Il mio blog preferito

mercoledì 26 ottobre 2011

Dislessia, dislessia, per piccina che tu sia...

La classe che ho quest'anno è una terza di 16 alunni. Pochi ma notevoli, ognuno a modo suo. Una Terza Variegata.
Prima di tutto c'è Cristaccecami. Di solito sta con l'insegnante di sostegno (a forza di insistere nel corso di tre anni son riusciti ad ottenere 18 ore di sostegno più qualcuna con l'educatore. Appena possibile gli insegnanti scappano senza lasciare recapito e perfino l'educatore, che è un fulmine di guerra, ogni tanto mostra qualche traccia di cedimento, ma insomma quest'anno si riesce a sopravvivere quasi sempre).
Ufficialmente Cristaccecami fa parte della classe, ma in realtà la classe riesce ad esistere solo se lui è fuori dall'aula oppure dorme - nel qual caso tutti abbassano la voce ed evitano rumori inutili.
In assenza di Cristaccecami abbiamo ancora:
- un secondo Certificato, che è un ragazzo calmo, equilibrato, insicuro ma ragionevolmente studioso, che lavora piuttosto benino; e meno male che è così perché il suo proprio e legittimo insegnante di sostegno spesso è occupato a potare fuori dalla classe Cristaccecami onde permetterci di fare lezione
-un DA, ovvero Disturbo generico di Apprendimento, che non si sa bene cosa sia ma da quando gliel'hanno individuato il ragazzo lavora molto meglio anche perché è seguito da un'addetto ai lavori.
-ben due dislessici, ovverso DSA, il secondo dei quali individuato ad anno ormai iniziato e senza che gli insegnanti ne sapessero nulla, né della visita per stabilire se lo era né, e soprattutto, dell'esito positivo della visita in questione.
Siccome in quella classe tutto è un po' particolare, lo sono anche i nostri due dislessici che, tanto per cominciare, leggono bene, in particolare Mimolus, il dislessico a tutto campo (l'altro, Riccio, ci han spiegato che è dislessico solo per la matematica, mentre per lettura e scrittura ha compensato da solo).
Mimolus, quello che legge particolarmente bene, fa anche una barcata di errori di ortografia, di quelli semicanonici da disgrafici, ma non è disgrafico bensì dislessico, così almeno ci hanno assicurato. Comunque studia con profitto sui libri, in particolare storia che gli piace molto, ma si interessa anche alla letteratura e simili. Perde un po' di colpi in grammatica, va detto. E ha una scrittura... come dire... non sempre facilissima da decifrare - ma in realtà ho visto ben di peggio, nei miei undici anni di pratica.
Riccio, quello che sarebbe dislessico solo per la matematica, legge decorosamente, scrive piuttosto correttamente, non si ammazza sui libri ma quando studia (e di solito un po' studia) se la cava rispettabilmente.
"Puoi usare la calcolatrice" gli ha spiegato Matematica.
"Perché? Ho sempre fatto i calcoli a mente, mi riescono". E in effetti gli riescono e a tutt'oggi non usa calcolatrice.
Quello che, unico in tutta la classe, legge male è il DA; e legge male, ci ha spiegato la dottoressa che lo segue, perché se legge ad alta voce non capisce quel che legge. In effetti ha un pessimo rapporto con i testi scritti e gran difficoltà a studiarli se non glieli leggono. Insomma, sembrerebbe un dislessico da manuale. Ma non è dislessico, ci han spiegato. Tra l'altro scrive piuttosto bene.

Io non capisco ma mi adeguo, in fondo l'importante non è come li chiamano ma che trovino un buon modus convivendi con la scuola e dalla scuola suddetta cavino il massimo dell'utile, loro come gli altri.
Ad ogni modo per la prima volta mi sono letta da capo a piè la legge sulla dislessia e pure il protocollo della regione Toscana. Ho così scoperto che alcune delle facilitazioni cui i dislessici hanno diritto vengono da sempre da me consentite a tutti, senza distinzioni.
Dice di autorizzarli a scrivere in stampatello? E io da sempre faccio scrivere in stampatello chiunque lo desideri: la mia teoria è che l'ortografia è una forma di espressione, e se un alunno si sente più rilassato può concentrare la sua attenzione su quel che scrive e, soprattutto, su come lo scrive. E' vero? Onestamente non lo so.
Tra l'altro Riccio scrive in corsivo, ed è anche un corsivo molto chiaro da leggere.
Dice anche che vanno autorizzati a usare il computer col correttore per fare i compiti a casa, ma io ho sempre autorizzato chiunque lo desiderasse a fare i compiti a casa col computer. La Terza Variegata comunque non mi ha ancora scritto niente al computer, nonostante la mia formale autorizzazione. Facciano loro.
Inoltre ci raccomandano di consentire l'utilizzo di apposite tabelle da consultare per gli errori ortografici più comuni - e già l'anno scorso avevo imposto ad alcuni di tenere sul banco durante i compiti scritti cartelli decorati con fiori, farfalline e cuoricini* da utilizzare per alcuni errori cui erano singolarmente attaccati. L'idea mi venne solo verso la scorsa primavera, ma portò a risultati molto positivi, come constatai con piacere all'esame (dove il cartello non lo tenevano. Ma avevano, come sempre, il dizionario, di cui la tabella è solo una versione accorciata).

Quest'anno la tabella gliel'ho preparata io, a tre colonne, per i monosillabi da accentare e da non accentare (è una classe dove i sà, gli stò e i quì si sprecano). Mi sono raccomandata che se la guardino con grande attenzione in vista del prossimo dettato ortografico.
"Questo tipo di tabelle sono raccomandate per i dislessici, ma siccome sotto questo aspetto siete tutti un po' dislessici, tanto vale" ho spiegato.

Se non funziona più che bene, naturalmente, si proverà qualche altra cosa.

*così si sentivano un po' più pirla a sbagliare ancora certe parole in terza media, soprattutto i ragazzi

4 commenti:

La prof ha detto...

Mmmm... Mi spieghi meglio la faccenda dei cuoricini e compagnia?
:-)

Murasaki ha detto...

L'anno scorso, a primavera avanzata e con l'esame alle porte, avevo un gruppetto di fedelissimi dell'H sbagliata e della E accentata a casaccio che non demordevano nonostante avessi profuso su di loro le mie migliori energie e gli avessi fatto fare tonnellate di frasi correttive. Due, se non altro, erano albanesi, ma un paio erano pure italiani purosangue e una addirittura di purissimo contado fiorentino.
Una di loro aveva un eccellente senso del colore e amava decorare qualsiasi pezzo di carta avesse sottomano con cuoricini, stelline e via dicendo. Così le imposi di farsi un cartello, da tenere sul banco, decorato col maggior numero di cuoricini e stelline etc. possibile, qualcosa insomma ben oltre al limite del ridicolo, con un forte impatto visivo, e le forme con H e senza H e le due E/E', per tenerselo sul banco in bella vista ogni volta che scriveva.
Quando mi accorsi che funziona gli feci fare cartelli analoghi anche per gli altri quattro. Funzionò anche con loro.
Con mia infinita commozione, nelle ultime settimane di scuola smisi di correggergli le H e le E, e non le sbagliarono nemmeno al tema d'esame.

(sono i misteri della vita)

palmy ha detto...

Rispondo qui al tuo commento sui compiti a casa (ti ho risposto anche sul mio blog, ma così ti evito di ritornare ai commenti): sono d'accordo su tutto, sulla necessità di farli esercitare nella scrittura sono d'accordissimo, anche se ciò comporta un lavoraccio di continue correzioni, revisioni... cerco di assegnare loro un tema/riassunto/elaborato a settimana e seguendo il metodo della correzione classificatoria (vedi qualche post fa) si ottengono effettivamente dei risultati... anche qui assegnare per assegnare senza un metodo e senza correggere seriamente come fanno in tanti mi sembra una cosa inutile...

Sary ha detto...

cara, sappi che questo è un notevole caso di convergenza culturale, o come si chiama quel fenomeno per cui due popolazioni arrivano alle stesse scoperte pur separate da oceani e bla bla bla...insomma, anch'io facevo preparare fiorite e colorate tabelle con i loro errori tipici, l'unica differenza è che gli dicevo di attaccarsele bene in evidenza in camerina, in modo da vedersele sotto gli occhi appena svegli o durante le lezioni a casa o durante il relax ascoltando musica o ecc......