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venerdì 27 novembre 2009

Fredda la mano ed il cuore e le ossa



La Contea è una sorta di isola di tranquillità in una zona fitta di prodigi dei più vari tipi; e così, dopo essere scampati al Vecchio Uomo Salice e dopo una giornata con Tom Bombadil - che non è proprio il tipo più ordinario che si possa trovare, lui e la sua bella convivente Goldenberry - i quattro hobbit finiscono sui Tumulilande e financo dentro ai Tumulilande, nella tomba di uno spettro pazzo furioso e a un filo (di spada) dall'essere sgozzati tutti quanti nel corso di qualche rito malvagio dalle incompensibili finalità.
Sugli Spettri dei Tumuli non viene spiegato niente, perciò restano la gelida quintessenza del terrore mortale. Tra loro manca il più importante: il re degli stregoni di Angmar (del quale avrei sempre desiderato una biografia più dettagliata) Ora ha cambiato lavoro ed è tornato a comandare i Nazgul. Gli hobbit lo incroceranno ben presto, lungo la Via.

3 commenti:

Wolfghost ha detto...

Non ho capito. Stai... raccontando il racconto? :-o

palmy ha detto...

Questa svolta tolkeniana a che la dobbiamo?! Scherzo... quando ti va passa a trovarmi, è da tanto tempo che non ti fai viva...

Murasaki ha detto...

@ Wolf

Cosa sto facendo non lo bene nemmeno io. Diciamo che sono... appunti di viaggio.
Non mordono, comunque ^__^

@ Palmy

Beh, ho iniziato la Periodica Rilettura della Grande Opera, e trattasi sempre di passaggio assai catartico per me. Però da te passo regolarmente e non è vero che non mi faccio viva da tanto!
(che poi nessuno mi fili, è un altro discorso... ^__^)