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venerdì 29 agosto 2014

A strati, come la collina di Troia

Appunto, questa è una foto degli scavi di Troia.

La scuola di St. Mary Mead è strana. Costruita nei primi anni '70, al suo interno accoglie tre sezioni tre, per un totale di nove classi e non più di duecento alunni, dalla notte dei tempi non è più sede di segreteria - eppure produce una incredibile quantità di detriti archeologici, stratificati nei posti più strani.
Ogni estate le due custodi stabili, dopo aver eseguito i consueti lavori di ripulitura estiva (che contemplano, accanto a lavori di routine, come il Grande Lavaggio Vetri o lo Spostamento Banchi Per le Nuove Classi, anche operazioni piuttosto complesse, come l'annuale sterminio dei nidi di vespe che ogni estate danno prova di scarso buon senso  nidificando accanto alle finestre e ogni estate vanno perciò sterminate a colpi di cianuro) dedicano gran quantità di tempo e di energie a colossali opere di Sgombero e Eliminazione di immani quantità di carte e cartacce, pezzi di macchinari ormai in disuso, banchi rotti et similia; ma nonstante tutto ciò, la scuola continua ad essere piena come un uovo di roba risalente ad ere geologiche imprecisate.
Nel mio piccolo, da qualche anno lotto anch'io insieme a loro, dedicandomi a una modesta ma costante opera di sgombero della Sala Insegnanti, dove carte e libri si accumulano con una velocità impressionante nonostante i miei coraggiosi tentativi e in barba all'immane quantità di carta che butto a scadenze regolari negli appositi contenitori gialli per il riciclaggio. In effetti quando sono arrivata lì per la prima volta, ormai otto anni fa, la Sala sembrava affogare nella carta, mentre adesso qua e là si intravedono piccoli spazietti liberi - niente comunque di nemmeno vagamente proporzionabile a quanto è stato gettato. A tal proposito mi sono costruita una teoria in base alla quale esiste una quarta dimensione spaziale dove la roba si è accumulata, e da dove sta gradualmente riemergendo. Non mi è chiaro però se questa quarta dimensione è collegata con qualche sorgente primigenia dall'inesauribile produzione.
L'anno scorso, al grido di battaglia "Riordiniamo la biblioteca dei docenti!" ho riempito 26 casse di enciclopedie e libri di didattica degli anni '70 ancora in buono stato e, dopo aver stilato un elenco del contenuto, le ho fatte rimpiattare in una stanza asciutta e pulita nel sotterraneo. Inoltre ho buttato via almeno il doppio tra enciclopedie e libri di didattica degli anni '50, '60 e '70 in pessimo stato, oltre a due buoni metri cubi di riviste di archeologia, didattica e legislazione scolastica dello stesso periodo. Dove accidenti stesse quella roba prima che sgombrassi in tal modo la Sala non so, ma garantisco che dopo cotal fatica (da tutti accolta con infinite lodi ed esclamazioni di sollievo) la stanza sembra piena più o meno come prima, e tuttora fatichiamo a trovare un posto dove tenere le prove scritte dell'anno scolastico in corso.
Comunque, alla fine dell'immane opera, avevo liberato un po' di spazio qua e là. E giusto quest'anno è arrivata un insegnante di Tecnologia che ha avuto la brillante idea di far tenere a ognuno dei ragazzi una cartellina con i suoi lavori, custodendo però le cartelline non in classe, come usa di solito, bensì in Sala Insegnanti. Così adesso abbiamo nove pile di cartelline nove, stipate in due scaffali che avevo finalmente liberato - scrivo "abbiamo" perché, scaduto il contratto annuale, la collega ci ha lasciati, ma ci ha lasciato anche le nove pile di cartelline. Del resto, portarsele a casa non avrebbe avuto molto senso (ma, magari, restituirle ai ragazzi forse sì?).
Altri piccoli spazietti sono stati prontamente invasi da due colleghe di Lettere* e riempiti con immani pile di libri. Vabbe', mi sono sobbarcata tutta quella fatica appunto perché chi lo desiderava potesse portarsi qualche libro da casa, se credeva (ed evidentemente qualcuno ha creduto). E' comunque un piacere accorgersi di non aver faticato invano.

Quest'anno ho deciso di venire a scuola qualche ora, nell'ultima settimana di Agosto, per badare un po' alla biblioteca; ho così avuto l'opportunità di assistere, seppur da lontano, a una parte della sessione di scavi archeologici.
Il Lunedì ho trovato le custodi in Presidenza**, dove da sempre troneggia un orribile mobile anni '50 di cui si sono perse le chiavi da tempo immemorabile. Forse con l'aiuto di un fabbro, forse facendosi istruire da qualche addetto ai lavori, infine erano riuscite ad aprirlo. Da un casuale colpo d'occhio, daterei l'epoca dell'ultima chiusura del mobile verso la metà degli anni '70, ma naturalmente alcuni reperti erano assai precedenti. Non sono sicura che buttare via una parte del contenuto fosse lecito senza un sopralluogo di ricognizione della Soprintendenza per i Beni Archeologici, ma mi sono ben guardata dall'intervenire.
Il Martedì  ho trovato le due custodi intente a riempire interi scatoloni di cadaveri mummificati di telefoni, casse acustiche non più funzionanti, cavi e tastiere di epoche remote e macchinari chiaramente anni '50 di cui nessuno di noi avrebbe saputo specificare la funzione. Mi hanno anche detto che presto arriverà l'ente locale per lo smaltimento di rifiuti pesanti e porterà via due fotocopiatrici che non funzionano più dalla notte dei tempi, e soprattutto la lavatrice.***
Mercoledì le ho sentite indaffararsi lontano da me. All'uscita recavano seco una cassa contenente indumenti, per lo più per bambini in età prescolare, della fine degli anni '70. Forse i residui di uno di quei mercatini di beneficenza che infestano tuttora la scuola? Ad ogni modo, di loro genio, le custodi han deciso di archiviare il tutto in uno dei cassonetti che raccolgono indumenti usati, e l'ho trovata una buona idea.
Giovedì, mentre passavo nel corridoio, una di loro mi ha consultato: "Queste carte, prof?".
Circolari dell'anno 2006.
"In Segreteria hanno senz'altro l'originale, non importa conservarle" ho stabilito con fare professionale. Il punto è che ormai non esiste più la Grande Scuola che ha emanato quelle circolari, e tanto meno la sua Segreteria.
Oggi, mentre stavo in Sala Insegnanti a pasticciare su una relazione, sono arrivate con una piccola risma di moduli in A5, stampati da una parte ma bianchi dall'altra: richieste per permessi, probabilmente dei primi anni '80. Li hanno lasciati sul tavolo grande.
"Ottimo" ho detto prendendone due "Mi serviva giusto un po' di carta per gli appunti".
E' carta buona, ci si scrive bene.

*gli insegnanti di Lettere hanno una capacità di espansione da far invidia a qualsiasi gas. Del resto io non porto quasi mai libri da casa, ma quando sto al tavolo della Sala Insegnanti riesco ad occupare fino a cinque postazioni in un batter d'occhio, cosa che nessun docente di altre materie si sognerebbe mai di fare. Per fortuna il tavolo, per quanto ingombro di carte, è davvero molto grande.
**ebbene sì, abbiamo una stanza per la Presidenza, anche se il Dirigente Scolastico di turno ci staziona massino tre-quattro volte all'anno. Viene usata quasi esclusivamente quando c'è l'esame, perché la usa la Presidente di Commissione.
***nel caso che qualcuno si stia chiedendo cosa ci fa una lavatrice in una scuola, non saprei davvero cosa rispondergli. So soltanto che quella lavatrice era già lì in infermeria quando sono arrivata la prima volta, otto anni fa, già allora non funzionava e, ad occhio, dovrebbe risalire alla prima metà degli anni '70.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Me la sono gustata, la descrizione. Sorridendo, cara la mia Schliemann :)

La prof ha detto...

Noi lasciamo tuuuutte le cartellette di tuuuuutte le verifiche di tuuuuutte le ventuno classi in sala professori ;-)
Poi, qualche anno fa, il Capo ha detto: se non mettete a posto gli armadi i bidelli potrebbero buttarvi via tutto, quindi ognuno di noi ha sistemato i propri scaffali dell'armadio, apponendo adeguato cartello: "libri controllati dalla Vostra Prof" (o altro nome).
C'è da dire che grazie (!) a Moratti e Gelmini abbiamo sì una sezione in più, ma siamo quasi la metà degli insegnanti che c'erano dieci anni fa, quindi il posto c'è.
Ti invidio molto a sentire che non porti libri da casa: io sono sempre carica come un mulo. Non lascio a scuola niente (di libri utili) perché ho sempre il timore di averne bisogno a casa, magari alle undici meno un quarto di notte...
Certo che io nell'archivio di scarico materiali non oso andare (per quanto, all'idea di trovarci una lavatrice...)

Melchisedec ha detto...

Se non bastasse lo spazio, accoglierei volentieri quei libri anni '70. Ih ih ih.

la povna ha detto...

In certe cose tutte le scuole si somigliano, e non si sa se piangere o sorridere. Buon inizio, cara.

Murasaki ha detto...

@minne:
Thanks ^__^

@La Prof:
con 21 classi 21 capisco che anche in una grande Sala Insegnati trovare posto per tutti i compiti è arduo, nonostante tutto l'impegno profuso dalle nostre ex-ministre preferite.
Per quanto riguarda i libri: ogni tanto porto UN libro o DUE, giusto il tempo indispensabile per fare qualche fotocopia per la classe, perché ANCH'IO a un quarto alle undici vengo assalita dai più strani dubbi e curiosità. (ma grazie all'allestimento della biblioteca, anche questo potrebbe diventare sempre più raro). Per i libri di scuola cerco di avere due copie, una a casa e una a scuola, oppure a casa tengo il DVD. Quando vedo talune mie colleghe che arrancano verso la classe curve sotto il peso di immani quantità di volumi mi domando sempre cosa diavolo ne fanno. Giuro, vorrei essere una mosca (facciamo una farfalla, va') e infrattarmi in classe e vedere COME li usano. Adesso in qualche classe posso usare internet, ma ho sempre viaggiato anche prima.... non è che potresti chiarirmi il mistero?
E spero di cuore che la lavatrice sia una mattana riservata solo e soltanto alla nostra scuola!

@Mel:
e se tu non stessi a 1000 chilometri di distanza ti inviterei volentieri alla pesca, e assolutamente NESSUNO cercherebbe di ostacolarti ma... cosa ci faresti con dei libri sulla legislazione didattica DELLE MEDIE di quarant'anni fa?

@la povna
Ben tornata! Ma, snceramente, speravo che in questo rmo la nostra scuola fosse un caso isolato. Anche oerché ne ho girate tante, soprattutto agli inizi del terzo millennio, e un casino stratificato come il nostro non l'ho trovato MAI, nemmeno negli altri plessi della Grande Scuola quando facevamo parte della Grande Scuola.

Melchisedec ha detto...

Vedi? Sono tonto. Ho capito male, pensavo si trattasse di guide didattiche da usare in classe o vecchie antologie. Ne ho qualche copia in classe. La legislazione di quegli anni, invece, vade retro! Mi basti quella attuale!

Murasaki ha detto...

Oh sì che abbiamo alcune (pochissime) antologie degli anni 70, ma stanno nello scaffale "Antologie" e ce le teniamo ben strette ^__^

wolfghost ha detto...

ahahah esilarante! :-D Com'è che mi viene in mente la scena finale del primo Indiana Jones? Ricordi la cassa contenente l'arca dell'alleanza portata in un enorme hangar stracolmo di altre casse al punto da far capire che è come se... fosse ormai persa per sempre? :-P

www.wolfghost.com

Murasaki ha detto...

@Wolf:
Paragone azzeccatissimo!