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venerdì 1 febbraio 2013

La scuola ai tempi della crisi (post banale, e anche triste)


Chiaramente Smaug non avrebbe problemi a pagare le spese di scuola per i figli, se fosse un genitore; ma per buona sorte di noi insegnanti non lo è.

Nella Prima d'Ogni Grazia Adorna Wasp mi racconta di come Aspide, in pullman, gli abbia spiegato che noi insegnanti non li portiamo all'OpenLab* perché fanno troppa confusione (Aspide frequenta una prima parallela alla nostra ed ha sempre una buona parola per tutti, come ho potuto constatare facendo Approfondimento nella sua classe).
Li assicuro che no, loro non fanno confusione, e nessuno di noi insegnanti avrebbe nulla in contrario a portarli all'OpenLab, ma che la scuola ha drasticamente ridotto le uscite per tutte le classi perché tutto costa più caro. Ad  esempio, racconto, la prima che avevo sei anni fa era stata ben tre volte all'OpenLab e aveva fatto anche altre uscite, ma all'epoca il Comune di St. Mary Mead metteva a disposizione due pullman gratuiti all'anno per ogni classe più altri pullman a prezzi simbolici, e anche l'OpenLab costava meno.  In compenso scuole e famiglie avevano più soldi a disposizione. Adesso il Comune si è defilato, i pullman dell'Agenzia costano cari e ci sono diverse famiglie in difficoltà. Per questo la gita di fine anno delle seconde è stata ridotta a un giorno e il Comune non ha fatto partire il laboratorio di teatro (da sempre apprezzatissimo da alunni e insegnanti) eccetera eccetera.
I ragazzi ascoltano senza fare commenti, compresi quelli che nelle famiglie in difficoltà ci vivono; qualcuno però osserva che alle elementari i primi anni li facevano girare come trottole, mentre in quarta e in quinta si erano mossi molto meno. Poteva darsi che ci fosse un collegamento?
Confermo che sì, è ben possibile che il collegamento ci sia.

Tre ore dopo, finita la mia mattina di lezione, raggiungo la Sala Professori, dove Matematica sta già conversando da qualche minuto con la madre di Ibn al-Arabi, convocata per discutere delle difficoltà che il figlio incontra con la Terribile Arte dei Numeri - e che in verità non sarebbero gravi, se il ragazzo non tendesse a scoraggiarsi per partito preso. 
Già il fatto che abbiamo dovuto convocarla è indicativo: negli anni precedenti  si era mostrata madre assai solerte negli incontri con gli insegnanti, mentre  quest'anno non si è mai vista. Siccome il paese è piccolo e la gente mormora, qualche cauta indagine ci ha permesso di appurare che adesso lavora molto più di prima e in orari diversi perché il marito da qualche mese è disoccupato, e che il suo lavoro deve bastare per una famiglia di quattro persone, due delle quali in età scolare; ma la situazione è ancora più difficile di così e infatti alla fine del prossimo anno scolastico torneranno a casa, in Tunisia - cosa che non entusiasma nessuno di loro, e tanto meno Ibn al-Arabi che è nato qui.
Naturalmente ognuno vede le cose dal suo punto di vista, e io e Matematica ci siamo strappate i capelli pensando ai compagni persi e all'esame di terza media non fatto qui da noi - ma è chiaro che i problemi vanno molto al di là di questo.
Viene sfiorato anche l'argomento del corso di nuoto organizzato dalla scuola e che costa ben 28 euro (una sciocchezza, quando li hai, e una bella cifra se la devi tirare fuori da un bilancio ridotto all'osso). La madre spiega che alla fine ha deciso di farglielo fare per non lasciarlo, unico tapino di tutta la classe, a guardare gli altri che nuotavano, "vuol dire che rinuncerò a qualcosa io"; ma sorge il sospetto che il "qualcosa" a cui rinuncerà non sia un "qualcosa" di molto superfluo.

Partita la madre, Matematica si offre di pagare lei il corso di nuoto per Ibn al-Arabi. Fisica sospira e le suggerisce di aspettare, perché ancora non è sicuro che il corso partirà: i ragazzi nelle condizioni di Ibn al-Arabi sono un piccolo gruppetto, la scuola non ha più a disposizione il fondo-toppa di cui disponeva un tempo (perché anche le scuole hanno pochi soldi) e la piscina non è più gestita direttamente dal Comune ma da una ditta che ha mostrato scarsissima disponibilità a far nuotare gratis otto ragazzi su duecento. "Chi non paga non entra in acqua" è stata la risposta quando il problema è stato sollevato. Da notare che proprio a quegli otto il corso di nuoto sarebbe stato particolarmente gradito, visto che appare piuttosto improbabile che le famiglie possano offrirgli in alternativa un normale corso pomeridiano a pagamento o un mese di vacanza alle Maldive con istruttori.
Si sopravvive anche senza corso di nuoto, certo, e anche senza l'uscita all'OpenLab a vedere gli esperimento nel laboratorio-giocattolo, e senza la visita a questo o quel museo. Ce ne stiamo buoni buoni in classe, mattina dopo mattina, a svolgere il programma fra quattro mura (malamente riscaldate, in questi giorni) ricordandoci ad ogni minuto che siamo tornati un paese povero. Un bel messaggio di speranza per le giovani generazioni e un bell'aiuto per i docenti a pensare la scuola "in termini di apertura al mondo esterno".
"Siamo piccoli e lo resteremo" è quel che ci viene ricordato ogni giorno e ogni ora. E siamo anche piuttosto stupidi, visto che ci siamo ridotti così.

E' probabile che Ibn al-Arabi faccia un affare, tornandosene in Tunisia.

*Un simpatico laboratorio nel Polo Universitario di Sesto Fiorentino dove fanno simpatici esperimenti di scienze per le classi medie con attrezzature professionali ma con un design vagamente "à la Lego". Non gratis, ahimé.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

forse no....com'è triste, anche per loro pensare di venire qui per star meglio e dover tornare indietro.

lanoisette ha detto...

mamma, che tristezza...

cautelosa ha detto...

La lettura del post lascia un fondo di amarezza. E altrove ci sono sprechi terrificanti...

La prof ha detto...

E' proprio così.

Anonimo ha detto...

Dai: adesso ridiventiamo ricchi con l'IMU che Silvio ci restituirà (a spese nostre).

Ci daranno 100 per farci perder mille...

Anonimo SQ

melchisedec ha detto...

Non sono del tutto convinto che i soldi a scuola siano sempre sinonimo di qualità e di crescita, se penso a certi sprechi nella scuola in cui insegno; certamente è spiacevole togliere opportunità ai ragazzi.

la povna ha detto...

I Merry Men sono una classe relativamente ricca, e, fino all'anno scorso, avevamo provveduto autonomamente ad aiutare quei pochissimi che avevano bisogno. Noi insegnanti non lo abbiamo mai saputo 'ufficialmente', e tutto è sempre andato unanimemente e bene. (E lo so che affidarsi alla 'beneficenza' non è il modo migliore, però non sono mai stata nemmeno della scuola che 'anche i ricchi piangAno, e dunque se l'essere gruppo porta ad aiutarsi autonomamente, perché no?). Quest'anno sono arrivati altri tre compagni indigenti, e tutti gli aiuti del mondo non fanno fronte. E abbiamo tagliato un sacco di cose, e anche la gita non avrà l'unanimità.
Che tristezza...

Murasaki ha detto...

@ Tutti
Vi avevo avvertito che era un post triste!

@Mel
Corre voce che i finanziamenti per le superiori (e dunque gli sprechi possibili) siano molto maggiori di quelli per le medie - insomma, grandi sprechi non ne ho mai visti. Va pur detto però che dei bilanci delle scuole dove ho lavorato so veramente poco.