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domenica 5 aprile 2009

La rotta di Roncispalle



Così la chiamava la mia compagna di banco delle medie - o meglio quella che cercavo sempre di avere come compagna di banco, ma i professori esasperati ci dividevano sempre dopo pochissimi giorni, chissà perché. E tutte le volte che i miei cari alunni risvegliano in me immagini di grigliate all'aperto, gatti a nove code, ghigliottine e patiboli vari cerco di ricordarmi com'ero io alle medie e di come nessuno dei miei insegnanti (sia onore alla loro pazienza) mi strozzò, e vedo di portare pazienza in memoria di loro.
E ricordo
- quando chiacchieravo (sempre, sempre, sempre)
- quando mi mettevo a discutere con i professori (abbastanza spesso)
- quando scoppiavo a ridere in piena spiegazione (spesso)
- quando mi drappeggiavo alla beduina con una sciarpa verde durante l'ora di narrativa scatenando irrefrenabili attacchi di ilarità nella classe
- quando sbadigliavo furiosamente perché mi addormentavo sempre tardi (no, non c'era Internet, e nemmeno SMS. Io leggevo)
- quando leggevo i miei amati romanzi durante le ore di lezione (e non sempre era letteratura di altissima qualità...)
- quando non facevo i compiti (spesso, in verità spesso)
- quando non studiavo (soprattutto storia, geografia e scienze)
- quando dimenticavo a casa libri, quaderni, righelli, compassi e quant'altro può essere dimenticato compresa la testa
- quando scambiavo bigliettini (sempre, sempre, sempre)
- quando facevo doppisensi di quelli che solo un adolescente riesce a inventare (spessissimo)
- quando mangiavo di nascosto, così di nascosto che solo un cieco avrebbe potuto non vedermi
- quando mi mettevo a cantare (no, non troppo spesso. Però l'ho fatto)
- quando giocavo a battaglia navale
- quando facevo i cruciverba o i test per scoprire se lui mi amava
- quando pensavo a lui (un'infinità di lui. Spessissimo, si capisce)
- quando prendevo in giro i professori (ed ero pure convinta di farlo a bassa voce)
- quando commentavo (ragazzi, da non crederci quanto commentavo. Ed ero anche convinta di essere spiritosa. Il peggio è che qualche volta lo ero davvero).
E non ero nemmeno l'elemento più pesante della classe. Però pesavo parecchio, devo dire. E avevo pure un certo effetto trascinante sugli altri (che, in verità, non chiedevano di meglio che essere trascinati).

Non ricordo di avere mai avuto un rapporto né una nota sul diario. Anzi, non ricordo che nessuno di noi abbia mai avuto note né rapporti, eppure non eravamo certo meglio di molte classi che mi sono passate tra le mani. Credo che non usasse. So con certezza di avere messo note (e di avere visto mettere note) per motivi per i quali a me non le hanno messe.
Niente note, solo qualche lamentela sul mio comportamento ai colloqui con i professori - e sospetto che non sempre i miei si siano mostrati particolarmente sottomessi a riguardo. Di sicuro, quando tornavano a casa, le parole di fuoco non erano riservate solo a me. Quando le lamentele riguardavano lo studio venivo aspramente rimproverata... beh, diciamo rimproverata. Non in modo molto aspro.
Eravamo una scuola di città, in un quartiere-bene, con molte pretese. Certe materie, notoriamente "non importava studiarle".
Non ricordo veri atti di bullismo ma ricordo un bel po' di cose che ci somigliavano davvero parecchio - compreso un gruppo di maschetti che mi apostrofava con titoli invero tutt'altro che educati. Ricordo anche le mie risposte, e la pessima reputazione di cui godevo presso di loro perché "io rispondevo". Ricordo anche che non mi sarebbe affatto dispiaciuto sprangarli a dovere.

In gita non ascoltavamo la musica con l'I-pod. Cantavamo. Ventotto adolescenti stonati convinti di poter cantare Baglioni e Cochi e Renato (e anche il mazzolin di fiori e l'elefante che si dondolava lungo il filo di una ragnatela). Chi non c'era non conosce il vero significato del verbo stonare, né sa cosa possa essere un mal di testa.
Ricordo Artistica, che ci contava mentre salivamo in pullmann. Arrivata a me si fermò e si voltò verso Matematica "Certo, noi ci preoccupiamo sempre che siano di meno. Ma metti che scopriamo che sono aumentati".
Matematica si mostrò terrorizzata all'idea.
"Ti immagini? Due Murasaki, tre Casini, due Cecchi..."
Matematica si associa all'orrore davanti a sì terrifica prospettiva.
Salii sul pullman immersa in profonda riflessione.

9 commenti:

La prof ha detto...

Cavoli, mi hai fatto venire in mente quando alle medie la prof mi ha dato da riassumere un intero libro perché lo stavo leggendo di nascosto sotto il banco.
Voglio dire: se oggi un mio alunno leggesse di nascosto un libro sotto il banco accenderei un cero!

Murasaki ha detto...

Veramente a me è successo diverse volte ma non ho mai acceso nessun cero. Sequestro il libro con un bel sorriso e lo rendo a fine lezione (o a fine mattinata) senza fare troppi rimproveri. Più o meno come fecero con me quel paio di volte che mi beccarono.
Prof, ai nostri tempi in quanti leggevano di straforo a scuola a parte noi?
Secondo me il numero non si contava a migliaia, e nemmeno a decine. Alle medie la lettura non andava mica tanto di moda. Al liceo magari sì, ma eravano un' audience più selezionata (...forse)

(Però la tua prof ha un po' esagerato, secondo me)

sary ha detto...

secondo me, la prof della prof usava a sommo studio la giusta tecnica del far sentire la lettura un'attività trasgressiva, lontana anni luce dall'obbligatorietà con cui alcuni di noi (purtroppo io stessa) talvolta assegnano certi testi. La lettura dev'essere concessa, magari tollerata, certamente non imposta, non richiesta. ci dovrebbero supplicare di dar loro qualche dritta nella scelta dei brani, non dovremmo certo essere noi a inseguirli a suon di antologie. che bello. ricordo che il mio primo libro di poesie lo comprai perchè nessuno mi ordinò di farlo, ma "qualcuno" me ne aveva indicate un paio, ed io volli conoscere il resto.

palmy ha detto...

Io una volta fui buttata fuori dalla palestra... la frase con cui mio padre (essendo mia madre insegnante, si asteneva dalle riunioni per i genitori) veniva accolto dai professori: "è brava, ma chiacchiera assai".

chicca ha detto...

Mi sembra che il tuo ritratto coincida perfettamente con quello di mia figlia che mi sta facendo dannare. Considerato che ora tu mi sembri una persona matura con la testa sulle spalle, posso avere qualche rassicurazione?

lauraetlory ha detto...

Bellissimi e autentici ricordi che mi sento di sottoscrivere in quasi tutto. Io chiacchieravo da morire e scrivevo raccontini insieme a Lory durante le spiegazioni. Però andavo bene a scuola e me le passavano quasi tutte. A parte quando cercai di difendere un mio compagno di scuola dalle accuse della prof di greco. La preside si incavolò e mi fece dare sette in condotta. Ma non mi hanno bocciato, non avrebbero potuto con la mia media e con la stima indiscussa del prof di Lettere. Bei tempi quelli!
Laura

p.s. si, IO lo so che vuol dire stonare su un autobus lanciato verso una gita scolastica :-)))

Murasaki ha detto...

@ Sary

come sai, sull'argomento sono più radicale di te e trovo che il Male Assoluto sia la letteratura. La nostra amata insegnante non usava l'antologia, non ci faceva letteratura ma lavorava soprattutto sui testi, tanti, e tutti integrali, leggendoli e analizzandoli.
Comunque insisto che eravamo un'audience selezionata...

@ chicca

Sulla mia maturità ci sarebbe molto da dire, temo; comunque, se può rassicurarti, conosco molti integerrimi cittadini, genitori esemplari, lavoratori integerrimi etc. etc. che hanno ridotto i loro insegnanti con i nervi a pezzi e collezionato insufficienze come altri collezionavano monete e francobolli ^__^

cautelosa ha detto...

Anch'io non sono stata una studentessa modello per comportamento... Chiacchieravo spesso e volentieri nonostante i veementi rimproveri della prof di lettere, un vero molosso che ho sempre avuto davanti agli occhi come modello assolutamente negativo.
In terza media ho dovuto studiare a memoria,come castigo, l'inizio del De bello gallico e quella volta neppure per colpa mia. Lo ricordo tuttora: Gallia est omnis divisa in partes tres, unam quarum....
Ed ho mandato tante di quelle maledizioni a vari prof augurando loro le peggiori disgrazie.
Se ci ripenso!

lanoisette ha detto...

anch'io leggevo di nascosto sotto al banco... e non finivo mai i compiti delle vacanze! :)