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lunedì 27 luglio 2009

Guida Alla Compilazione Della Domanda Per Le Graduatorie D'Istituto (unplugged)



Viaggio di Enea, ricostruito da Bacchelli.
A prima vista sembra un po' dispersivo, perché lo è

Esistono le Graduatorie ad Esaurimento (così chiamate dal fatto che starci dentro farebbe venire l'esaurimento nervoso anche al più illuminato dei buddha) dalle quali vengono prescelti i fortunati destinatari dei posti in ruolo e delle supplenze annuali, e ci sono le Graduatorie d'Istituto che vengono usate soprattutto per le cosiddette Supplenze Brevi, ovvero quando l'insegnante si rompe una gamba o resta incinta et similia, ma talvolta anche per le annuali quando le Graduatorie ad Esaurimento si sono (come vuole il loro nome) esaurite.
Un tempo* una sola domanda valeva per entrambe, adesso le hanno separate e naturalmente ognuna delle due richiede una specifica domanda specificamente compilata.
Quel che mi accingo a narrare, se la mia tempra resisterà alla dura prova, è la procedura che quest'anno il MIUR, in nome dell'informatica, della modernizzazione e dell'efficienza, ha elaborato per le Graduatorie di Istituto. Tale procedura è identica per gli abilitati e i non abilitati, in nome di un saldo principio di eguaglianza teso a rimuovere ogni tipo di discriminazioni.

La prima fase è la registrazione dello sventurato precario presso il Ministero. Per realizzarla occorre prima di tutto recarsi nel barbaro sito www.istruzione.it, noto per andare in tilt alla benché minima sollecitazione e per non reggere nemmeno il semolino allungato che si dà ai convalescenti. Lì, cercando col proverbiale lanternino, alfine si approda a un piccolo riquadro ben nascosto dal titolo "Presentazione Istanze on-line". Le istanze, occorre precisare, sono le "istanze di identificazione".
Se avete delle crisi di identità e siete incerti sulla vostra vera natura, quello è il vostro sito. Basta con i dubbi esistenziali: da oggi, con l'aiuto del MIUR, saprete finalmente con certezza chi siete!

Scoprite così che siete entrati nel Progetto POLIS (Presentazione On-Line delle IStanze), il quale Progetto POLIS, come spiega l'apposito riquadro, ha per obbiettivo lo snellimento dei procedimenti amministrativi. Esso è basato sul Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD), che sancisce il diritto da parte dei cittadini ad interagire con la Pubblica Amministrazione utilizzando gli strumenti offerti dalle tecnologie ICT in alternativa alle modalità tradizionali basate su moduli cartacei.
E già sentir parlare di alternativa alle modalità tradizionali basate sui moduli cartacei fa capire che questa, finalmente!, è gente pragmatica e che non si perde in inutili giri di parole.
Ordunque, al lavoro per registrarsi. Perché, nonostante lavori da otto anni per lo stato italiano e l'amministrazione statale conosca in lungo e in largo i miei studi, la mia situazione giudiziaria, le coordinate del mio conto in banca, il mio codice fiscale (che all'Ufficio delle Entrate è sempre bastato e avanzato per identificarmi correttamente) e nonostante la Tesoreria dello Stato mi foraggi da anni, a quanto sembra devo ancora identificarmi, con tanto di documento di identità.
Compilo pazientemente la schermata MA, mi spiegano alla fine del lavoro, prima di registrarmi devo avere una casella di posta elettronica presso di loro. Dalle istruzioni veramente mi sembrava di aver capito che potevo fare anche con la mia casella personale ma a quanto pare non è così.

Torno indietro, alla prima pagina. L'angolo che si riferisce alle caselle di posta elettronica del MIUR è un po' meno nascosto delle istante di identificazione; certo, non è detto molto chiaramente come registrarsi per avere la casella in questione  ma insomma dopo un po' ci arrivo. Entro, mi faccio la mia casella, con tanto di password (che, mi spiegano, deve avere ALMENO UNA LETTERA MAIUSCOLA E UN NUMERO, Dio solo sa perché) usando la solita password che uso tutte le infinite volte che me ne chiedono una, solo addomesticandola un po' perché di solito il numero sono ben lieta di evitarlo.
Il giorno dopo mi comunicano che la mia casella esiste (tramite la casella in questione, si capisce). E andiamo a ricominciare.

Riempio nuovamente la schermata, ma quel giorno il server del MIUR è di malumore e non ne vuol sapere di andare avanti con la registrazione. Evoco numerosi organi anatomici tipicamente maschili, auguro a tutti i dipendenti del MIUR, nessuno escluso e compresi gli uscieri e gli addetti alle pulizie, di passare lunghe notti in quei locali delle loro case dove scorre l'acqua e dove, usualmente, ci si chiude a chiave perché non si desidera essere disturbati; infine abbandono la partita.

Riprovo due giorni dopo, e stavolta va bene già al secondo tentativo: finalmente il sistema accetta il mio documento di identità, il mio codice fiscale e tutto il resto e promette di farmi avere al più presto mie notizie.
Il giorno dopo apro la casella di posta elettronica e trovo il sospirato annuncio:


ebbene sì, ce l'ho fatta: ho vinto la mia prima parte di codice identificativo!
Che è poi una deprimente serie di cinque tra cifre e lettere maiuscole.
Trovo inoltre un bel contratto (lo chiamano così) di tre pagine DA STAMPARE (siccome lo scopo, ricordiamolo, era trovare un'alternativa alle modalità tradizionali basate su moduli cartacei). In esso contratto si spiega che sono Murasaki Shikibu, residente a Lungacque, femmina, identificata dal mio codice fiscale e da un passaporto emesso dal mio comune di residenza (che ovviamente era una carta di identità e come tale era stata indicata al momento di compilare la prima schermata di registrazione) eccetera eccetera, il tutto scritto a corpo 16 per meglio risparmiare carta; firmando tale contratto richiedo il rilascio di apposite credenziali per l'abilitazione all'uso dei Servizi Internet del Ministero come "utente qualificato" impegnandomi a custodire gelosamente quelle credenziali difendendone la segretezza con le unghie e con i denti, manco si trattasse degli archivi secretati dei servizi segreti deviati, e mi assumo un sacco di responsabilità sull'autenticità dei miei dati (che alla fine sono quelle che mi sono sempre assunta, a partire dalla mia prima mini-supplenza di dodici giorni).
Con questo contratto tripaginato (e stampato male, perché la funzione stampa del MIUR deve avere qualche problema e insomma si sono mangiati due buoni centimetri sulla destra troncando tutte le parole) raggiungo infine la segreteria della scuola dove sono tuttora in servizio. In presenza della segretaria firmo il delirante modulo e presento, nell'ordine:
la mia solita, buona e vecchia carta di identità (alla quale la segretaria provvede a restituire lo status di carta di identità che le è proprio spiegando al MIUR che non è un passaporto né mai lo è stata) e il mio consueto codice fiscale, che mi tiene compagnia ormai da più di vent'anni e che loro conoscono benissimo e hanno già fotocopiato a suo tempo quando ho preso servizio (mica perché interessasse a loro personalmente, ma solo perché era richiesto dalla legge).
Fotocopiano il tutto (perché queste sono procedure tese a emanciparci dai moduli cartacei) poi una delle segretarie sta una buona decina di minuti al computer a inserire non so quali dati.
Naturalmente il server del MIUR ne approfitta per andare nuovamente in crisi. Di nuovo vengono evocati numerosi organi prettamente maschili e auspicate lunghissime sedute in luoghi appartati per i dipendenti del MIUR, soprattutto quelli del ramo informatico, poi il collegamento torna e la mia identificazione (perché di questo si trattava, ero andata alla scuola per farmi identificare) può finalmente avere luogo.
Mi consegnano una fotocopia del tripaginato contratto più un altro foglio spedito dal MIUR dove, piccolissimo, c'è scritto che sono Murasaki Shikibu, residente a Lungacque eccetera eccetera. Tanto per non sprecare carta con informazioni già note.

Una volta che la scuola dove lavoro da tre anni ha garantito il MIUR che no, non sono Stanislao Moulinsky in uno dei suoi più riusciti travestimenti, bensì Murasaki Shikibu, come del resto dichiarano anche i miei documenti, non mi resta che tornare a casa ed aspettare. E il giorno dopo...



Una nuova serie di cinque tra numeri e lettere mi aspetta festosa nella casella di posta elettronica del MIUR, che però si raccomanda subito che per carità la cambi. Nel tripaginato contratto mi sono impegnata a non usare parole che possono essere presenti in un dizionario, né parole facilmente associabili con me (e quella che tengo come password universale lo è, ma loro non hanno modo di saperlo) e sequenze digitate sulla tastiera (ad esempio la famosa qwerty). Ma secondo loro, quanta pazienza può avere un ladro di password?

Comunque mi personalizzo il codice a modo mio. A questo punto torno sul sito del MIUR, torno al progetto POLIS, mi identifico, mi accettano e finalmente...



...ho vinto un modulo B2 da scaricare!
Pensate che fortuna, un intero modulo B2 tutto per me dove indicare le venti sedi scelte per le supplenze brevi!
Sì, certo, anche lì c'è stato qualche inconveniente: le istruzioni latitavano, per capire come fare a inserire nuove scuole ci ho messo mezz'ora, e quando sono arrivata alla fine il server è entrato in sciopero e la mattina dopo ho dovuto rifare tutto daccapo, ma cosa sono queste sciocchezze in confronto al piacere di utilizzare gli strumenti offerti dalle tecnologie ICT in alternativa alle modalità tradizionali basate su moduli cartacei? Bazzecole, tanto più che alla fine il sistema mi ha anche regalato generosamente una stampa in tre pagine con l'elenco delle scuole e la registrazione dei miei dati (perché, dovete sapere, sono Murasaki Shikibu, residente a Lungacque eccetera) - però stamparla o no è stata una mia scelta, per loro andava benissimo anche se restavo senza nessuna traccia scritta di quel che avevo fatto.

Infine, qualche considerazione del tutto personale:
1) all'anima del risparmio di carta!
2) da qualche parte i miei dati c'erano, perché una volta che sono finalmente riuscita ad entrare nel sito c'era l'elenco delle venti scuole che avevo scelto due anni fa, quando avevo presentato la domanda a mano. E allora perché farmi ripetere fino allo sfinimento che sono Murasaki Shikibu residente a Lungacque eccetera?
3) perché sfinirmi in tre fasi diverse per darmi un codice, se poi dovevo subito cambiarlo?
4) perché, se proprio ci hanno la fissa dell'informatica, non si decidono a mettere su un sito che regga un po' più che tre presenze in contemporanea? Anche dopo i tagli del ministro Gelmini restiamo un buon numero, noi insegnanti
5) perché chi ha di queste pensate non cerca di spendere il suo tempo in modo più utile, ad esempio ammaestrando pulci o insegnando tecnica della direzione orchestrale a Riccardo Muti?
6) ma soprattutto: perché tutta questa brava gente non si va ad impiccare con le reti in alto mare?

*quando le Graduatorie ad Esaurimento si chiamavano Permanenti (mai capito perché, visto che cambiavano le regole per il punteggio una o due volte l'anno e quindi niente era più transeunte della tua posizione in teoria permanente)

7 commenti:

La prof ha detto...

sono allibita
è ancora peggio della graduatoria interna e di qualunque altro procedimento mi venga in mente

lanoisette ha detto...

dio, se esisti ti ringrazio di avermi risparmiato questo calvario.

però, vogliamo parlare del fatto che il cervellone non abbia un posticino, uno solo, dico, in cui sia possibile registrare
- dati anagrafici
- lauree, abilitazioni e titoli vari con data e luogo di conseguimento
- supplenze pregresse
e che ad ogni supplenza in una scuola diversa si debba OGNI VOLTA andare a ripescare nella memoria tutto quanto e trascriverlo su dei moduli che credo abbia progettato Gentile in persona?

Parole_alate ha detto...

Ecco, voi ignorate che i tecnici informatici del ministero sono bravissimi, in realtà, e solo per calcolo ralizzano siti che vanno in palla continuamente; per calcolo, già: qualcuno teme che con l'estate arrugginiate e vuole tenere allenata ed elastica la vostra pazienza. Avranno in mente Socrate che discute con Santippe per essere più preparato in assemblea, chissà...

In bocca al lupo, a parte gli scherzi.

cautelosa ha detto...

Cara Murasaki, hai saputo farmi sorridere, pur a denti stretti, con la narrazione di un procedimento farraginoso degno del miglior Kafka...
Però non è che neppure "prima" le cose funzionassero al meglio e vedere quel faldone negli uffici della trentina Sovrintendenza che raccoglieva tutta la mia carriera scolastica documentata su esili foglietti quasi "velinati" (e da considerare che io ho insegnato 33 anni in quattro, dicasi quattro, scuole...) mi aveva fatto rabbrividire. E se avessero perso qualche documento, puta caso la domanda di riscatto degli anni universitari ai fini pensionistici?
Da brividi!!

Murasaki ha detto...

@ La Prof:
devo dire che, quando a sui tempo mi iscrissi alle allora Graduatorie Permanenti, fu una cosa tranquilla e indolore. Con gli anni è andata vieppiù complicandosi.

@ Lanoisette
Me lo sono sempre domandata anch'io - e i moduli non solo sono stati progettati da Gentile, ma anche stampati con l'inchiostro rimasto nei torchi di Gutemberg, a giudicare dal grado di sbiaditura...

@ Federica
nessuno mette in subbio le buone intenzioni del Ministero: che comunque cerca di mantenerci all'altezza del nostro delicato lavoro anche in inverno, autunno e primavera - perché quel benedetto server è sempre, sempre SEMPRE instabile, in qualsiasi periodo dell'anno (solo che io di solito mi guardo bene dall'andarci).

@ Cautelosa
Ben tornata dal Grande Nord e grazie dei saluti ^__^
Che gli archivi della Pubblica Amministrazione siano tenuti in modo assai discutibile è un fatto, e purtroppo l'informatica aiuta solo che riesce ad aiutarsi comunque. Tutti abbiamo i nostri racconti dell'orrore in merito e anche se cerchiamo con tutte le nostre forse di dimenticarli turbano lo stesso i nostri incubi quando siamo inquiete... perché ogni tanto quei fogli effettivamente si perdono!

MELCHISEDEC ha detto...

Mi piace che scelgono nomi altisonanti...POLIS, di cui a malapena conoscono il senso e che usano per affumicare gli occhi.
Faccio parte della precedente tradizione, domanda unica e, sulla base della fu carriera da supplente, ho avuto più opportunità di supplire; invece ora ho l'impressione che vi troviate in una gabbia.
Ti auguro il meglio, sebbene tutto vada per il peggio.

Murasaki ha detto...

Grazie, Mel.
Anche questa notte passerà.

Murasaki