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domenica 11 ottobre 2009

Moderne maniere per lo insegnamento della istoria


Clio, la Musa della Storia, reduce da una visita nella mia attuale scuola
Ai tempi in cui andavo a scuola in qualità di allieva l'unica tecnica riconosciuta per studiare storia era studiarla, sin dalle elementari.
Col tempo sono arrivati gli obbiettivi ridotti o semplificati per ragazzi con difficoltà di apprendimento e stranieri - anche quelli comunque legati a un'interrogazione, per quanto addomesticata, e a un qualche tipo di studio, mnemonico o meno.
Sono arrivate però anche alcune... come dire... tecniche alternative, di cui ho appreso l'esistenza solo di straforo quando sono tornata a scuola dall'altra parte della barricata.
Prima tecnica: lettura del libro in classe.
Che, certamente, ha i suoi lati positivi: ad esempio se hai un libro un po' complesso da usare, oppure scritto in uno storichese troppo stretto. All'inizio di certe prime dall'apparenza un po' debole (che poi magari col tempo diventeranno classi di fulmini di guerra) in tanti ci siamo messi a leggere con la classe. Un po' si legge, un po' si spiega, un po' si amplia, la volta dopo si fa qualche domanda... insomma, un viaggio un po' addolcito verso la meta finale - che è sempre quella dell'interrogazione.
L'altra tecnica è quella della Sottolineatura: l'insegnante ti dice cosa sottolineare o evidenziare.
Beh, forse per le prime una-due lezioni si può anche fare; magari ricordando che la sottolineatura è atto individuale, perché non per tutti sono difficili da ricordare o sconosciute le stesse cose - quindi che sia l'insegnante a dire cosa sottolineare non mi sembra abbia molto senso. Inoltre ogni libro oggi ha parole in neretto, parole in corsivo, richiami ai lati, se ci aggiungi anche sottolineature e evidenziazioni finisce che tutto è evidenziato e quindi niente più salta all'occhio; senza contare l'antico detto sapienziale che ci ricorda come "la quantità delle sottolineature è inversamente proporzionale alla comprensione del testo".
Insomma, l'insegnante legge, poi l'insegnante spiega, poi l'insegnante dice dove sottolineare e quali sono i concetti essenziali.
L'apporto dell'allievo consiste nel trasportare il libro da casa a scuola.
Un po' poco, per una giovane mente in divenire.
Dice "Ah, ma tutto questo è finalizzato a semplificargli lo studio a casa".
Sorvoliamo sul fatto che lo studio non sempre si lascia semplificare, che comunque rischia di diventare un banale esercizio mnemonico e allora tanto vale fargli mandare a memoria le formazioni della Nazionale di calcio degli ultimi mondiali o l'Infinito di Leopardi, che almeno è una bella poesia; ma il punto è che spesso NON si pretende che a casa la creaturina studi storia. Coloro non vengono interrogati. A fine quadrimestre si fa una verifica scritta su un capitolo, magari a casa, e su quello si dà il voto.
In prima, in seconda... sì, e pure in terza.
Di classi abituate a lavorare in questo modo ne ho trovate quattro - una percentuale un po' alta, oso dire.
Il caso più eclatante rimane una terza formata nella sua quasi totalità di stronzi calzati e vestiti - ragazzi capacissimi di avvelenare al minimo tocco un'intera famiglia di crotali, ma molto, molto intelligenti. Non ho idea del motivo per cui la titolare li tenesse a questo regime di farinata e biscottini solubili quando sarebbero stati perfettamente in grado di studiare su manuali delle superiori e in più mangiarci in insalata tutti quanti. Per mia buona sorte la supplenza durò solo dieci giorni, al termine dei quali mi guardai bene dall'interessarmi della loro sorte.
L'anno prima mi ero invece ritrovata a Gennaio in una graziosa seconda, un po' affollata ma simpatica. Chi aveva insegnato prima di me non aveva mai interrogato perché "il programma di storia di seconda era difficile".
Spiegai con garbo che il programma di storia di seconda media era calibrato per i ragazzi della seconda media, e che tutte le altre seconde del regno studiavano quello stesso identico programma, poi chiesi se qualcuno si voleva attentare a ridirmi l'ultimo capitolo. Ci provò la prima della classe, con esiti discreti.
Non vi fu pianto né stridor di denti. Nessuno protestò o si lamentò, tutti si misero a studiare storia e tutti si fecero le loro brave interrogazioni con esiti più che rispettabili. In realtà storia gli piaceva e la studiavano volentieri. Gli piaceva un po' tutto, ricordo, e non solo di Lettere. Una classe molto disponibile.
Poi c'è la mia attuale seconda. Ragazzi vivaci (oh quanto vivaci!) e intelligenti, ma del tutto allergici allo studio. Storia non gli dispiace, ascoltano volentieri le mie rutilanti spiegazioni ricche di effetti speciali, aneddoti avvincenti e risvolti sconosciuti ai più - ma il fatto che la sera prima di una lezione di storia dovrebbero dare una scorsa al testo (piuttosto chiaro e ben fatto) dei paragrafi assegnati del libro ed essere in grado di riferirmelo a grandi linee la mattina seguente non ha ancora attecchito. Se chiamati, una buona parte di loro mi guarda con doloroso stupore, poi prova la solita serie "Non sapevo che fosse da studiare, non sapevo che oggi ci fosse storia, non l'ho scritto sul diario, ho chiamato il tale ma non mi ha detto che c'era da fare questo". Dopo un mese il muro mostra qualche crepa, qualche lieve segno di cedimento, ma ancora nessun crollo strutturale; intanto la collana dei Non Preparati si allunga ad ogni lezione.
Infine c'è una delle Terze dove faccio approfondimento. La titolare mi ha chiesto di dedicarmi a storia perché la classe non sembra riuscire a venirne a capo "Vediamo se sentendola da due campane gli entra meglio in testa".
Così mi rivolgo alla classe con un bel sorriso materno (andiamo molto d'accordo): "Orsù, ragazzi, apritemi il vostro cuore. Qual è il problema? Forse il metodo di spiegazione della professoressa....".
Interviene un dolce fanciulla "La professoressa non ci legge il libro!" si lamenta, col tono del bambino cui hanno appena sventrato a spregio il pelouche preferito.
Brusio di assenso della classe: sì, è quello il problema.
Mostro grande stupore "Ma via, siete in terza, nessuno legge il libro in classe in una terza! Si suppone che siate in grado di farlo da soli. Vi hanno insegnato a leggere in prima elementare, immagino...".
Mi guardano dolorosamente sorpresi. Sviolino su una serie di corde: la loro intelligenza e maturità, la preparazione che ci si aspetterà da loro l'anno prossimo, il fatto che nessuna terza media legge storia in classe (che non è nemmeno vero, purtroppo, ma non mi sembra il momento di servire troppo devotamente la Verità). La classe, un po' più rassegnata, si lascia deviare verso Napoleone, argomento già dissodato in abbondanza dalla titolare.
"Per cosa è famoso soprattutto Napoleone?" chiedo. E' una domanda a più risposte. Sarei propensa a partire dal Codice, ma non è un obbligo.
"Perché è morto su un'isola".
"Ehm. Beh, volendo anche per questo. Ma come mai ci era finito su quell'isola?".
"..."
"Altri motivi per la fama di Napoleone?".
"Perché aveva sposato una donna molto famosa".
"Perché ha conquistato l'Italia".
"Perché è stato il primo ad andare in Russia".
"Perché è stato avvelenato".
"Perché dormiva pochissimo".
Ascoltate le risposte, decido di partire comunque dal Codice (sul libro c'è una bella scheda in merito); nel frattempo mi rallegro in cuor mio di essere solo l'insegnante di Approfondimento, che non è obbligata a mettere voti...

7 commenti:

cautelosa ha detto...

Nella mia vita da prof ho visto che per molti alunni studiare storia (o geografia o quant'altro sia richiesto) significa "studiare a memoria", con tutte le conseguenze nefaste del caso, essendo la gran parte di loro sprovvista di una memoria stile Pico della Mirandola.
Per questo motivo, per un certo periodo ho preferito parlare di "lettura attenta del testo per due-tre volte, ripetendo i concetti essenziali", interpretato dai più con uno sbrigativo "leggere". Magari davanti alla tivu accesa...
E sono allora ritornata al più chiaro "studiare".
Per quanto riguarda il metodo, ho usato di tutto un po', lettura sul testo, spiegazione, qualche sottolineatura (moderata!), schemi alla lavagna, schede... E poi interrogazioni e qualche prova scritta, in classe naturalmente...

IrisLuna ha detto...

Io leggo da studentessa universitaria..
Mio dio, non so se ridere o piangere..E soprattutto, giuro, non ho mai capito come si potesse andare male in storia..Posso capire i limiti imposti dalla chimica o dalla matematica, ma storia.. E' davvero la non voglia di studiare, il cervello fritto davanti alla playstation, non lo so.. Personalmente mi sono ritrovata a fare ripetizioni a ragazzi di medie proprio di storia.. e va bene, se non ti ricordi una data (ok, può capitare)..ma,in linea generale.. non sapere chi era Napoleone..in che periodo collocare il medioevo..cose così..è "inquietante".. E si che avrei voluto alle medie avere docenti come voi.. ricordo l' esperienza puramente mnemonica; chi riusciva a ripetere tutto il capitolo a memoria aveva il suo bell' ottimo.Che poi avesse capito quello che stava dicendo..boh, nessuno può saperlo.
Alle superiori invece mi andò bene.A me. Al resto della classe un po' meno. La nostra prof. di storia era quella che considero una docente.Che non si limitava a ripetere la pappardella all' infinito.E si, mio dio, anche con noi (parlo di 3°,4°,5° liceo) si leggeva in classe tutti assieme, si sottolineava, si facevano schemi, ci faceva fare le cronologie per mettere tutto assieme..Il problema veniva con le interrogazioni.Chi sapeva a memoria veniva rimandato al banco.Lei partiva con un evento.Potevi non ricordarti la data esatta.Ma l' evento lo dovevi sapere.Causa/effetto.E li si vedeva chi aveva studiato, e chi no.
Putroppo però, vedo che anche l' università premia chi sa solo a memoria, ma poco ha appreso..
quindi.. siamo noi studenti che ci dobbiamo adeguare, o i pochi docenti che non amano sentir ripetere le cose a pappagallo che devono farlo ?
Mah. ._.

Scusa l' intrusione sul tuo blog, sono arrivata qui da WolfGhost, con il racconto La Fata dei Boschi e il Gatto Nero.. e anche qui ti ringrazio :)
Buonanotte,
IrisLuna

wolfghost ha detto...

Credo che studiare "mnemonicamente" possa avere una sua utilita', ma la parte piu' importante dell'insegnamento sia "lasciare intravvedere" la vita e i suoi insegnamenti.
Per questo credo che, seppure le linee guida possano essere comuni, cio' che puo' essere di reale utilita' studente per studente non puo' che essere individuale.
Ecco perche' - ad esempio - sottolineare puo' anche andare bene, ma... che lo si faccia su "indirizzo" dell'insegnante mi pare davvero inutile.
Basti pensare che sono certo che chiunque di noi prenda in mano un libro da lui stesso sottolineato un anno prima... ne cambierebbe completamente o in parte le parti sottolineate ;)
Non solo siamo tutti diversi, ma siamo diversi perfino da noi stessi a seconda del periodo della nostra vita.

Anonimo ha detto...

Anch'io le ho provate tutte, di solito 'racconto' il capitolo, non leggo se non qualche documento; poi suggerisco loro di studiare facendo,a casa, sintesi e schemi (alle superiori di solito sono in grado di farlo), ma soprattutto funziona il fatto che, nelle interrogazioni, chiedo sempre il programma dall'inizio; quando annuncio questa mia consuetudine gli studenti hanno una crisi di panico, poi col tempo, si accorgono che, in questo modo, anche solo ascoltando le interrogazioni, fanno un bel ripasso...insomma funziona abbastanza bene. Spesso, aggiungo particolari che sul loro libro non ci sono e invito i ragazzi a prendere appunti, anche a a matita, sul libro...l'altro giorno uno di loro mi ha interrotto così, "Scusi prof, ma se nel libro non c'è scritto, lei come lo sa?!"...mi ha fatto fare una risata di cuore! pandora20.

lanoisette ha detto...

anch'io ho due classi davvero poco, pochissimo, studiose. e la docente che li aveva l'anno scorso ha finito il programma in questo modo: studiate gli ultimi cinque capitoli durante le vacanze. puoi capire quanto abbiano compreso del passaggio dal comune alla signoria...

palmy ha detto...

Ho potuto constatare che la routine spiegazione-interrogazione non andava a buon fine, infati i ragazzi non sapevano come studiare; per questo mi sono arresa a "spolpare" il libro in classe, cercando così di insegnare loro un metodo di studio, facendo scrivere gli approfondimenti dati dai miei interventi e facendo interrogazioni non sul singolo paragrafo ma su capitoli interi... così ho ottentuo che al superiore fossero preparati a uno studio più adeguato... lo so perché sono ancora in contatto con miei ex alunni...
Per quanto riguarda lo studio mnemonico quello cerco di evitarlo io, ponendo domande a cui non si può rispondere solo con frasi appiccicate a memoria.

Murasaki ha detto...

@ Cauty

Come per IrisLuna, anche per me storia era una delle materie più facile, grazie anche a dei libri piuttosto buoni e vedevo con meraviglia che il voto più alto era riservato a chi imparava i paragrafi a memoria, in base a quanto dichiarato apertamente dall'insegnante. Io trovavo la cosa assurda e, anche se la mia memoria mi avrebbe senz'altro assistito non presi neanche in considerazione quella possibilità.
Passata dall'altra parte della barricata ho imparato che per qualcuno, specie quando il libro perde colpi, è l'unico modo di venirne a capo. A St. Matry Mead facevano così in diversi - che, ovviamente, cercavano di farlo abbastanza raramente perché era una bella faticaccia. Ho provato con tutta la buona volontà del mondo per tre anni a smontare il meccanismo e non ci sono riuscita, non so perché.
Spero di far meglio quando si ripresenterà il caso.
Ricordo però con piacere il Teppista (che era rumeno, e con qualche problema con l'italiano che si è andato risolvendo) che col tempo abbandonò il salvagente della memoria per passare prima a delle esposizioni un po' confuse e poi a delle esposizioni piuttosto chiare e molto ragionate. Il ragazzo però aveva (anzi HA, perché gode di ottima salute) un cervello di prim'ordine.

@ IrisLuna

Benvenuta, e grazie della visita ^__^
Naturalmente quelli che hanno problemi seri con la storia di solito non sono le punte di diamante della classe, e mostrano problemipiuttosto seri anche con la matematica, la chimica e quant'altro. Però credo che per alcuni valgano anche dei misteriosi blocchi interni per cui "la storia va imparata a memoria", senza cercare il nesso.
Quanto alla cosiddetta collocazione di un evento sull'asse temporale, per cui Carlo Magno non andava a cena con Enrico VIII e simili... lì credo sia colpa anche dei libri, delle famiglie che ne sanno meno di loro e anche dei nuovi programmi, quelli che hanno tolto storia dalle elementari. A volte anche dei docenti che hanno la strana convinzione che la storia sia una materia immutabile e definita una volta per tutte e leggono "la stessa storia dallo stesso libro con le stesse parole da quarant'anni di onesta professione".

@ Wolfghost

D'accordo su tutto, soprattutto sul "far intravedere": la storia in particolare è una materia molto fluida e mutevole. Qualche volta (mi sembra) sono riuscita a far capire alle classi che non è una scienza esatta ma funziona a seconda degli occhi di chi la guarda.
Con quelle classi, va da sé, lavorare è stato facile e divertente ^__^

@ Pandora

Ecco, di solito io non mi attento a scavare troppo indietro nel programma se non a grandi linee con i più bravi e regolari... del resto anch'io alle medie storia la studiavo se e quando mi pareva... Al liceo invece ci veniva chiesto all'incirca il programma del quadrimestre, ma a quel punto eravamo un audience più selezionata - e infatti ci preparavamo sul programma degli ultimi mesi senza particolari proteste o drammi.

@ LaNoisette

Ah, gli ultimi capitoli "da studiare durante l'estate"... E' un escamotage relativamente comune.
No, non io. Mai. Anche perché le classi dove lo puoi fare con qualche speranza che effettivamente finiscano di studiare il programma durante l'estate... sono quelle dove il programma lo finisci senza problemi ^__^

@ Palmy

Gli approfondimenti sono un ottimo "fissaggio". E naturalmente lavorare SUL libro va benissimo, in effetti il libro è li per questo... quando è fatto bene.
Soprattutto, come osservi tu, i ragazzi devono diventare sempre più autonomi e capaci di sintesi nel corso degli anni, e sotto questo aspetto il programma di terza aiuta molto.
A meno che, naturalmente, le creaturine pretendano di assorbire la storia dal semplice contatto delle mani con la copertina del manuale ^__^


Ringrazio tutti per gli interventi. L'argomento è molto vasto e mi rendo conto di averlo solo intaccato, però anche così confrontarmi con le vostre esperienze mi è stato molto utile.