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sabato 21 maggio 2011

Inculcare, indottrinare, plasmare, formare


Di recente l'attuale Presidente del Consiglio si è lanciato in una tirata sugli insegnanti comunisti che inculcano strane idee agli italici fanciulli nella scuola pubblica. Altri e in altri luoghi hanno difeso la scuola pubblica certo meglio di quanto saprei fare io, quindi lascio perdere. Vorrei però soffermarmi sul verbo "inculcare".
Il Presidente del Consiglio sa molto bene di cosa parla, perché l'opera di Inculcamento, o quanto meno di Martellamento Continuo, è stata da lui perseguita con grande continuità negli ultimi anni e ha finito per confondere le idee a buona parte dell'italico elettorato e ancor più a quella parte dei giovani che non vota ancora, e che magari non è affatto favorevole alla sua linea politica ma che è comunque cresciuta guardando o almeno facendosi scorrere davanti le immagini dei TG degli ultimi anni, sempre più vaghi, sempre più sintetici, sempre più decisi a sfiorare soltanto gli argomenti e a dare per scontate una serie di cose.
Prendiamo i concetti di "ribaltone" e di "scelta dell'elettorato del presidente del consiglio". Chi aveva già l'età della ragione quando l'attuale Presidente del Consiglio si è affacciato sulla scena politica (ed è soccorso da una buona memoria) ricorda bene che la costituzione italiana NON prevede una scelta del presidente del consiglio da parte dell'elettorato: il presidente del consiglio lo sceglie il capo di stato, alias Presidente della Repubblica, sulla base dei risultati delle elezioni e delle maggioranze che si possono formare in parlamento, consultandosi con varie persone secondo procedure ben precise. L'elettore sceglie, anche secondo l'ultima legge elettorale, una formazione politica, e solo quella. Questo dato di fatto da tempo però è diventato una verità sommersa di cui pochi si ricordano e che i ragazzi che non sono cresciuti in famiglie esperte di diritto costituzionale* hanno poche possibilità di conoscere. Lo stesso vale per stravaganti concetti quali i parlamentari che diventano "traditori" se cambiano schieramento, il Presidente della Repubblica che firma le leggi a seconda del suo personale capriccio o convincimento, i Presidenti della Camera che vengono sfiduciati eccetera eccetera.

Orbene, io ho determinate opinioni politiche, e vivendo in una sorta di riserva indiana sono anche le opinioni di buona parte dei miei alunni e delle loro famiglie; occorre però tenere conto anche della sensibilità di chi ne ha di diverse, evitare il rischio di critiche anche implicite alle famiglie e via dicendo. Soprattutto, non è davvero il caso di spiattellare le proprie opinioni a ragazzi che stanno imparando a costruirsene di proprie perché si rischia di influenzarli, in un modo o nell'altro. Ma da qualche tempo è diventato tutto molto, molto difficile e mi sento sempre sull'orlo della sovversione ogni volta che apriamo un libro di storia, soprattutto nelle Terze. Perfino spiegare la divisione dei tre poteri - un passo obbligato quando fai l'Illuminismo - è diventato un campo minato perché inevitabilmente sorge la domanda "Ma allora quando Berlusconi dice..." - e si dà il caso che Berlusconi dica e abbia detto un'infinità di cose che travisano pesantemente la storia, e che spiegare che la separazione dei tre poteri è ritenuta essenziale per la democrazia susciti un'infinità di commenti e considerazioni che dieci anni fa, quando cominciai a insegnare, potevano essere discussi ed esaminati serenamente alla luce del sole ma che ormai sono diventate più scivolose di un'anguilla nell'olio perché qualsiasi risposta storicamente valida dovrebbe iniziare con la premessa "Berlusconi ha detto un mare di cazzate" - che davvero non è il modo giusto per rappresentare le istituzioni agli occhi del giovinetto in crescita. E non parliamo di marxismo, liberalismo, sindacati e comunismo. Scrivo "non ne parliamo", ma il punto è che il programma prevede che se ne parli, e parecchio.

Ad ogni modo, sovversiva per sovversiva, ho deciso di procedere ad un blando inculcamento di alcuni fondamenti della nostra legislazione, ovvero come si forma un governo, come funzionano le elezioni e il percorso necessario per approvare una legge. Lo so che è sovversivo, ma alla faccia dei telegiornali e degli opinionisti vorrei proprio che chi esce dalle mie classi sapesse che le elezioni anticipate non le decide il presidente del consiglio e che il Presidente della Repubblica rimanda una legge alle Camere solo se questa legge ha dei gravi difetti di base, e non in base allo schieramento politico per cui simpatizza. Padronissimi di dimenticarsene già il primo di Luglio, ma almeno fino all'esame lo devono sapere.
In attesa di tempi migliori (che dovranno pur venire, prima o poi).

*che non dovrebbero poi essere un numero esorbitante

2 commenti:

'povna ha detto...

I tempi migliori verranno, devono arrivare...
Ed se insegnare elementi di procedura costituzionale è inculcare, allora siamo tutti inculcatori!
(Sulle opinioni politiche, anche io sto attenta a non dirle, al massimo rispondo l'eterno: "chiedetemi opinioni su questioni e vi dirò come la penso, da quello al limite potrete ricavare un discorso politico più ad ampio raggio" - però devo dire che ultimamente, specie con le quinte, o con persone come Corto, le barriere tendono a cadere...)

wolfghost ha detto...

Be', a giudicare dai risultati politici di questi giorni, l'inculcamento ha smesso di funzionare...
Sono certo che il prossimo governo sara' diverso, ma sul fatto che sia migliore... aspetterei comunque a dirlo :-}