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sabato 29 marzo 2014

Come preparare un volantino a dispetto di tutto e di tutti


Da molti anni alle elementari e materne di St. Mary Mead fanno una Mostra del Libro. Si tratta, in sintesi, di una squadernata di libri forniti da una libreria di Firenze e messi in vendita per qualche giorno nei locali della scuola. Una percentuale del ricavato va alla scuola, che lo usa per comprare libri che verranno forniti dalla libreria in questione. Considerando che a St. Mary Mead non c'è una libreria e che ai ragazzi non dispiace leggere, la cosa ha un suo perché.
L'anno scorso la prof. Quadrella e la prof. Ghirlandai han deciso di fare il Grande Passo anche alla scuola media, appoggiandosi all'organizzazione delle elementari, e anch'io diedi una mano. La biblioteca della scuola ci guadagnò una dozzina di libri nuovi e convenimmo che nel complesso fare la mostra era stata una buona idea, e da ripetere.
Quest'anno però, per una serie di beghe interne, alle elementari non faranno alcuna mostra. Così abbiamo deciso di organizzarci in proprio, non essendoci parso tale compito eccessivo per le nostre pur fragili spalle.
Abbiamo quindi preso contatto con la libreria e fissato le date, poi abbiamo chiesto alla ex-organizzatrice se ci passava i file dei volantini, così avremmo dovuto solo cambiare le date. I  volantini sono effettivamente arrivati via mail, ma in un formato che si poteva solo ammirare ma non modificare - peraltro, a mio personale avviso, non c'era neanche molto da ammirare. Sospettando forte che l'invio del file in versione non modificabile non fosse stato un errore ma una scelta deliberata ne abbiamo concluso, a torto o a ragione, che fosse inutile chiedere di rispedirci i file; così ho deciso di lanciarmi nella mirabile impresa di preparare un volantino tutto nostro - coniugando il verbo "arrangiarmi" perché non solo di grafica non so un accidente, ma nemmeno sono capace di usare Word, che considero a tutti gli effetti uno strumento del demonio.

Una bella mattina mi sono approntata all'opera al computer della Sala Insegnanti. Siccome non so fare un volantino e nemmeno usare Word ma, dopo cinque anni di blog e tre di Facebook, me la cavo abbastanza nella caccia alle immagini carine, per prima cosa ho cercato con le stringhe cat and book e dragon and book. Il binomio gatti-libri mi ha fornito di gran copia di immagini deliziose, quello di draghi-libri molto meno, ma qualcosa ho trovato anche lì.  Dato che il volantino sarebbe stato in bianco e nero, perché qua a scuola l'unica stampante a colori si dice che ce l'abbia il professor Jorge, ma nessuno l'ha vista e probabilmente è una leggenda metropolitana, ho dovuto scartare molte delle immagini più promettenti. Quella che apre il presente post però è in bianco e nero ed è stata molto apprezzata (in verità ho fatto anche qualche tentativo per trovare fanciulli intenti alla lettura,  ma i risultati non sono stati dei più entusiasmanti, perché i fanciulli intenti alla lettura avevano per lo più l'aria di perfetti deficienti. Faceva eccezione la Matilde del romanzo di Dahl, illustrata da Quentin Blake, ma una volta stampata in bianco e nero non è piaciuta, non so perché. Io la trovavo molto carina.)
Va detto però che la stampante (rigorosamente in bianco e nero) della Sala Insegnanti  non è proprio il massimo, e per giunta è sempre a corto di inchiostro.





Compiute queste operazioni preliminari e armata del mio gatto, ho aperto un file di Word per...
Ecco, il computer di Sala Insegnanti è un po' strano, o meglio, sono molto strani i programmi che Jorge ci ha installato. Word, per esempio è presente in due strane versioni, nessuna delle quali è veramente Word. Queste due varianti non sono compatibili tra loro e nessuno di noi ha capito, certamente per demerito nostro, quale delle due varianti apriamo ogni volta e soprattutto come accidenti funzionano. Sta di fatto che, in quel computer, anche scrivere due righe è una vera impresa.

Con gran dispendio di tempo, di energie e di imprecazioni riesco infine a preparare un paio di proposte di volantino, una con Matilde e una con il gatto, mettendo il poco di testo che andava messo (nome della scuola, orari eccetera) e decorando il tutto con una fuga di libri in volo:

(Da notare la finezza del simbolismo: aprire un libro vuol dire proiettarsi in un mondo sconosciuto e pieno di libertà).
Infine stampo. Una Matilde assai grigia e sbiadita, e un gatto grigio chiaro ma con tutte le sue sfumature in bella evidenza fanno dunque mostra di sé. Chi mi sta intorno suggerisce qualche spostamento e qualche ingrandimento e allora il volantino passa la pagina e vanno rimpicciolite le immagini e allora poi vanno ringrandite...
Alla fine le due nuove stampe (sempre più grigie) sono pronte e vado a fotocopiare. 
Il gatto si trasforma in una grossa frittella grigio scuro affrittellata su qualcosa che forse, chissà, potrebbero essere libri. Sfumature, zero.
Proviamo a schiarire le fotocopie, e la sagoma di un gatto spettrale si posa su larve di libri evanescenti. Davvero non è cosa.
Traferisco i volantini sulla chiavetta e aggiorno la seduta, ché la campana intanto è suonata e la Terza Effervescente mi aspetta.

Sul mio computer personale non posso fare conto, perché non contiene nessuna versione di Word e gli aspiranti volantini lì non si aprono né per amore né per forza. 
Finisco per bussare alla porta di amici che possiedono una lussuosa stampante a colori che, strano ma vero, è sempre ben fornita di inchiostro e per giunta è collegata ad un computer che contiene una rispettabile versione di Word che al confronto di quelle con cui ho pasticciato è un dono degli angeli.
Il computer però si rifiuta risolutamente di aprire i miei aspiranti volantini, e mi chiede cos'è quello schifo che gli ho portato.
Non per questo demordo: quel che è stato fatto una volta può essere sempre rifatto, anche da un imbranata come me. Ricompongo il volantino col gatto e la fuga di libri (a Matilde ho ormai rinunciato) e un bellissimo gattone mirabilmente sfumato e con un sorriso sornione fa bella mostra di sé, disteso su un gruppo di libri. Grida di esultanza, brindisi e lancio di stelle filanti. Qualcuno suggerisce di farne anche un poster.
Mi informo sui prezzi dei poster e mi assicurano che se ne fanno per pochi spiccioli. Siccome Quadrella mi ha informato che in cassaforte esiste appunto qualche spicciolo, avanzo di un uscita di qualche settimana fa, mi decido per il grande passo. Cerco con la stringa "magic book" ed ecco quel che trovo:


(Da notare la finezza del simbolismo, ovvero il libro visto come portale incantato per un mondo pieno di meraviglie).
Ricompongo le scritte con gli orari, il nome della scuola, il nome della libreria eccetera, di nuovo pasticcio e impreco e infine gli amici mi portano nella loro copisteria di fiducia, armata di chiavetta e un po' tremante per il Grande Passo che mi accingo a fare.
In copisteria naturalmente aprono i file senza problemi e con dodici euro ottengo un poster 50x70 e dieci fotocopie dieci in formato A3 su carta spessa, tutto a colori.

Stringendo il mio rotolo quasi fosse l'Arca dell'Alleanza torno a scuola il giorno dopo. Custodi, colleghi e VicePreside si congratulano per il mirabile risultato, il poster viene appeso alla vetrata di ingresso, la VicePreside va a portare uno dei preziosi manifesti mignon alla scuola elementare, insieme alla richiesta di una risma di carta e di una cartuccia di inchiostro per il ciclostile che farà le fotocopie dei volantini.
Alle elementari la Nostra Preside apprezza, concede generosamente quanto richiesto e fa appendere il poster mignon alla vetrata di ingresso della scuola. Chiede anche dei volantini per le quarte e le quinte.

E giunge il momento di stamparli, i volantini. La VicePreside ammira il bel gatto sfumato e dice "Adesso dobbiamo ridurre il formato in modo che ce ne stiano due per foglio. Si può fare, no?".
"Certo che si può fare" convengo "Una persona con un minimo di competenza in materia lo fa in cinque secondi. Io però non saprei da che parte cominciare. Tra l'altro sono sicura che il computer che abbiamo in Sala Insegnanti non è in grado di aprire questo file".
"Dovremmo chiedere a Jorge..." mormora la VicePreside pensierosa.
Ci guardiamo in silenzio.
"Vanno benissimo così" conclude la VicePreside, e il micio sfumato viene consegnato alle custodi per le fotocopie al ciclostile.

Un ora dopo, mentre con la Terza Effervescente discutiamo di politiche familiari durante il fascismo, arriva una custode piuttosto perplessa con la prima fotocopia.
Un minaccioso gatto completamente nero sorveglia con aria torva alcuni libri molto scuri. Per una mostra di libri sulle opere di Edgar Allan Poe sarebbe perfetto. Per un volantino il cui scopo in teoria dovrebbe essere quello di attirare dei giovinetti e le loro rispettabili famiglie è come minimo un po'... inquietante.
"Avete provato a mettere l'opzione 'fotografie'?" azzardo. E' un trucco che ho imparato quando lavoravo all'agenzia interinale e stavamo sempre a fotocopiare documenti di identità.
"No, anche perché non sono nemmeno sicura che ci sia, nel ciclostile" ammette la custode "Ora vediamo".
Sprofondo nello sconforto più nero - perché trovare un altra immagine adatta in bianco e nero, non importa se con gatti o senza, non sarà facile.

Ma questa è una storia a lieto fine, almeno per il momento; e quando raggiungo il ciclostile trovo una bella serie di tentativi a base di gatti sbiaditi, gatti spettrali, gatti semitrasparenti e gatti evanescenti, ma anche una bella pila di fotocopie dove un bel gattone su una pila di libri perfettamente visibili fa mostra di sé, in tutte le sue sfumature.
Ringrazio a mani giunte e vado in Sala Insegnanti a mostrare i volantini a colleghi e VicePreside.
Lo champagne virtuale scorre a fiumi.

5 commenti:

ellegio ha detto...

Prosit!

la povna ha detto...

E l'ultimo chiuda la porta... ;-)

Ilaria ha detto...

Noto come un vago collegamento tra questo post e quello di Noise... Meno male che (buona parte de) il nostro "capitale umano" è fatto di questa pasta che sappiamo e compensa tante cose...

Murasaki ha detto...

Ho notato anch'io la coincidenza (il mio precede di qualche ora quello di LaNoisette, con involontaria applicazione del principio didattico che suggerisce di partire dall'esempio concreto per poi passare alla teoria).
E leggendo la lista di ciò che a scuola DOVREBBE essere obsoleto mi sono detta che, in effetti, non c'è motivo per cui oggi anche una scuola piccola come la nostra (che comprende comunque anche un elementare da due sezioni e una materna, oltre a vari altri plessi sparpagliati nelle frazioni) non debba avere una stampante adeguata per stampare i suoi poster per le sue piccole iniziative e computer all'altezza, oltre a una biblioteca piena zeppa di libri virtuali (e di kindle da dare in comodato agli alunni), nonché della possibilità di noleggiare film e documentari liquidi o prenderli in prestito alle biblioteche locali.

Murasaki ha detto...

Il post di Lanoisette si trova a http://benzinaenocciole.blogspot.it/2014/03/vecchio-e-nuovo.html
e rimanda a
http://ingvihrannar.com/14-things-that-are-obsolete-in-21st-century-schools/