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domenica 28 dicembre 2008

Un racconto di Natale


-Ci vorrà pazienza, ma ce la faremo - aveva promesso Angela ai figli. In effetti convincere Shaddie era stata operazione lunga, che aveva richiesto mesi di pazienti offerte e di cauti appostamenti, ma tutta la famiglia si era presa una sbandata per quella gattina lunatica e ombrosa color argento brunito e aveva perseverato; perfino Chablis, la saggia custode tigrata della casa, aveva fatto qualche cauto approccio assicurando la nuova venuta che era disposta ad accoglierla.
E alla fine, in Ottobre, dopo tre mesi di corteggiamento serrato Shadow Dancing aveva permesso a Luca di accarezzarla.
Una volta rotto il ghiaccio le cose si erano mosse in fretta e già a metà Novembre Shaddie spadroneggiava sul letto dei ragazzi anche se continuava a scappare all’arrivo degli estranei, chiunque fossero.
-C’è speranza di vederla, stasera? - chiese Valentina da dietro la barriera di tartine che andava spalmando. In trent’anni di amicizia lei e Angela avevano condiviso un’infinità di gatti trovati e perduti, svezzati e accuditi, seppelliti o collocati presso amici e parenti. Anche dietro l’incontro con Francesco, suo marito ormai da quindici anni, e con suo fratello Max, felicemente sposato ad Angela, c’erano stati dei gatti galeotti.
-Sì che la vedrai, e anche presto - promise Angela - Il branzino può molto, su queste gatte.
Nel forno filetti e tortini di pesce si doravano; ognuno di loro aveva fornito un contributo per riempire la grossa ciotola a due piazze delle micie di casa - che nessuno pensasse che non era vigilia di Natale anche per loro!
-Luca, vai a chiamare Chabbie e Shaddie, c’è la loro cena.
Luca andò alla porta e intonò il richiamo.
-Direi che siamo perfettamente nei tempi - si rallegrò Valentina finendo di disporre l’ultima tartina nell’ultimo vassoio. Le varie portate cuocevano o raffreddavano, dolci e frutta secca erano disposti negli eleganti vassoi rossi e oro decorati ad agrifogli e la cucina poteva quasi dirsi in ordine nonostante gli elaborati preparativi per la cena di Vigilia di dodici persone. Mancava ancora un’ora all’arrivo dei suoceri e del fratello di Max e Francesco (con nuova fidanzata al seguito), e restava solo da apparecchiare la tavola, compito tradizionalmente riservato ai ragazzi.
- Niente gatti - avvisò Luca dalla porta della cucina - Sicura che siano fuori?
-Proprio sicura no, ma è da stamani che non si vedono. Se nemmeno Chabbie si è presentata, con tutto il pesce che abbiamo maneggiato... - in effetti c’era qualcosa di inquietante in quell’assenza, ammise Angela in cuor suo - Preparate la tavola, intanto.
-Tovaglia con le renne? - chiese Luca.
-Tovaglia con le renne e candelieri dorati - confermò Angela. Luca sparì a chiamare fratello e cuginette.
-Tovaglia con le renne? - si informà Valentina.
-Ricamata con le mie manine, un capolavoro. Due renne per commensale, otto stelle comete e agrifoglio dappertutto. E’ stata un’impresa EPICA.
-Ci credo, anche solo le ventiquattro renne... Quanto ci sei stata?
-Quattro mesi, ma vedrai che bella: ricade quasi fino a terra e le stelle comete d’oro sono al centro del tavolo, mentre l’agrifoglio fa da bord...
Luca fece irruzione in cucina - Mamma, mamma, Shaddie ha fatto i gattini!
-Proprio sulla tovaglia con le renne! - aggiunse il fratello con visibile soddisfazione.
-Gattini? - riuscì a balbettare Angela.
-Sono due. Tutti bagnati, sembrano topi - disse una delle bambine.
-Fa un po’ schifo, c’è sangue dappertutto - aggiunse l’altra.
-E’ normale che ci sia il sangue, se ha partorito - spiegò Valentina con dolcezza alla figlia.
-E Chablis li sta leccando!
-Si sono sporcate tutte le tovaglie - informà Luca, concreto come sempre.
-Ma Shaddie non era incinta! - protestò Angela debolmente.
-Se ha fatto i gattini, forse un po’ lo era - osservò Luca sarcastico.
Giusto due mesi prima Shadow Dancing era diventata più trattabile, ricordò Angela.
-Ma non aveva la pancia! - insisté.
Luca non si scomodò a risponderle.
-Come facciamo per la tovaglia? - chiese Valentina preoccupata.
Era un bel problema, ammise Angela frastornata. Invece di dodici coppie di renne, una coppia di gattini...
-Luca, vai dal babbo e digli che prepari una bella cesta nell’angolo più riparato della nostra camera. Da lui Shaddie si lascerà toccare, anche se ha fatto i gattini. E datele da mangiare, avrà fame. Voi tre, venite con me che vi prendo la tovaglia.
-Non ci sono più tovaglie pulite, mamma - ricordò Luca.
-La tovaglia è uno stato d’animo - stabilì Angela - Se prendo un qualunque pezzo di tessuto bianco, posso benissimo chiamarlo tovaglia.
-Per esempio?
-Per esempio un lenzuolo matrimoniale!
-Suoceri e fidanzata nuova a cenare sul lenzuolo? - chiese Valentina, un po’ interdetta.
-Se non gli sta bene, vanno a casa loro e cenano su quello che gli pare - tagliò corto Angela.
-Giusto.
-Zia, come li chiamate i gattini? - domandò Paola.
-C’è tempo, per questo - sorrise Angela - Dar nome a un gatto è una questione complessa.

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