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mercoledì 2 giugno 2010

Haeretica - Contro Lo Studio Della Storia della Letteratura Alla Scuola Media



Per qualche motivo che ho sempre faticato a comprendere, molti insegnanti di Lettere delle scuole medie sembrano prendere assai sul serio lo Studio della Letteratura Italiana. Li vedi spiegare ai genitori ai Consigli di Classe, in tono assai compunto, che sono indietro con letteratura ma è per questo e quest'altro motivo e si rimetteranno senz'altro in pari entro Pasqua, li senti informarsi con i colleghi se sono avanti o dietro a loro con il programma, li trovi seriamente preoccupati perché "forse Svevo riescono a farlo ma Pirandello no", o che sospirano perché "ho fatto la verifica a sorpresa su Seicento e Arcadia e i ragazzi non avevano studiato nulla, il voto più alto è quattro" - e qualche volta finisci per sentirti pure un'insegnante trascurata perché i tuoi allievi non sanno un accidente sull'ermetismo, la scapigliatura o la donna angelo - e tanto meno sull'Arcadia e la letteratura italiana del Seicento* mentre tu, sciagurata perdigiorno, stai lì a baloccarti con Dickens, Asimov, Pratchett, Kafka o quant'altro la tua rutilante fantasia possa averti suggerito nelle ultime settimane (e la tua rutilante fantasia è sempre piena di consigli in merito; non solo, ma all'idea di trovare un angolino di tempo per parlare della Scapigliatura o dell'Arcadia la tua fantasia, da rutilante, si fa addirittura incandescente sfornando decine di decine di alternative).
Ogni volta, in cuor tuo, ti domandi come mai costoro, se tanto pazzamente amano la letteratura italiana, non se ne vanno alle superiori, possibilmente al triennio dove l'insegnamento della letteratura è curriculare; ma ancor più ti domandi perché, se davvero costoro amano la letteratura italiana, tollerino di farla in cotali condizioni.

Ma proviamo ordunque ad andare per ordine.
Lo studio della storia della letteratura italiana alla scuola secondaria di primo grado NON è obbligatorio né curriculare; da qualche parte una qualche ordinanza ministeriale o programmazione o quel che è invita gli insegnanti a "far leggere brani dei grandi scrittori italiani" in classe, e questo è quanto**.
I grandi scrittori di lingua italiana, ai miei occhi, presentano un sacco di problemi: alcuni li trovo di una noia allucinante, altri mi sembrano del tutto inadatti ad un virgulto tra i dodici e i quattordici anni, altri scrivono in un italiano arcaico ancora incomprensibile per il virgulto di cui sopra, di molti infine non mi so spiegare la reputazione di cui godono né il peso che vien loro attribuito; detto questo, ci sono autori da cui non si può prescindere (vedi Dante che, almeno qui in Toscana, le classi aspettano fremendo e scalpitando), autori in traduzione (Boccaccio, Ariosto), singoli pezzi che piacciono sempre (S'io fossi foco di Cecco Angiolieri), autori che stanno nella programmazione come topi nel formaggio (Ungaretti con le poesie da trincea, Quasimodo con le poesie di guerra, Verga con Rosso Malpelo e Libertà) e testi che piacciono troppo all'insegnante (nel mio caso, Il cantico delle creature di Francesco d'Assisi). Ma far leggere i brani, anche molti brani, non vuol dire fare storia della letteratura: se qualche parola (qualche) sul verismo può valere la pena di spenderla al momento di leggere Verga, l'Arcadia e il romanzo storico e la donna angelo mi sembrano del tutto rinunciabili, anche perché nelle letterature delle medie se ne parla con una superficialità e una cialtronaggine davvero insopportabili.
Può darsi che esista una buona storia della letteratura italiana fatta per le medie e adatta a mandibole della prima adolescenza, quando, per ovvi motivi, i ragazzi sono del tutto digiuni di letteraturese e critichese e tutta la Letteratura Canonica è assolutamente nuova per loro - una letteratura che introduca le principali tematiche, le colleghi con le principali questioni storiche etc. Se esiste, o meglio se esistesse, immagino che fare un po' storia della letteratura del nostro paese alle medie potrebbe anche, con alcune classi particolarmente propense, avere un qualche senso e fornirgli un po' di preparazione di base che potrebbe anche tornargli utile alle superiori.
Ma, in fiduciosa attesa che qualcuno mi indichi questa fenice dalle piume d'oro, quel che vedo io sono degli autentici musei degli orrori nati tagliando, incollando e raffazzonando le peggiori storie delle letterature delle superiori - dico peggiori, ma magari prima del lavoro di taglia e incolla costoro erano libri rispettabilissimi, chissà.

Il lettore più sensibile avrà forse intuito che non vado proprio pazza per la storia della letteratura e della critica; tuttavia, le molte volte in cui ho dovuto affrontarne lo studio, sporadico o sistematico, l'ho fatto agevolmente prendendo un qualsiasi manuale delle superiori. Quello che avevo al liceo ad esempio non era eccezionale, ma mi forniva tutto il necessario e i vari insegnanti inserirono le aggiunte che reputavano opportune; ma anche le letterature consigliate all'università per gli esami, o semplicemente quelle raccattate dagli amici quando dovetti preparare il concorso, si sono sempre rivelate utili e adeguate quanto bastava; di sicuro qualcuna era meglio di qualcun'altra, ma tutte erano di livello accettabile e mi fornivano il servizio che gli richiedevo: una sintesi chiara e dettagliata dell'evolversi della nostra italica letteratura, con qualche aggancio alla letteratura straniera e abbondanza di testi e di commenti storici, linguistici, metrici, filologici etc.

Niente di tutto ciò viene nemmeno lontanamente offerto da una letteratura delle scuole medie. Lì, i testi sono scelti secondo un canone di cui nessuno ricorda più l'origine, e con scarsissima attenzione al resto dei programmi della scuola - in generale il criterio seguito è quello de "il brano più famoso", in qualche caso "il brano più comprensibile": ad esempio i Sepolcri di Foscolo sono assai famosi, ma - orrore! - lunghi, oltre che piuttosto complessi. A ciò molte antologie rimediano non già abbandonando i Sepolcri alle cure degli insegnanti delle superiori, ma riportando la prima ventina di versi - che, staccato dal resto del poema si riducono a un "Una volta morto, chissenefrega di come mi seppelliscono?" - che non è esattamente una sintesi efficace e completa del poemetto Dei Sepolcri inteso nel suo complesso.

Il caso dei Sepolcri non è isolato; ma i testi tagliati, accorciati e mutilati lo sono ancora il meno (anche se ai miei occhi costituiscono già un peccato mortale): il problema più grave è la parte redatta dall'antologista, composta essenzialmente da
1) luoghi comuni letterari non spiegati
2) leggende metropolitane letterarie non spiegate
3) frasi fatte non spiegate
4) cazzate non spiegate.
Tanto per fare un esempio: dire che la poesia romantica rifugge dagli stilemi petrarcheschi non è molto chiaro per il ragazzo che potrebbe non avere fatto Petrarca e di sicuro non ha toccato né intravisto i petrarchisti - senza la tenace esistenza dei quali è un po' difficile comprendere come mai, nel 1800, ci si desidera liberare di un poeta che, poveraccio, stava ormai sottoterra da quattro secoli senza dar noia a nessuno (tra l'altro: perché nessuno desiderava liberarsi dagli stilemi ariosteschi o tassici? E soprattutto: cosa diamine sono gli stilemi?).

E il romanzo storico? Improvvisamente compare il romanzo storico, vengono date una serie di caratteristiche del suddetto e si passa a parlare... dei Promessi Sposi e del Gattopardo - che hanno caratteristiche assai diverse, distano cento e passa anni tra loro e per giunta sono romanzi storici piuttosto anomali nell'ambito europeo. Beh, almeno sui Promessi Sposi a volte si fa un discorso abbastanza articolato, ma il Gattopardo di solito si limita ad essere citato... per confrontarlo con i Viceré, il tutto senza far leggere una singola riga di nessuno dei due. E siamo d'accordo che tutto sommato si sopravvive anche senza leggere né l'uno né l'altro, ma allora si può anche non parlarne che si fa prima.

Poi arriva Ungaretti.
Ungaretti è un ermetico, si sa (si sa?). Perfino gli autori di antologie delle medie però sembrano consapevoli che "è un ermetico" non vuol dire molto per un ragazzo di tredici anni. Allora glielo spiegano, cos'è un ermetico - e lo spiegano in modo assai emetico: chi lo collega a Hermes Trimegisto e chi a Hermes semplicemente (che sono due personaggi un tantinello diversi e di solito i ragazzi ricordano ben poco del secondo e non sanno un accidente del primo). In ogni caso gli antologisti si ricordano di spiegare alla creatura che Hermes o Hermes Trimegisto si ricollegano al senso oscuro della poesia, al gusto del significato nascosto - poi arrivano le poesie da trincea di Ungaretti che sono quanto di più chiaro si possa immaginare sia come testo che come significato che come messaggio e proprio non si capisce che caspita c'entrano gli scritti iniziatici ellenisti e le divinità psicopompe (se non ricordo male, infatti, né gli uni né le altre c'entrano un bel niente).
Anche Montale è ermetico, ci dicono. però poi si distacca dall'ermetismo "seguendo un suo percorso autonomo" (che non ti spiegano dove porta). E anche se lo stesso Montale sostiene "Codesto solo possiamo dirti / Ciò che non siamo, ciò che non vogliamo", non per questo mi sembra bello ricondurre la sua ricca interiorità al semplice fatto di non essere più un ermetico (che tra l'altro non si è ancora capito cosa vuol dire).

Tutte queste considerazioni e molte altre si sono imposte con forza al mio sentire quando, in occasione delle ultime ore dell'anno di Approfondimento, i ragazzi di terza hanno invocato da me lumi, aiuti e comprensione umana per le loro traversie con Letteratura e ho avuto il dubbio piacere di risentirgli numerose paginate di considerazioni letterarie mandate più o meno a memoria e malamente rielaborata anche dai più bravi (e alcuni sono bravi davvero).
Il che mi ha convinto una volta di più che un insegnante ben preparato e convinto può, in circostanze favorevoli, far apprezzare da una classe su cui ha un buon influsso praticamente qualsiasi testo e qualsiasi autore, non importa se adatto o meno adatto - ma che se proprio costui insegnante si impunta per fare anche storia della letteratura, allora si deve armare di fotocopie e blocco per appunti, sporcarsi le mani e scendere in un'infinita infinità di dettagli, altrimenti anche la migliore classe finirà per ripetere, in modo più o meno fluente, un'enorme quantità di sciocchezze desunte dall'orrendo libro di storia della letteratura per le medie.
Per gli autori dei quali, mi auguro, il fuoco pennace brucerà in eterno - o almeno per un periodo molto, molto lungo.

*del resto, a dirla tutta, NEMMENO IO so assolutamente nulla sulla letteratura italiana del Seicento e le mie conoscenze sull'Arcadia non basterebbe a riempire un cucchiaino da saliera.
** Ne ho perso memoria e cognizione ma ricordo benissimo di averla letta, qualche tempo fa. Esiste. Da qualche parte esiste. Sono sicura che esiste.

15 commenti:

il grigio ha detto...

Perché non rendere obbligatorio il ciclo della Fondazione? Ci sarebbero tante cose da discutere e da imparare ...

LaProfe ha detto...

Oddio, ti abbraccerei.
Io che quando sono in sala professori e sento che sono arrivate (le altre) a Parini, e io ho appena letto in classe "Chichìbio" per farci su una risata e perché non capivano cosa succedeva con la peste e chi se ne andava dove, e subito dopo magari leggiamo "Sentinella" o "Razza di deficienti"...
ecco, io che mi domando se sto clamorosamente sbagliando,
ecco, io adesso respiro meglio :-)

(Roberto, è un'idea! Quest'anno abbiamo letto cinque libri di Mino Milani, l'anno prossimo passiamo ad Asimov! Visto anche che l'Antologia non la faccio comprare eh eh eh)

Murasaki ha detto...

Prof, sospettavo va vari indizi che ti avrei trovato comprensiva, almeno tu ^__^
(io invece l'Antologia la subisco con dignità perché la trovo già adottata. Giorno verrà che ANCH'IO potrò non adottarla e ripiegare su qualche vasta scelta di racconti... No, non un libro che contiene dei racconti, proprio una barcata di racconti scelti da me!

Quanto ad Asimov, è senz'altro un must, soprattutto per i racconti.
La Fondazione... eh, per la Fondazione mi dovrei aggiornare, quando l'ho letta era ancora una Trilogia, pensa un po', adesso è raddoppiata...
qualche anno fa cercai il pezzo che descrive l'Impero che si va dissolvendo, ma non riuscii a ritrovarlo. Magari potrei riprovarci...

'povna ha detto...

anche la 'povna - in quella terra vergine e un po' anarchica che è il biennio - subisce l'antologia con dignità (nella sua scuola le adozioni sono uguali, senza possibilità varianti, per tutte le sezioni) e porta una barcata di racconti e varie scelti da lei. in alcune classi (specie per i cuccioli di oramai non pochissimi anni fa), Asimov è stato una vera ispirazione. e sospetta fortemente (non per niente i cani sono appunto cani) che l'anno prossimo sarà arrivato il tempo di ripetere l'esperimento coi 101.
concorda in pieno - ça va sans dire - anche con la scelta non-crociana e il non studio della storia letteraria... vai Murasaki, che non sei sola!!! :-)

lanoisette ha detto...

allora, io concordo al 90%, nel senso che NON ritengo obbligatorio lo studio della storia letteraria e ABORRO i bignamini raffazzonati delle letterature delle medie. s'il vous plait, sono laureata in critica letteraria e sentir dare dell'ERMETICo al primo Ungretti (quello dell'Allegria, che generalmente si dà in pasto ai ragazzi) e ancor più a Montale mi genera un'improvvisa crisi di orticaria fulminante. per non parlar dei libri che snocciolano la parafrasi già pronta.
io di solito mi dedico a pochissimi pezzi "scelti" ma fatti come dio comanda, se la classe lo consente. altrimenti, nisba.
e taglio alla grandissima su Autori e Autorucoli, secgliendo ciò che mi sembra più adatto alla classe e alla situazione, dando fotocopie e dettando appunti.
ad esempio, via "chiare, fresche, dolci acque" e sotto con "solo e pensoso", accessibilissimo ai tormantati cuori dei tredicenni. via il 5 maggio e avanti con Marzo 1821 e l'inno di mameli. e così via.

sulle antologie... bah... dipende. ne ho trovate di moto buone per la ricchezza e scelta e dei testi e altre davvero pessime...

Murasaki ha detto...

LaNoisette, poterbbe essere l'unica occasione della mia vita per scoprirlo, perché non credo che mi ricorderò mai di aprire una storia della letteratura seria a caccia di quest'informazione...
...ma allora il primo Ungaretti e il primo Montale non sono ermetici?
Se non erano ermetici, cos'erano?
E soprattutto, da dove viene "ermetico"?
Da Hermes?
Da Hermete Trimegistio?
Da Hermés, noto stilista francese?
Da "ermetico" nel senso della chiusura dei barattoli?
Da niente di tutto questo?

lanoisette ha detto...

no, il primo Ungaretti e soprattutto Montale NON sono ermetici.
L'ermetismo è una corrente letteraria che si ispira soprattutto al simbolismo francese e che ricerca volontariamente un linguaggio "da adepti", analogico, sinestetico. Ermetici sono Luzi, Bigongiari, Gatto, Betocchi, l'ultimo Quasimodo. Ermetismo deriva sì da Ermete trismegisto (che derivava comunque il suo nome da Ermes, custode dei riti iniziatici), ma nel Novecento il termine ha in parte perso il legame con l'orfismo (ancora presente in Campana) e con la tradizione magico-alchemica ed è indice soprattutto di oscurità ricercata attraverso la parola (come i barattoli, insomma).

il primo Ungaretti si ispira ad alcune esperienze poetiche del primo Novecento francese (Apollinaire soprattutto) e al linguaggio futurista - e gli ermetici riprenderanno da lui l'uso dell'analogia - non ricerca volontariamente un linguaggio oscuro (e infatti non lo è), e si avvicinerà solo più tardi alla poetica dell'ermetismo.

Montale invece non è MAI stato ermetico: non si ispira al simbolismo francese ma all'allegorismo dantesco (attraverso Elliot e Pound), non usa l'analogia ma il correlativo oggettivo, anche se - a livello interpretativo - molte delle sue poesie risultano al lettore meno esperto oscure tanto quanto quelle degli ermetici. però Montale ha una chiave di lettura, la poesia ermetica è chiara solo nella testa del "poeta iniziato".

ecco, mi trattengo, perché altrimenti andrei avanti per ore...

Murasaki ha detto...

@ LaNoisette:
grazie infinitissime ^__^
Prima di insegnare alle medie vivevo in una felice ignoranza riguardo ai poeti italiani del Novecento: al ginnasio la mia amatissima professoressa ci fece analizzare un sacco di poesie ma sorvolò assai pudicamente sulla letteratura - mentre leggevo la tua nota mi sono ricordata che infatti lei non ci parlò MAI di ermetismo, e per Ungaretti citò La Voce e la sua frase sull'opportunità di uccidere il chiaro di luna.
Le letterature delle medie mi hanno molto confuso le idee: io non faccio letteratura, ma le insegnanti che sostituivo spesso sì, e ti assicuro che l'Ungaretti ermetico è un topo talmente ricorrente che ormai me ne ero convinta pure io; ma adesso, grazie a te eviterò di instillare, sia pure di striscio, idee sbagliate nelle creature a me affidate.
Ovviamente eviterò anche di chiarirgliele contraddicendo l'insegnante titolare, perché intendo arrivare alla vecchiaia.

(Come faccio a sapere che quel che dici è giusto e quel che dicono le letterature sbagliato?
Perché quel che dici ha un senso e si applica ai testi che conosco, mentre quel che dicono le letterature delle medie oltre ad essere confuso non corrisponde ai testi che conosco ^__^).

lanoisette ha detto...

felice di esserti stata utile! mi manca così tanto, un po' di seria letteratura novecentesca da instillare nei pargoli...

PS - se ti interessa avere sottomano una storia letteraria completa e seria, ma agile e sensata, per risolvere dubbi e stupidaggini propinate dai raffazzonamenti delle medie, ti consiglio quella di Ferroni: io ho quella in 4 volumi, ma è ora disponibile anche in volume unico - un po' più sintetica, naturalmente.

http://www.anobii.com/books/Profilo_storico_della_letteratura_italiana/9788828601173/0124ce3264a6d189dc/

Murasaki ha detto...

Temo che il link sia rimasto a mezzo, perché non trovo niente :(

Ma, ora che mi ci fai pensare: in effetti quello che davvero potrebbe farmi comodo è qualcosa di accessibile sulla poesia del novecento. E' un settore dove, per vari motivi, sono piuttosto sguarnita - mentre sul resto non temo le insidie di nessun Bignami da medie.
Ti viene in mente qualcosa?

'povna ha detto...

per i miei studenti dell'altro mondo, come supporto agli esami, quando il corso è su poesia novecentesca, consiglio in consultazione queste cose, che di solito hanno un buon successo (che dici, Noisette, condividi?):

1)L'antologia Mondadori dei "Poeti italiani del Novecento" curata da Mengaldo: è un po' datata, oramai, però le sue introduzioni e la sua interpretazione restano molto buoea, soprattutto per una panoramica generale.
http://www.anobii.com/books/Poeti_italiani_del_Novecento/9788804387312/017626252ccb737adf/

2) L'antologia, sempre Mondadori, dei "Poeti italiani del secondo Novecento", fatta sulla scia del grande successo di quella di Mengaldo, che completa, arrivando agli anni Ottanta di Magrelli e della Valduga)

http://www.anobii.com/books/Poeti_italiani_del_secondo_Novecento/9788804400776/017071c60dc5350ebc/

3) L'antologia di "Parola plurale", di poeti contemporanei contemporanei, ma dove si possono trovare cose che ai ragazzi piacciono, e fatta (curata, da otto curatori tra cui Alfano e Cortellessa e Zublena) veramente molto bene: http://www.anobii.com/books/Parola_Plurale/9788887995916/01089fc9d789e406f1/

viviana ha detto...

OT: Mie esimie professoresse blogger vi tronca i link dovreste usare l'html (vale a dire la parolina sottolineata che contiene il link)
Mi offro di spiegarvi come fare (se non lo sapete fare) in cambio della giustificazione a saltare l'interrogazione di letteratura :-P

lanoisette ha detto...

concordo con Povna sulle due antologie di poesia della Mondadori (il mio Mengaldo è sciupatissimo, letto e riletto!), non conosco Parola Plurale.

@viv: ci ho provato (ho copincollato dai codici html di splinder) ma blogger non accetta il codice "target".

viviana ha detto...

allora resta da capire se lo fa per link lunghi a causa dello spazio ridotto (larghezza colonna) dei commenti...

Murasaki ha detto...

Grazie infinite a entrambe
Non preoccupatevi per i link (cioè, preoccupatevene pure e se trovate una soluzione fateci sapere; ma non preoccupatevene per questo caso specifico) perché meglio di Anobii mi potrà informare in merito ai libri che mi avete suggerito una giratina alla più vicina biblioteca comunale con relativo prestito mensile ^__^