio Vacante.
La saga di Harry Potter in realtà non è una storia molto soft: i primi due libri finiscono bene, il terzo abbastanza bene, ma quello che segue non è un idillio fiorito. Certo, il protagonista sopravvive sempre - siamo seri, non puoi fare una saga di sette volumi dedicata ad Harry Potter e ammazzare Harry Potter verso la metà. I morti però non mancano, e muoiono sempre e accuratamente di morti strazianti - e probabilmente la più straziante fra tutte è quella di Sirius Black, che ha fatto quasi sempre una vita d'inferno e muore giusto un attimo prima di quella che potrebbe essere per lui una svolta decisamente positiva. Harry sopravvive per sette volumi (e dopo avrà una vita serena e piacevole, che mi sembra molto giusto) ma da quando il suo nome viene estratto dal calice di fuoco i suoi momenti felici, o anche solo decenti, si contano sulle tradizionali dita della mano di un monco, e anche chi gli sta intorno passa momenti decisamente critici in gran quantità. Quanto ai personaggi sgradevoli (per non dire abominevoli, di quelli che si fanno odiare senza redenzione) oltre al nonno paterno di Voldie possiamo segnalare senz'altro la giornalista Rita Skeeter, l'ineffabile Umbridge e l'apparentemente solo debole Caramell (ma ci potremmo infilare anche Scrimgeur, entrambi politici a tutto tondo): tutta gente per cui qualsiasi insulto del modesto vocabolario di cui dispongo sembra del tutto inadeguato e, tutti, autentiche iatture per chi ha la sventura di ritrovarseli tra i piedi, sempre e comunque -  tutti, però, tragicamente realistici. O forse dobbiamo dire reali?
Ma c'è anche un personaggio che è saltato fuori dalle pagine di Harry Potter per approdare a Pagford pari pari com'era, solo un po' cresciuto: Ron. Sì, il caro Ronald Weasley, che io in verità ho sempre trovato un po' esasperante, anche se non si può volergli davvero male, reincarnatosi per l'occasione in Gavin, con l'aggravante di qualche anno di più, e tanti sinceri auguri di buona fortuna alle donne che hanno l'infelice idea di prenderlo in simpatia, e soprattutto di prenderlo sul serio - una tipologia di brava persona in cui davvero parecchie di noi sono inciampate almeno una volta, in vita loro...

Infine, il funerale alchemico, dove il dolore o qualcosa che va perfino al di là del dolore salda un gruppo di componenti eterogenee, almeno sul momento. J.K. Rowling ha una vera simpatia per questo tipo di scena conclusiva. Ben due dei romanzi di Harry Potter si chiudono con un solenne funerale  e ne troviamo uno in chiusura del Seggio Vacante. Da  quello che mi è parso di capire, non molti lettori ne hanno apprezzato la valenza consolatoria, ma ammetto che a me è piaciuto molto e ne ho tratto un certo conforto.

E, naturalmente, mai più riuscirò ad ascoltare Umbrella di Rihanna con indifferenza!

Il libro è stato recensito più volte nel Venerdì del Libro: sicuramente dalla povna, da Paola, nostra eccellente ospite, e da Malanotteno - spero di non avere dimenticato nessuno, ma temo di sì. Io arrivo per ultima, ma credo di essere quella cui è piaciuto di più perché ci ho fatto quasi nottata.

Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Homemademamma e auguro a tutti un felice fine settimana.

12 commenti:

ellegio ha detto...

Io ce l'ho in lista d'attesa da un bel po'. L'avevo comprato - con la scusa di regalarlo al marito, che in effetti me n'ha parlato bene - ma per qualche ragione non ho mai trovato il mood giusto. Mi sa che me l'hai fatto venire :-)

la povna ha detto...

A me era piaciuto, se ti ricordi! E anche io avevo notato le somiglianze strutturale, e pure tematiche con HP fin da subito. Secondo me è un romanzo interessante, che vale proprio la pena e - @LGO - per quel poco che capisco di te secondo me dovrebbe piacerti.

la povna ha detto...

ps. Che Skippy muore, che ho recensito qualche settimana fa, sia debitore (anche) a HP l'ho scritto nella mia recensione, ma solo rileggendo idealmente il Seggio tramite la tua mi rendo conto di quanto siano evidenti i parallelismi anche tra queste due opere, grazie della dritta!

pps. Tra i personaggi odiosi di HP non dimentichiamo la cara Bellatrix, alla quale è dedicata una delle poche parolacce ("Not my daughter, you, bitch!") della serie - non saga, per cortesia! - intera.

maris ha detto...

Ecco, questo è un libro che prima o poi dovro leggere. Ma devo anche confessare una cosa: non ho letto nulla diquesta autrice finora! Harry Potter lo consoco solo di fama, ma credo che arriverà anche il suo momento tra le mie letture.

Intanto grazie per l'attenta recensione, mi è piaciuta.

Buon weekend!

Murasaki ha detto...

@LGO:
non so se serve un mood particolare: è la Rowling, si fa leggere comunque, quasi da tutti^__^

@ la povna:
ho rletto la tua recensione, prima di imbarcarmi nella mia. Tu l'hai messa "ampiamente sopra la sufficienza", io andrei intorno all'otto.
(Confesso che Bellatrix per me non è insopportabile quanto quelli che ho citato. E' pazza furiosa, pericolosissima, e lo era anche prima di Azkaban, ma ai miei occhi ha un tocco grandioso che la rende più accettabile, come Voldie. Nel Seggio questo tipo di personaggi non c'è, ma ho odiato con tutte le mie forze Simon Price e Obbo - che certo il tocco grandioso non ce l'hanno. E la moglie di Simon, anche)

@maris:
ammettiamolo: si sopravvive anche senza aver letto Harry Potter, e in effetti niente impedisce di vivere ciò nonostante una vita ricca e felice. Però a me è piaciuto tanto ^__^

la povna ha detto...

Ampiamente sopra la sufficienza per me è 7 e 1/2, sostanzialmente siamo lì! Bellatrix è un geandissimo personaggio, meglio descritto di uno Scrimgeour, per dire. Resta un gran stronza, però...

Stefania ha detto...

Io per il momento mi sono limitata a leggere recensioni, compresa la tua... ma ancora non mi sono avvicinata a questo libro che, comunque, ogni volta che vado in libreria mi colpisce... sarà anche per via della copertina che non passa inosservata?

Murasaki ha detto...

@ la povna:
Beatrix è, assolutamente e senza discussioni, una grandissima stronza. Ubi hoc non pluit.

@Stefania:
nella sua semplicità la copertina si fa davvero notare. Con raro buonsenso (o forse costretti dall'autrice) da noi hanno ripreso pari pari quella originale.

La prof ha detto...

Mi è piaciuto molto (anche per me una sorpresa), soprattutto per quello che racconti tu, la costruzione e gli smottamenti minimi che però piano piano montano e costruiscono il tutto.
La Rowlings continua a essermi antipatica, ma ho letto anche un suo giallino (sotto altro nome) e l'ho trovato piacevolissimo.

Murasaki ha detto...

Sì, tutti dicono gran bene del giallino; solo che per ora in biblioteca è straprenotato, quindi aspetto...

erika tazze spaiate ha detto...

E' un pò che voglio leggere questo libro ma in biblioteca non è mai disponibile, persevererò nella mia attesa.
La tua recensione e tutte quelle somiglianze con Harry Potter danno al libro già qualche punto :-)

Murasaki ha detto...

@Erika
In effetti anch'io sono riuscita a metterci sopra le mani solo grazie all'aiuto del Generale Agosto!