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sabato 13 giugno 2009

Riciclare si può, riciclare si deve


Di solito non faccio letteratura. Per tutta una serie di motivi social-religiosi-ideologici-bocciofili, perché non la ritengo indispensabile a una formazione di base, perché non mi ha mai interessato molto; ma soprattutto perché tutte le antologie delle medie su cui ho posato l'occhio finora la fanno col piede sinistro informicolato infilandoci dentro un'immane quantità di sciocchezz, mentre i testi delle superiori la fanno con assai maggior criterio. 

Faccio invece un buon numero di testi (non sempre di letteratura "alta") con una certa attenzione all'inquadramento storico. Le terze che capitano tra le mie grinfie possono avere qualche vaga idea di cos'è il romanticismo ma ignorano tutto delle correnti letterarie, a meno che non abbiano approfondito l'argomento per loro conto, e degli autori dei brani letti sanno che sono esistiti e poco più. E' mia personale opinione che un testo fatto bene può servirgli, più avanti, quando e se studieranno letteratura, ma che qualche dato raffazzonato sul verismo può servirgli al massimo come esercizio mnemonico - e allora tanto vale che si studino le formazioni del Milan nel corso degli anni, che magari gli interessano. All'esame si portano un brano e mi parlano di quello. Se mi gira, perché di solito al colloquio dell'esame chiedo storia e geografia.
Il concetto però non deve essere ben passato, perché dieci giorni fa il Teppista mi chiese se poteva portare Pirandello all'esame.
Ora, quest'anno Pirandello non l'ho toccato nemmeno con una canna lunga. 
D'altra parte, se qualcuno ha degli interessi personali non vedo perché non debbano essere valorizzati.
"Vuoi dire un testo di Pirandello?" mi informo. Immaginare il Teppista che si divora il Fu Mattia Pascal o Così è se vi pare mi suona strano, ma d'altra parte...
"No, Pirandello".
"E perché proprio Pirandello?".
"Perché per storia porto il fascismo e Pirandello è adatto da collegare".
"Abbiamo fatto diverse letture sul fascismo: Ci sono due brani dall'antologia sulla guerra in Abissinia, un racconto di Camilleri e un pezzo dalla Storia di Elsa Morante".
(Inoltre Pirandello era fascista, ma non sono così convinta che le sue opere siano utili per illustrare i punti salienti dell'ideologia fascista...)
Il Teppista farfuglia qualcosa.
"Se hai letto un testo di Pirandello e vuoi portarlo per me va benissimo".
Altra risposta piuttosto vaga.
"Vediamo se ho capito: qualcuno ti ha passato una ricerca su Pirandello e vuoi portare quella".
Vago cenno d'assenso e un ancor più vago accenno a suo fratello.
"Scordatene".
Segue una breve filippica sul fatto che non mi interessa sentirgli rimasticare quattro pagine su Pirandello pescate da Wikipedia o chi per lei.
(Ha poi finito per scegliere Ungaretti - di cui abbiamo fatto il solito gruppo di poesie da trincea che col fascismo c'entrano veramente il giusto.)

Secondo atto, stamani. 
Il Ripetente, che le due volte in cui ho chiesto alla classe di farmi una traccia del percorso che portavano all'esame mi aveva rifilato una selva di "non so", stamani arriva con tre gruppi di fogli: Prima Guerra Mondiale, Stati Uniti... e il Verismo.
Ora, è possibile che, mentre leggevamo Rosso Malpelo e Libertà (entrambe, devo dire, assai apprezzate, anche se tutti hanno ammesso di buon grado di aver letto autori meno deprimenti in vita loro) io abbia accennato all'esistenza di una corrente letteraria detta Verismo, mentre cercavo di spiegargli la particolarissima tecnica narrativa a collage di Verga, dove il narratore cambia in continuazione, anche più volte nella stessa frase. Ma di un blando accenno si è trattato, e di niente di più.
D'altro canto, se l'idea del Teppista che legge avidamente il Fu Mattia Pascal appare improbabile, la scena del Ripetente che approfondisce per suo conto il movimento letterario del Verismo è degna di un libro di fantascienza del filone degli universi paralleli.
"Se ti interessa il Verismo, abbiamo letto due eccellenti novelle di Verga" (sulle quali avevo dato affascinanti esercizi da lui fatti in modo decisamente superficiale, e glieli avevo dovuti richiedere  non so quante volte).
Il Ripetente farfuglia una frase molto vaga.
"Cioè, qualcuno ti ha passato una scheda sul Verismo?".
La risposta è stata vieppiù vaga, ma è finita con un "Sì".
E' seguita una nuova e più accorata filippica sul fatto che era stato svolto  un programma di letture, e quelle volevo all'esame. Se qualcuno aveva fatto altre letture per me andava bene, ma volevo dei TESTI, non delle rimasticature di critica mandate a mente.
Il Ripetente è tornato a posto con la coda tra le gambe borbottando qualcosa sul fatto che avrebbe portato Malpelo - che c'entra il giusto con la Prima Guerra Mondiale, ma non è certo con lui che starò a guardare il capello.
Poco dopo, in Sala Professori, Artistica mi ha raccontato che il Ripetente portava anche Van Gogh, ma che, richiesto di dirne qualcosa, si era chiuso in un dignitoso silenzio.
E dunque evidentemente era stato stabilito, non so in base a che criterio, che Italiano sarebbe stato chiesto all'esame e Artistica no, perché "tanto non c'era abbastanza tempo".
Sarà bene spiegare domani che nei colloqui delle mie commissioni succede esattamente l'opposto: di solito non chiedo Italiano, ma un angolino per Artistica, Musica, Fisica e Tecnica salta sempre fuori. Sempre. E quindi gli conviene, oltre a raccattare da cugini e fratelli improbabili tesine di letteratura, dare un'occhiata anche al resto del percorso.

Sì, credo veramente sia il caso.

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