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sabato 22 novembre 2008

Manuale del Perfetto Insegnante - La Classe di Gattemorte


Cos'è mai una classe di gattemorte? Presto detto: è una classe di ragazzi silenziosi, molto educati e molto disciplinati.
Chi tutti i giorni combatte all'arma bianca con torme di studenti maleducati, polemici, irrispettosi, chiacchieroni e magari pure violenti penserà che una classe di gattemorte sia l'Eden di ogni insegnante, il sogno proibito di tutti noi.
Errore. La classe delle gattamorte è un limbo ovattato che riuscirebbe a demotivare Maria Montessori in persona. Ti logora, ti spolpa e ti lascia a sbiancare sulla sabbia.
Il Silenzio degli Alunni è debilitante. Certo, non il silenzio dell'attenzione assoluta, quando i ragazzi ti guardano con grandi occhioni spalancati e sembrano bere le tue parole - tutti lo abbiamo provato, qualche volta, ma sappiamo che è un silenzio di breve durata: qualcuno chiede di andare a riempire la bottiglietta dell'acqua, qualcuno vuole sapere l'ora, qualcun altro fa una domanda pertinente alla lezione e qualcuno la fa non al legittimo e stipendiato docente, bensì al compagno di banco.
Il silenzio delle gattemorte è eterno. Non fanno domande, parlano solo se interrogati (ma non sempre per dire cose memorabili), ti guardano mentre parli e ti risucchiano l'anima - no, non per nutrirsene nel complesso procedimento della crescita individuale. Te la succhiano e basta, come se fossero buchi neri.
Non fanno domande, non si pongono problemi, assai raramente studiano a casa. Non si lamentano per i cinque e quattro che incassano, e si fanno bocciare senza particolari lamenti. Abbiamo i loro corpi, ma non la loro anima.
Replicanti?
Chissà.
Non ho mai avuto una classe di gattemorte. Potrei sfoderare un bel sorriso e aggiungere "Nessuna classe di gattemorte lo rimarrebbe a lungo, con me in cattedra" - ma so che non è vero. Ne ho vista una dall'interno, e sono esperienze che non si dimenticano.
Successe che per qualche settimana mi ritrovai in certe ore a sostituire il sostegno di un disabile piuttosto grave (che non è una cosa molto legale, ma diciamo che c'era stata una serie di sfortunati eventi). Così assistei ad un buon numero di lezioni in una classe di gattemorte, rischiando pure di addormentarmici. Non era colpa degli insegnanti, che anzi erano - o meglio, in condizioni normali sarebbero stati - due fulmini di guerra, apprezzati in qualsiasi classe normale. Lì erano accolti e insabbiati in un rispettoso silenzio che...
Ecco, insabbiati. Come quei ruscelli che vanno a spegnersi nel deserto, inghiottiti dalla sabbia, succhiati via in un imbuto invisibile.
Il tutto mi fece ricordare una bella canzone degli Hooters dal titolo assai evocativo di All You Zombies.
Dopo quell'esperienza ho guardato con assai maggior considerazione alla mia classe: un po' casinista, certo, non molto amante dello studio e della letteratura, qualche volta anche un pochino esasperante.
Ma sono vivi!

10 commenti:

renata ha detto...

Oh, mi ha ricordato una classe in cui capitai per gli ultimi due anni di scuola elementare. Non so se si possano chiamare globalmente gattemorte, certo è che quegli alunni senza alcun problema d'apprendimento, mediamente intelligenti e che studiacchiavano pure - nessuna cima e nessun... disastro, insomma - costituivano una classe perfettamente omogenea.
Un sogno, e invece...
Nessun entusiasmo, ché la vita e la vivacità si vede si creano dal contrasto, dagli opposti, dalle chimiche bislacche che nascono nelle composizioni delle classi.
Ogni volta che sento parlare di didattica per gruppi di livello e di classi omogenee mi sento rabbrividire, meglio il calore che nasce dal muoversi eterogeneo ;).
Un caro saluto.

Anonimo ha detto...

Mai incontrata una classe così. Uno scherzo del destino?

sary ha detto...

...una classe di gattemorte non è eternA! TI CONSOLERà SAPERE CHE COSTORO, DOPO CHE AL GRUPPO SI SONO AGGIUNTI ALCUNI ELEMENTI PROVENIENTI DA UN'ALTRA CLASSE PARALLELA SMEMBRATA PER SCARSO NUMERO DI STUDENTI, SONO DIVENTATI DEI PERFETTI CASINISTI! almeno così mi dicono, perchè io, purtroppo, rimango con i miei raggelanti ricordi...

Murasaki ha detto...

@renata

perdindirindina, non credevo esistessero classi di gattemorte alle elemtari!
Davvero le meccaniche di classe sono imprevedibili.

@vitadaprof

Destino?
Sì, un destino che si chiama fortuna e comincia con c...

@sary
Bentornata, e certo che mi fa piacere che una classe di gattemorte non è eterna, vuol dire che c'è speranza davvero per tutti.
Tanto per non ripetermi: mai dire mai!

MELCHISEDEC ha detto...

Il silenzio che debilita. Ben detto. Eppure posso dire che le classi di gattemorte, non sempre però, possono con il tempo rivelare belle sorprese. In prima quasi russano, in quinta però si svegliano e pongono domande pertinenti.
Mel

Murasaki ha detto...

@ Mel

Non nella quinta elementare, a quel che dice Renata...
Nella quinta superiore può essere; anzi, sembrerebbe confermare quel che racconta Sary (le sue gattamorte erano al biennio, adesso stanno facendo la quarta) ^__^

lauraetlory ha detto...

Brrr, che paura. Una classe cosi' e' da film dell'orrore!

lanoisette ha detto...

oddio, che roba tremenda... ho avuto due classi che inizialmente si son opresentate così, poi sono cambiate: sono stata io? loro non erano davvero così? chi lo sa...

Murasaki ha detto...

@ lauraelory

Benevnute ^__^
Vi assicuro che la descrizione è... tenebrosamente fedele. Tra l'altro conosco molto bene l'insegnante di lettere della classe di cui ho parlato, e quell'anno non faceva che lamentarsi di essere stanca. Cominciò a settembre e continuò a sentirsi stanca tutto l'anno.
Beh, mi direte, c'è chi si lamenta di mestiere.
Ecco, lei no, di solito. Ma la cosa più inquietante è che negli anni successivi, quando ha avuto un'altra normalissima classe, non l'ho MAI sentita parlare di stanchezza.

@ lanoisette

a volte, nei primi tempi, una classe può essere solo intimorita: ricordo una mezz'ora da incubo in una prima che inauguravo, silenziosissima ma che continuava a guardarmi. Vivaddio qualcuno alla fine si fece coraggio e ruppe il ghiaccio e dopo diventò una classe più che normale, anche se molto educata.
Però è anche possibile che con te si sia creata l'alchimia necessaria per far uscire le gattemorte dall'uovo di vetro... in fondo, si spera, c'è una speranza di redenzione per tutti, e quindi perché non per le gattemorte?

sary ha detto...

ma guarda quanto entusiasmo suscita l'argomento gattemorte!!! Forse è perchè noi non lo siamo...?