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mercoledì 23 settembre 2009

Qual regina dall'alto soglio, col "posso" e "voglio" farsi ubbidir


La Giustizia amministra i suoi compiti con severità, equità... e qualche bambino tra i piedi; più o meno come noi, insomma

Un caro amico, che per un paio d'anni prima di diventare ricercatore aveva insegnato in un collegio svizzero, mi confidò una volta che cercava di evitare di usare la cosiddetta "autorità" in quanto nell'esercitarla si sentiva alquanto ridicolo. All'epoca per me l'insegnamento era ancora una questione che riguardava gli altri ma compresi benissimo cosa intendeva dire e non esitai a dichiararmi assolutamente d'accordo. E quando mi sono ritrovata dall'altra parte della cattedra, con il registro dalla parte del manico, ho continuato ad essere totalmente e incondizionatamente d'accordo.
Di norma cerco di scansare la cosa il più possibile - ad esempio limitando al minimo dei minimi la cosiddetta disciplina in classe. Qualche volta però mi tocca, volere o volare.
Qualche giorno fa avevo la prima uscita alla sesta ora con la mia seconda. Visto che avevamo finito la lezione con leggero anticipo (anche perché avevo manovrato a questo nobile scopo) e che era la prima settimana a orario pieno, povere stelle, ho fatto quel che faccio - voglio dire, che farei - abbastanza spesso, ovvero portarli nell'atrio un minuto o due prima del suono della campana. Certo, a St. Mary Mead avevo una classe di baronetti inglesi con cui la cosa, quando si presentava il caso, è stata possibile sin dalla prima senza creare problemi a nessuno. Certo, mi avevano avvisato che questa classe aveva dei rapporti interni piuttosto... ehm... problematici. Ma fino a quel momento li avevo trovati tutto sommato trattabili.
Bene, mi ritrovo in corridoio con una mezza dozzina (o più?) di gatte strette all'uscio che strillano a gran voce, ma hanno cura di farlo dietro al gruppo iniziale, formato dai maschi. Rientrare ormai era difficile.
Piantatela di strillare o d'ora in poi quando ci sono io all'ultima ora usciamo per ultimi.
Continuano a strillare.
Piantatela di strillare o domani piazzo una nota a tutte.
Continuano a strillare.
Nel frattempo la campana è suonata e stiamo pure bloccando il passaggio lungo le scale alla terza - che, poveretta, non ha fatto niente di male e vuole solo uscire.
Avvolta in una densa nuvola di fumo nero scendo le scale seguita dalla classe strillante e giurando a me stessa che mai più e mai poi.
La mattina dopo però, dopo accorta riflessione pomeridiana, sono addivenuta a più miti consigli e decido che, se mi viene dato un minimo di pretesto onorevole, sulla nota almeno si potrebbe anche soprassedere (sull'uscita in anticipo no, nel senso che se la classe non è pronta è inutile riprovarci almeno fino all'anno nuovo, vuoi solare e vuoi scolastico).
Nessun pretesto però mi viene fornito e nessuna strettomicina si presenta alla cattedra con fare contrito e orecchie abbassate, perciò intimo l'apertura dei famigerato quaderni scuola-famiglia, spiego che mi dispiace per le eventuali innocenti ma che, dal momento che nessuna si assume la responsabilità, allora la responsabilità diventa collettiva e detto ai genitori delle alunne una sobria nota del tipo "Si ricorda che durante l'uscita non è consentito strillare". Ho cura di precisare che non mi aspetto che qualcuno faccia la spia, ma che gradirei che chi ha strillato se ne assumesse la responsabilità.
Scrivono, sia pure con qualche protesta. Poi, nell'intervallo, arriva una delegazione alla cattedra. Non di colpevoli, ma di presunte innocenti. Che mi spiattellano la lista di chi ha strillato e chiedono che venga tolta loro la nota "visto che le altre ormai l'hanno presa".
Sospiro e provo a spiegare che non ho nessun elemento per credere loro. La nota ormai se la tengono tutte. Anche perché (ma questo non lo dico, perché parimenti non ho prove) il mio personale sospetto, giudicando dal volume e dal numero di strilli che ricordo, è che lì di innocenti ci siano solo le due che erano vicino a me e a cui la nota non l'ho messa.
Le presunte innocenti vanno via, scocciate e mormoranti. La frase dominante, si capisce, è "non è giusto".
Sospiro ancora. Mi avevano avvisato che in questa classe i rapporti interni non sono granché; il che non toglie che tutto l'insieme sia stato ridicolo, dall'inizio alla fine.
Unico lato positivo: né il giorno dopo né nei giorni seguenti è arrivata alcuna comitiva di genitori reclamanti: tutti hanno firmato, ma nessuno ha protestato.

4 commenti:

il grigio ha detto...

Una situazione simile l'ho vissuta non a scuola, ma nel comune che amministravo. Quando sono arrivato il personale era poco diverso dalla tua classe e io mi sono sempre rifiutato di usare "l'autorità" pensando che tra persone adulte tutti sapessero cosa fare. Non è stato così e il problema si è risolto solo quando, poco a poco, il personale è stato sostituito. Buon lavoro con la tua classe.

pandora ha detto...

Anch'io ho sempre trovato ridicole le minacce e le iniziative punitive poste in essere per gestire una classe riottosa, specie se gli studenti sono grandicelli...

cautelosa ha detto...

A scuola bisogna ogni tanto usare bastone e carota, soprattutto nei primi tempi e finché non si conosce bene la classe.
Per esempio a me capitava, il primo mese in prima media, la fase di "vigile urbano", durante la quale non stavo quasi mai seduta ed era tutto un controllare...
E quando traslocavo in terza, dove i rapporti erano consolidati e ciascuno sapeva che cosa era permesso e che cosa no, mi concedevo un attimo di rilassamento, prima di cominciare la lezione...

Murasaki ha detto...

@ il grigio

Mi conforta molto sapere che i miei sono ancora in formazione. Magari migliorano... (anzi, sembra che dall'anno scorso siano incredibilmente migliorati!)

@ Pandora

Con gli studenti grandi... in effetti dipende da loro, perché se vogliono possono essere disciplinatissimi. e vogliono.
Che poi alla fine vale anche per i più piccoli.
Insomma, se la classe ti va contro l'unica misura efficace (anche se definitiva) è un buon uso del mitra. Perciò sarebbe meglio riuscire ad evitare financo la minaccia della sanzione - insomma, non mettersi nei pasticci da soli come ho fatto io.

@ Cauty

Ahimé, l'ultima classe mi ha viziato. E, soprattutto, quando li ho lasciati erano una terza...
Questi però mi hanno fregato soprattutto perché so che sarebbero perfettamente in grado di controllarsi se volessero (...ho detto SE)