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venerdì 2 aprile 2010

Applicazioni della filologia nella didattica


Lo schema raffigura uno dei più tipici modelli di albero, o stemma codicum

(estratto di una verace lezione tenuta da me medesima tre settimane fa)
Qualche giorno fa il vostro compagno Sirius ha chiesto cos'era la filologia. Sul momento ho dato una risposta affrettata perché volevo continuare la lezione, ma oggi ho deciso di sviluppare meglio l'argomento.
"Filologia" viene dal greco e significa "amore e cura della parola". Riguarda lo studio dell'evoluzione delle parole, ma anche dei testi. Un'edizione filologica è un'edizione che cerca di avvicinarsi quanto più possibile all'originale scritto dall'autore.
Fino alla metà dell'Ottocento, quando si voleva fare l'edizione critica di un testo si trascriveva il manoscritto che si reputava più vicino all'originale, magari con qualche modifica in caso di errori evidenti. Poi arrivò il metodo lachmaniano, che è quello che usiamo ancora oggi: prima di tutto si fa un accurato esame di tutti i manoscritti, poi si schedano le differenze e dall'analisi di queste differenze si ricostruisce lo schema dei codici, o albero* - qui ne potete vedere qualche esempio.
(proiezione sulla LIM di vari esempio di alberi, più o meno complessi)
Ricostruire l'albero porta alla ricostruzione della storia di un testo. Ad esempio, se un brano manca in un gruppo di manoscritti possiamo immaginare che il manoscritto capostipite di quel gruppo lo abbia saltato e che tutti manoscritti copiati da lui non lo abbiano copiato per forze di cose. Stessa cosa se abbiamo un errore significativo, o un pezzo interpolato.
Come avrete notato, quando avete fatto i compiti di storia non mi sono preoccupata troppo se copiaste o no, ad esempio girando per la classe per controllare che non teneste il libro sotto il banco. Questo perché sapevo benissimo chi tra voi negli ultimi mesi aveva o non aveva studiato storia e, vista una generale mancanza di allenamento allo studio da parte del gruppo, che non si è limitato a non studiare la mia materia ma, con grande senso di equità, ha evitato di studiare un po' di tutto, ritenevo piuttosto improbabili rimonte dell'ultima ora grazie a qualche tirata sui libri. Sapete, le tirate funzionano se chi le fa sa studiare. Buona parte di voi al momento non sa studiare anche perché raramente ha provato a farlo. Questo, temo, è il problema principale di questa classe.
Sapevo però che buona parte di voi ha una grande fiducia negli espedienti e davo per scontato che ne avreste fatto grande uso; contavo però di riuscire a ricostruirli correggendo i compiti. Infatti, per funzionare, anche gli espedienti più efficaci richiedono un minimo di conoscenza di base. Vi ho quindi lasciati piuttosto liberi, riservandomi di intervenire solo per i casi più appariscenti. Ad esempio ho sequestrato uno schema dal primo banco della fila di destra, ma ci avete praticamente acceso le insegne luminose sopra, non era possibile non notarlo.
(Brusio di obiezione)
Nossignore, vi siete fatte notare! Io ho un animo del tutto alieno dal sospetto, ma vi eravate messe cheek to cheek e stavate chiaramente guardando qualcosa. Ovvio che se fosse stata una foto del vostro cantante preferito non l'avrei certo sequestrata! E avevate la barriera degli astucci davanti. Mettere la barriera degli astucci è come mettere un freccione con su scritto "qui c'è un foglio da cui copieremo". Quando si sta nel primo banco occorre una certa cautela per copiare dagli schemi fatti a casa. Già che siamo in argomento, prima di guardarlo con tanta attenzione, potevate aspettare almeno che avessi dettato le domande.
Nelle file di destra invece si sono comportati con maggiore discrezione, e sono anche riusciti a far viaggiare il loro schema su Elisabetta I fino alla coppia di banchi staccati vicino alla cattedra. Tra l'altro era uno schema fatto piuttosto bene, non so se l'avevate preso da qualche parte o adattato dal libro - però, ragazzi, quando si fa girare uno schema in classe non si può copiare parola per parola come avete fatto voi; eravate in cinque, e in cinque mi avete scritto le stesse identiche parole: non era possibile non riconoscerlo. E poi, scusate, le date del regno di Elisabetta almeno a qualcuno di voi poteva ben venire in mente di metterle tra parentesi!
Acquacheta, invece, per Elisabetta I ha fatto una buona sintesi dal libro. Non so se l'aveva preparata a casa o se ha copiato in classe dal libro, nell'ultimo banco qualche possibilità di manovra in questo senso c'è; ad ogni modo hai usato le parole del libro, precise e identiche. Un po' di lavoro di rielaborazione sarebbe stato gradito, visto che in italiano non te la cavi male.
(Acquacheta abbassa gli occhi, un po' confusa)
Sempre Acquacheta ha copiato la definizione di "indulgenza" dal dizionario. Si tratta di una procedura legittima, perché il dizionario è uno strumento che potrete sempre usare in tutti gli scritti, anche ai concorsi. Il punto è che io avevo chiesto in cosa consisteva la vendita delle indulgenze. La definizione che hai riportato, Acquacheta, è giusta ma è la definizione di "indulgenza". Considera però che una roba chiamata "vendita delle indulgenze" implica un qualche tipo di transazione commerciale, che invece non risulta dal concetto di "indulgenza" in sé.
Sempre sulla vendita delle indulgenze, un gruppo si è trasmesso fiduciosamente una definizione partorita da qualcuno di voi. Vi prego però di ricordare che copiare è inutile, se non si ha cura di copiare dalla persona giusta. L'autore di questa definizione, chiunque fosse, aveva le idee decisamente confuse: "La vendita delle indulgenze erano banditori o comunità religiose che andavano di paese in paese a chiedere soldi per la salvezza della loro anima". Qui, se non altro, il senso di una transazione commerciale c'è, ma, a parte l'italiano agghiacciante, si trascura il fatto che i banditori non chiedevano soldi per la salvezza dell'anima di loro stessi medesimi, bensì dell'anima di quelli che davano soldi. Per come la vedo io, non è una differenza di poco conto.
Inoltre dovete tener conto che, oltre a scegliere la persona giusta da cui copiare, occorre anche fare attenzione a quel che si copia e tener conto che in ogni modo ne deve risultare fuori un discorso sensato.
Ad esempio, prendete la domanda sullo scisma anglicano. Assenteista ha scritto "Lo scisma anglicano avvenne perché il re era molto avvantaggiato e inoltre aveva un basso numero di monasteri". La frase è stata ripresa pari pari da Salice Piangente, che di posto sta dietro a lui, e basta da sola a dimostrare che nessuno dei due ha la benché minima idea di cosa sia lo scisma anglicano. Questa per me non è una sorpresa, ma ero molto incuriosita perché non capivo da dove aveste potuto tirare fuori un discorso tanto strano.
(Assenteista esibisce il suo consueto sorriso tra il furbetto e il noncurante che rispecchia fedelmente il suo totale disinteresse alla questione. Salice Piangente è, ovviamente, sull'orlo delle lacrime)
L'ho capito soltanto quando alla fine ho corretto il gruppo dei compiti veri, quelli cioè fatti dalla ristretta cerchia che dall'inizio dell'anno ha studiato storia con continuità; tra di loro Silenzioso, che è di banco accanto ad Assenteista, ha scritto "Lo scisma anglicano avvenne perché il re d'Inghilterra Enrico VIII aveva molti vantaggi a staccarsi dalla chiesa di Roma", passando poi a impostarmi un discorso assai sensato sui beni monastici incamerati dallo stato e sui problemi legati al divorzio da Caterina d'Aragona. Qui, in effetti, caro Assenteista, sarebbe bastato rendere "aveva molti vantaggi" con "sarebbe stato molto avvantaggiato": perché i vantaggi il re sperava di goderli eseguendo lo scisma, non li aveva già prima di fare lo scisma. Ma si ritorna al discorso di prima: quando si copia in un compito in classe è necessario avere una minima conoscenza di ciò di cui si sta parlando.
Esorto quindi i due terzi della classe che hanno preso una valutazione non sufficiente a riflettere su questo nel vostro interesse.

7 commenti:

'povna ha detto...

quando si dice impara l'arte (filologica) e mettila da parte! :-)

LaProf ha detto...

Oh, ma che magnificentissima lezione :-)))

Parole_alate ha detto...

Vero! Però hai perso un post...

Murasaki ha detto...

@ povna
L'insegnamento è come il maiale: non si butta mai via niente di quel che sai ^__^

@ Parole alate
L'ho solo messo in quiescenza per qualche giorno perché questo non scivolasse dietro.
Poi torna ^__^

Wolfghost ha detto...

ehm... meno male che ho finito le scuole da... qualche annetto! :-D

viviana ha detto...

Sei stata perfida!
Hai scientificamente smontato loro l'unica certezza di ogni studente svogliato: quella di farla franca.
Però mi hai fatto ricordare di essermi salvata dall'esame di riparazione di elettronica proprio per aver personalizzato quello che mi avevano passato :-P

lanoisette ha detto...

semplicemente fa-vo-lo-sa!

e la cosa migliore della filologia applicata alla corezione dei compiti è che almeno lì non esiston ole,varianti di diffrazione di continiana memoria!